Allenamenti hi-tech per superare i limiti
L'Istituto di Scienza dello Sport del CONI si avvale di strumenti avanzati per preparare gli atleti alle Olimpiadi, aiutandoli anche ad abituarsi al caldo e al fuso orario giapponese
C'è lo scudo aerodinamico, una capsula trasparente su ruote, trainata da un'automobile: «Consente all'atleta di correre senza l'attrito dell'aria, allenando muscoli e cervello a raggiungere velocità più elevate». Ci sono i ciclisti che vanno a pedalare nella galleria del vento, per abituarsi all'estremo. C'è persino la vasca ergometrica, equipaggiata con un sistema di telecamere sincronizzate tra loro. Inclusa una subacquea, per mostrare ai nuotatori ogni prospettiva della loro performance: «Una visione immediata di un gesto vale più di cento spiegazioni. Ai professionisti basta un attimo per capire dove sbagliano e correggersi». Sembrano storie di fantascienza, sono invece alcuni esempi della scienza applicata allo sport da parte del CONI, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
«Registrare un tempo di un centesimo di secondo in meno o saltare un centimetro in più, fa la differenza tra vincere una medaglia oppure no. Il nostro compito è aiutare le federazioni a raggiungere i loro traguardi, supportare da un punto di vista tecnico-scientifico la preparazione delle singole squadre. Ogni disciplina è diversa dall'altra, però hanno elementi in comune, su tutti il bisogno di precisione» spiega Giampiero Pastore, responsabile dell'Istituto di Scienza dello Sport del CONI, il fulcro di questo universo di sperimentazione costante. Usando strumenti avanzati di biomeccanica, fisiologia e metodologia dell'allenamento, combinando diverse professionalità (ingegneri, medici, preparatori), monitora annualmente circa 450 atleti. La sua attività quotidiana è trasformare una mole sovrabbondante di dati in suggerimenti pratici: «La semplicità della comunicazione è essenziale. L'atleta deve restare concentrato a svolgere il suo ruolo, noi elaboriamo indicazioni che gli possano essere utili e gliele facciamo trovare pronte».
L'Istituto, che fa parte dell'Area Sport e Preparazione Olimpica del CONI, sotto la responsabilità del segretario generale Carlo Mornati, non trascura le minuzie. In vista delle Olimpiadi, ha elaborato un protocollo per consentire ai partecipanti di abituarsi in fretta al fuso orario di Tokyo e sopportarne i picchi di temperatura. «Lo stiamo facendo anche per l'edizione di Pechino del prossimo anno» anticipa Pastore: «Lavoriamo a ciclo continuo, per le discipline estive e quelle invernali». Che sia cimentandosi con il caldo torrido o il freddo rigido, ricorrendo agli schiaffi dell'aria o alle radiografie del movimento, la scienza dello sport porta avanti la sua gara preferita, la stessa di ogni atleta: la sfida al senso del limite.