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Lenovo - Alessio Caprodossi
Tecnologia

AI-PC, la ricetta di Lenovo: “Provate l’intelligenza artificiale, non tornerete più indietro"

“L'AI rilancerà il mercato e migliorerà la vita delle persone, ma va regolamentata per uno sviluppo responsabile”. I motivi li spiega Emily Ketchen, responsabile globale del marketing di Lenovo

Il calo delle vendite dopo i record registrati ai tempi della pandemia Covid-19 era inevitabile per la maggior parte dei prodotti tecnologici, ma chiudere il 2023 con un -15% rispetto all'anno precedente è stato un brusco risveglio per i produttori di pc. Dispositivo che resta centrale in ambito aziendale e anche per i consumatori (tra lavoro e scuola), ma necessita di un boost che dia fiducia all'intero settore e, di riflesso, a chi il notebook deve acquistarlo. Per un comparto che nell'ultimo decennio ha dimostrato poca elasticità verso l'innovazione, una possibile variabile in grado di cambiare le carte in tavola potrebbe essere l'intelligenza artificiale. Non a caso i produttori hanno iniziato a parlare di AI PC, che come lascia intuire la sigla indica una nuova generazione di laptop basati sull'AI e quindi in grado di eseguire maggiori attività e in maniera più efficace rispetto al passato.

Come per altri dispositivi, l'arrivo dell'AI e le sue peculiarità sembrano capaci di poter generare un punto di rottura per processi e dinamiche, tanto in ambito business, che a livello di singoli utenti. Per comprendere il punto di svolta che stiamo vivendo - al momento per i consumatori finali più teorico che pratico, ma è questione di tempo - è illuminante il paragone fatto da Luca Rossi, vice presidente esecutivo di Lenovo e presidente della divisione Intelligent Devices Group: “Stiamo vivendo un momento simile a quando lo smartphone ha sostituito il telefono cellulare”. Un concetto ben chiaro per gli over 20 dell'epoca, perché lo smartphone è il simbolo di una rivoluzione attuata con un dispositivo diventato il nostro telecomando quotidiano, assistente personale e, in sostanza, compagno insostituibile nella quotidianità, sul lavoro e nel tempo libero.

Guardando la scatola non si vede nulla, poiché i computer portatili restano esteticamente pressoché identici ai loro predecessori e a cambiare è il motore interno. La novità è la Neural Processing Unit, il chip che affianca GPU e CPU, alleggerendo i loro compiti per ottimizzare le risorse e gestire i consumi, ma soprattutto per integrare le funzionalità AI nei notebook ed eseguire una serie di attività anche senza connettersi a internet. In altre parole, la differenza sta nel poter utilizzare ChatGpt e i software AI con calcoli e dati che restano nel dispositivo, snellendo i passaggi e velocizzando le operazione perché ci si stacca dal cloud e dai server che processano le richieste e forniscono i risultati, cioè testi, immagini, audio e video desiderati.

Nei mesi scorsi si sono susseguiti tanti lanci di AI-PC, categoria che già campeggia sui siti di tutti i produttori. Durante i giorni trascorsi a Berlino per IFA abbiamo osservato da vicino i modelli che nelle prossime settimane arriveranno sulle scrivanie di milioni di persone. Una sfida enorme per tutti perché l'obiettivo è migliorare le vecchie funzionalità e aprire nuovi orizzonti in termini di attività ed esperienza d’uso, al fine di far ripartire le vendite. Riassumere testi, leggere una email al posto nostro, generare immagini e video su richiesta, modificare fotografie e sintetizzare una intervista sono alcune novità con cui stiamo prendendo confidenza via smartphone, e che saranno ampliate grazie ai computer portatili che hanno in dote una potenza di calcolo inedita, utile per incrementare l'efficacia delle prestazioni. Oggi siamo solo ai primi passi di una scalata che punta a innalzare il notebook come nostro futuro braccio destro, in grado di affinare la conoscenza di abitudini, preferenze ed esigenze, così da suggerire soluzioni e anticipare le mosse.

La visione di Lenovo

A Berlino Lenovo ha mostrato il suo approccio con gli AI PC, frutto di un lavoro collettivo con Copilot, l'AI di Microsoft, e le partnership con Intel, AMD e Qualcomm. Leader del mercato pc dal 2018 e forte di un fatturato di 57 miliardi di dollari, Lenovo ha trovato un suo punto di equilibrio nel fondere l'approccio cinese con la visione per il business americana, una doppia anima tutt’altro che scontata per gruppi così grandi e diffusi su scala globale. Il binomio offre spunti preziosi, specie in un momento di svolta come la contemporaneità scandita dall'evoluzione dell'AI. “Quando si tratta di innovare, vogliamo assicurarci di offrire prodotti e dimostrare la loro utilità in maniera uniforme e a vantaggio di tutti. Questo è ciò che intendiamo come democratizzazione della tecnologia, che ci assicuriamo di rendere accessibile a chiunque”, spiega a PanoramaEmily Ketchen, Global Chief Marketing Officer di Lenovo, a proposito dell'ampio bagaglio di soluzioni che la multinazionale cinese è abituata a presentare durante suoi lanci. Parlare a tutti, oggi per le aziende significa focalizzarsi in particolar modo sulla Gen Z, gli under 30 nativi digitali che determinano gli acquisti di oggi e saranno i consumatori di domani. “Sono una generazione completamente diversa dalle precedenti, abituata ai social media, ad agire rapidamente e a voler contare su strumenti su misura per le loro esigenze. Ma sono anche ragazzi con un approccio emotivo più spiccato rispetto al passato, che vogliono conoscere storie e vivere esperienze che vanno al di là del singolo prodotto. Sono ragazzi che chiedono trasparenza e interazione, perché vogliono far sentire la propria voce ed essere ascoltati, quindi per i brand si tratta di dover costruire una comunità in cui loro recitano una parte centrale insieme allo stesso marchio”.

LenovoEmily Ketchen, Global CMO Lenovo

Con un passato in HP e Dell, esperienze di lavoro in diversi paesi e spiccata capacità di linguaggio in spagnolo e francese oltre all'inglese, Ketchen ha le idee chiare su cosa bisogna aspettarsi in termini di cambiamenti con l'arrivo dell'AI. “Siamo all'inizio di una trasformazione che modificherà in maniera radicale le modalità con cui le persone creano, collaborano e interagiscono con il PC. Cambierà, più di tutto, il modo in cui l'uomo interagirà con il PC, che nel tempo e grazie ai dati sarà in grado di conoscere la persona e prevedere il comportamento, imparando dai suoi schemi e relativi ritmi”. Se le parole sono importanti per delineare la direzione, è l'esperienza che meglio di tutto può far intuire alle persone perché l'AI sarà l’alleato del futuro a cui non vorranno rinunciare. “C'è tanto da vedere e ancor più da fare, per questo incoraggio le persone ad avvicinarsi all'AI e utilizzare i software come ChatGpt, per conversare e capire come funziona l'interazione e cosa si può ottenere da una macchina. Provate e poi immaginate simili risultati in termini di prestazioni ed efficacia moltiplicati per le numerose applicazioni basate sull'AI che sono in fase di sviluppo”, consiglia Ketchen.

La responsabile globale del marketing di Lenovo è molto precisa anche su come deve essere gestito l'utilizzo e lo sviluppo dell'AI dalle aziende. “Le società tecnologiche hanno la responsabilità di usare la tecnologia a fin di bene per cambiare il mondo in maniera positiva. Questo dovrebbe essere una priorità per tutte le compagnie, specie in un momento di profonda trasformazione come questo che stiamo vivendo per il rapido diffondersi dell'intelligenza artificiale”. A fronte di allucinazioni e potenziali utilizzi malevoli (dal deepfake alle truffe online), l'interrogativo che riguarda l'intero settore tech è se l'AI vada regolamentata o lasciata libera di svilupparsi senza porre limiti. “C'è bisogno di intervenire e porre delle regole chiare su come sfruttare questa tecnologia, così giovane e dirompente ma anche poco compresa e talvolta rifiutata dalle persone per timori legati alla perdita di posti di lavoro”. Un accordo tra le compagnie social, produttori e aziende tech potrebbe essere una soluzione per indirizzare lo sviluppo? “É un'idea interessante, su cui si potrebbe lavorare, anche se complicata da realizzare. Al di là di ciò, però, è necessario riflettere e trovare un bilanciamento, così che l'AI possa essere una leva proficua per migliorare la vita di tutti”.

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Alessio Caprodossi