Sting sarà affiancato da Shaggy nel suo tour italiano
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Sting sarà affiancato da Shaggy nel suo tour italiano

L'ex frontman dei Police torna a fine luglio per otto live a Cagliari, Roma, Verona, Napoli,Taormina, Ascoli,Trani e Cattolica

Sting, dopo l’esibizione al Festival di Sanremo,  tornerà quest’estate dal vivo in Italia per otto concerti:  il 26 luglio alla Forte Arena di Santa Margherita di Pula (CA), il 28 all’Auditorium Parco della Musica (Cavea) a Roma, il 29 all’Arena di Verona, il 30 all’Etes Arena Flegrea di Napoli,il 1 agosto al Teatro Antico di Taormina, il 3 agosto ad Ascoli (Piazza del Popolo), il 4 agosto a Trani (Piazza del Duomo) e il 5 agosto a Cattolica (Arena della Regina).

Il musicista giamaicano Shaggy affiancherà Sting nel suo tour europeo, esibendosi sia separatamente che insieme e presentando una selezione di brani tratti dal loro nuovo album 44/876, uscito il 20 aprile.

Il duo sarà accompagnato in tour dalla band di Sting formata da Dominic Miller (chitarra), Josh Freese (batteria) e Rufus Miller (chitarra) e dai musicisti di Shaggy, Monique Musique (corista), Gene Noble (corista) e Kevon Webster (tastiera).

I biglietti sono in vendita su Ticketmaster, Ticketone e in tutti i punti vendita autorizzati.

L’ex frontman dei Police ha presentato a febbraio sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, dopo un'interpretazione non memorabile di Muoio per te, il nuovo singolo Don't Make Me Wait in coppia con Shaggy, brano dal sapore caraibico che anticipa l’uscita dell’album collaborativo di ispirazione giamaicana 44/876.

Shaggy ha invitato un anno fa Sting a Kingston per un evento benefico a favore dell’ospedale pediatrico della città e così, durante le sessioni in studio, è nata una musica che rifletteva l’amore di entrambi per la Jamaica, la sua musica, le persone e la cultura.

Ritmo, parole e melodie scorrevano tra questi due artisti durante le jam facendo nascere così nuove canzoni influenzate dal quel particolare sapore caraibico.

44/876 è un disco che rispecchia appieno l’amore dei due artisti per la Jamaica, la sua musica, lo spirito dei suoi abitanti e la vitalità della cultura dell’isola nel mar dei Caraibi.

Una carriera straordinaria con i Police e da solista

Gordon Matthew Sumner, in arte Sting, ha quasi 67 anni, anche se ne dimostra quindici di meno grazie a un fisico d’atleta e a una carriera sempre sulla cresta dell'onda.

Compositore, autore, attore, filantropo e attivista, Sting è nato a Newcastle (Inghilterra) prima di trasferirsi nel ’77 a Londra e formare i Police assieme a Stewart Copeland e Andy Summers .

La band, una delle più iconiche degli ultimi 40 anni, ha ammorbidito le asprezze del punk in un inedito rock-reggae, dando vita a capolavori come Outlandos d’amour, Reggatta de blanc e Synchronicity, che hanno vinto 6 Grammy Award e 2 Brits Award.

Dal 1985 l’artista inglese, che abita diversi mesi l'anno nella sua villa di Figline Valadarno(FI), ha continuato a mietere successi come solista, vincendo 10 Grammy, 2 Brits, 1 Golden Globe, 1 Emmy, 3 nomination agli Oscar, il Century Awards di Billboard Magazine, e il MusiCares Person of the Year nel 2004.

È inoltre membro del Songwriters Hall of Fame e, nel 2014 ha ricevuto il Kennedy Center Honors. Nel corso della sua lunga carriera ha venduto quasi 100 milioni di dischi, tra album pubblicati con i Police e quelli da solista.

La svolta "classica"

Alla soglia dei sessant’anni, Sting si è reinventato musicista “classico” con gli album Songs from the Labyrinth del 2006, coraggioso crossover tra pop e classica, If on a winter's night del 2009, dedicato ai i canti della tradizione natalizia inglese e irlandese, e Symphonicities del 2010, un mix tra grandi successi e brani più rari del suo repertorio riarrangiati in chiave orchestrale.

La sua penultima fatica discografica è stata nel 2013 l’album/musical The last ship, intenso lavoro ispirato dai suoi ricordi dei cantieri navali di Wallsand, nel Nord Est dell’Inghilterra, accolto freddamente dal pubblico.

Il ritorno al rock

Nel 2016 l'atteso ritorno al rock con 57th & 9th, che ha confermato ancora una volta che "tutte le piccole cose che fa sono magiche".

Il titolo dell'ultimo album è ispirato un incrocio di New York che l'artista inglese attraversava tutti i giorni per andare in studio.

“Il nuovo lavoro è la cosa più rock che ho fatto da molto tempo a questa parte -ha dichiarato a Rolling Stone- Nel disco saranno comprese tutte le mie influenze, ma soprattutto sarà molto energico.

Nell'album, caratterizzato da un’ampia gamma di stili musicali, si alternano brani come Inshallah che racconta di migranti in viaggio per l’Europa e One Fine day sui cambiamenti climatici.

Interessanti anche l’intensa Road Warrior, lo stile figurativo di Petrol Head e il singolo di lancio I Can’t Stop Thinking About You, in cui la chitarra elettrica ha un ruolo preminente.

In 57th & 9th spicca anche 50.000, un brano scritto la settimana della morte di Prince, “una riflessione sullo shock che si prova per la perdita di un’icona culturale”.

L’album è nato in modo impulsivo, con registrazioni concentrate in poche settimane per esaltare la spontaneità dei brani: “È avvenuto tutto in modo molto veloce, molto spontaneo – racconta Sting – la mia idea è di cercare sempre di sorprendermi e sorprendere le persone con cui lavoro e, spero, gli ascoltatori”.

Nel nuovo album con Shaggy, lanciato dall'accattivante singolo Don't make me wait (video qui sotto), Sting ci farà ballare per tutta l'estate. 

PAUL BERGEN/AFP/GettyImages
Sting torna a esibirsi in Italia nel 2019 a Lucca e Padova

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Gabriele Antonucci