Adolescenti e smartphone, la dipendenza è dietro l'angolo
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Tecnologia

Adolescenti e smartphone, la dipendenza è dietro l'angolo

Tuo figlio non si stacca mai dal suo telefonino? Per alcuni esperti potrebbe essere a rischio dipendenza, e sviluppare insonnia e depressione

Chiunque abbia un figlio (o un nipote, o un parente) adolescente se ne sarà accorto. Che sia al tavolo della colazione o al cenone di Natale, che siate davanti alla televisione la sera o in vacanza d’estate, qualunque sia la situazione, lui (o lei) ha in mano il suo smartphone. Qualcuno si limita a utilizzarlo dal momento della sveglia fino alla sera, altri se lo portano addirittura a letto. Dire che per gli adolescenti lo smartphone è diventata un’estensione connessa dell’organismo poteva suonare come una battuta fino a qualche tempo fa, oggi assume connotati del tutto realistici.

Lo conferma uno studio appena pubblicato dalla Pew Foundation, i cui dati rivelano come il 73% degli adolescenti di età compresa tra i 13 e 17, negli USA, possiede uno smartphone, il 92% di questi dichiara di accedere online ogni singolo giorno, mentre il 30% ammette di essere “costantemente connesso”.

Contrariamente alle previsioni degli scorsi mesi, la stragrande maggioranza degli utenti under-18 mostra di utilizzare prevalentemente Facebook (il 71%) tra i social media, con Instagram (52%) e Snapchat (41%) sugli altri due gradini del podio. Il dato interessante rivelato dalla ricerca riguarda il differente utilizzo delle piattaforme social a seconda del genere e della famiglia di provenienza. Dai numeri presentati da Pew emerge infatti chiaramente come le ragazze dimostrino maggiore attenzione per le piattaforme incentrate su contenuti visivi (come Instagram, Snapchat e Pinterest), mentre i ragazzi tendono a preferire Facebook; i figli di famiglie benestanti tendono a preferire nuovi strumenti come Instagram e Twitter, mentre i figli delle famiglie a basso reddito mostrano una predilezione per Facebook.

Ma se la scelta del social network di riferimento sembra rispondere a esigenze di differenziazione di classe (nelle famiglie con reddito superiore ai 100.000 dollari annui l’utilizzo di Facebook scende di 20 punti percentuali), una livella sociale per tutti gli adolescenti sembrano essere i messaggi testuali. Il 90% di chi possiede uno smartphone lo utilizza per inviare messaggi di testo, con una media di 30 messaggi inviati o ricevuti ogni giorno.

A fronte di questi dati non stupisce sapere che in questa fascia di età si riscontrano casi sempre più frequenti di dipendenza da smartphone. E anche qui, come a inizio pezzo, non è più una battuta. I ragazzi con dipendenza da smartphone tendono a passare più di 7 ore utilizzando il proprio telefonino, presentano disturbi del sonno (insonnia, ma anche casi di sleeptexting, quando l’utente invia messaggi nel sonno senza rendersene conto), tendenza all’accumulo di peso corporeo e reagiscono in maniera eccessiva a un’eventuale separazione dal proprio dispositivo mobile, mostrando sintomi che solitamente vengono associati alla depressione e all’ansia patologica.

Leggendo i dati della ricerca Pew mi viene da sorridere al pensiero che fino a pochi mesi fa alcuni analisti davano Facebook per spacciato, spiegando che il social network aveva ormai perso aderenza con le fasce più giovani della sua utenza. Oggi non solo Facebook stringe ancora saldamente lo scettro di social di riferimento per gli adolescenti, ma i dati della diffusione dei dispositivi mobile tra gli under-18 dimostrano che la scelta di puntare sempre più risorse sulle app e sul comparto mobile si sta rivelando azzeccata.

Ora a Facebook manca solo uno strumento dedicato per sensibilizzare la propria utenza sui rischi di dipendenza da smartphone.

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Fabio Deotto