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Cyber Security

Abbiate pietà della cyber ignoranza

La Rubrica - Cybersecurity Week

Un tempo si diceva che il lettore medio di una notizia arrivava alla terza riga, oggi probabilmente si ferma al titolo e quanto è accaduto lo scorso week end ha un che di preoccupante se non molto peggio.Improvvisamente sul web ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio (come sempre) una notizia secondo cui per la NSA, per prevenire gli attacchi hacker, dovremmo spegnare il cellulare una volta alla settimana. Facciamo una premessa: per chi non lo sapesse è la National Security Agency degli Stati Uniti, quella che mise in piedi il più gigantesco sistema di intercettazione su scala globale denunciato da Edward Snowden molti anni orsono.
Quando ho letto la notizia il mio primo pensiero è stato quello che forse la NSA è tornata quella pre-Snowden perché non è possibile che abbia detto una cosa di questo genere. A quel punto mi sono messo a cercare il documento e quando l’ho trovato mi sono, almeno parzialmente, rincuorato. Vediamo perché. Si tratta di una matrice che potete vedere qui. Come facilmente noterete quello di accendere e spegnere il proprio smart phone una volta alla settimana è un suggerimento utile per prevenire, ogni tanto (sulla matrice leggerete “sometimes prevents”) due delle dodici minacce individuate come tipiche per gli smart phone. Molto più importanti sono suggerimenti come evitare di avere conversazioni riservate vicini al proprio dispositivo, oppure quando si sottolinea l’importanza di spegnere le connessioni wi.fi e bluetooth quando non servono, piuttosto che aggiornare tutte le proprie app.Quello che resterà a noi italiani di questo report, invece, sarà il messaggio di spegnere ogni tanto lo smart phone. Allora è bene che sappiate che non pochi malware per attivarsi hanno proprio necessità che il dispositivo venga riavviato. Questo però non lo ha scritto nessuno. La pretesa di chi si occupa di cyber security è quella che qualcuno aiuti a fare una divulgazione seria e attendibile. Capisco che è molto difficile quando il lettore medio legge tra le dieci e le quindici parole, però questo non deve esimere nessuno dal provarci, e un titolo sbagliato è proprio quello di cui nessuno ha bisogno perché fa molto più male che bene. Trenta anni orsono, quando di mestiere facevo il giornalista, un mio collega molto più anziano e molto famoso diceva che se sua madre ci avesse chiesto che lavoro faceva, avremmo dovuto rispondere: il pianista in un bordello… Penso sia possibile evitare che quella bugia si trasformi oggi in una verità.

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Alessandro Curioni