Taglio dei tassi: gli effetti concreti e a chi conviene
Ansa
Economia

Taglio dei tassi: gli effetti concreti e a chi conviene

Mutui e prestiti più leggeri. La terza sforbiciata della Bce rende il credito più conveniente per famiglie e imprese e fa calare il costo del debito. Ma riduce i rendimenti per i risparmiatori. L'impatto sull'economia dipenderà dall’inflazione

Sorride chi si indebita e ci perde (un po’) chi risparmia. Il terzo taglio dei tassi della Bce di altri 25 punti base ieri ha effetti concreti su famiglie e imprese. Un vantaggio evidente per chi accede a mutui e prestiti più economici, una perdita per chi si troverà con più basse remunerazioni dei depositi in banca e rendimenti dei titoli a tasso variabile. E l’economia, in generale? Dipenderà anche dall'andamento dell'inflazione e dalla capacità di stimolare una crescita sostenibile. Il taglio dei tassi influenza la vita quotidiana e le decisioni finanziarie di milioni di persone.

Uno dei principali e più evidenti effetti positivi di questo nuovo taglio riguarda i mutui. Circa 3,5 milioni di famiglie indebitate vedranno una riduzione del costo del proprio mutuo, in particolare per chi ha scelto tassi variabili. I mutui indicizzati all’Euribor, che seguono le decisioni della BCE, beneficeranno di rate mensili più basse. Per un prestito immobiliare di 25 anni da 200mila euro, la riduzione dei tassi potrebbe comportare un risparmio complessivo di oltre 70mila euro (-19,3% rispetto al 2023) secondo i calcoli della Fabi. Anche per i mutui a tasso fisso, che attualmente oscillano attorno al 3,20%, si registrano condizioni più vantaggiose rispetto agli anni precedenti.

Il taglio dei tassi di interesse impatta poi sui prestiti personali e al consumo. I consumatori possono aspettarsi una diminuzione dei costi di finanziamento per acquisti come automobili, elettrodomestici o ristrutturazioni. Ad esempio, i tassi sul credito al consumo, che nel 2023 erano superiori al 14%, sono ora scesi all’8,58% e potrebbero ulteriormente calare all'8,25%. Per un'auto da 25mila euro acquistata a rate, il risparmio rispetto al 2023 può essere significativo: oltre 11mila euro in meno (-23%) su un finanziamento di 10 anni. Anche l’acquisto di elettrodomestici diventa più conveniente. Per una lavatrice da 750 euro, con un prestito di cinque anni, il risparmio sarà di circa 161 euro (-14,6%).

Un effetto meno visibile ma ugualmente importante riguarda il debito pubblico. La riduzione dei tassi taglia anche il costo che lo Stato paga sul debito. Negli ultimi anni, i tassi di interesse sul debito pubblico erano volati al 3,76%, ma con il nuovo ciclo di tagli, si prevede un risparmio notevole. Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio, se la BCE riducesse i tassi di un punto percentuale nel 2024, lo Stato risparmierebbe circa 3 miliardi di euro.

Dall’altro lato chi risparmia potrebbe subire delle perdite. I tassi più bassi riducono la remunerazione dei conti deposito e dei conti di risparmio, penalizzando i risparmiatori. Prima dell’inizio della stretta monetaria, i tassi sui depositi erano inferiori all’1%, mentre nel 2023 erano arrivati fino al 3,6%. Ora, con il taglio della BCE, i rendimenti torneranno a calare, e tenere i propri risparmi in banca frutterà meno. Anche chi investe in obbligazioni a tasso variabile vedrà una diminuzione dei rendimenti. Mentre il prezzo delle obbligazioni esistenti sul mercato secondario aumenta, grazie alla correlazione inversa con i tassi di interesse, i nuovi titoli offriranno rendimenti più bassi.

C’è poi l’impatto indiretto delle imprese. Con il costo del denaro ridotto, le imprese hanno un accesso più facile al credito per finanziare investimenti, espandere attività o acquistare nuovi macchinari. Con evidente impatto sul mercato. Inoltre, i costi finanziari ridotti potrebbero incentivare le aziende a incrementare le assunzioni o ad aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo, alimentando così una crescita economica complessiva.

Un altro effetto, meno immediato ma altrettanto rilevante, è quello sull'inflazione. Tassi di interesse più bassi possono stimolare la domanda, spingendo i consumi e incentivando l’aumento dei prezzi. Questo è positivo per evitare la stagnazione economica, ma se i prezzi al consumo crescono troppo rapidamente, l’inflazione potrebbe erodere il potere d’acquisto delle famiglie, soprattutto se i salari non aumentano di pari passo.
Famiglie e imprese dovranno quindi adattarsi a un contesto di tassi più bassi, sfruttando le opportunità offerte dal credito più accessibile, ma con un occhio di riguardo al risparmio e all'inflazione.

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Cristina Colli