Dietro l'Agenzia nazionale sulla Cybersecurity luci ed ombre
La Rubrica Cybersecurity week
La scorsa settimana ha visto la luce l'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. La notizia mi appare positiva non in quanto tale, ma perché lo schema di Decreto Legge che la istituisce prevede, all'Articolo 18, che essa abbia una dotazione di 41 milioni di euro per il 2022 destinata a salire fino a 122 milioni di euro nel 2027. Si tratta probabilmente del primo investimento concreto in materia di sicurezza cyber nella storia del nostro paese.
Certo, se poi qualche pignolo andasse a leggere tutto quello che tale agenzia deve fare potrebbe obiettare che forse di risorse ne hanno previste proprio pochine. In effetti la lista è molto lunga e in alcuni casi sono sfide imponenti come quella a me particolarmente cara legata allo sviluppo di una cultura in materia. Si legge nello schema che "svolge attività di comunicazione e promozione della consapevolezza in materia di cybersicurezza, al fine di contribuire allo sviluppo di una cultura nazionale nel settore". E ancora "promuove la formazione, la crescita tecnico-professionale e la qualificazione delle risorse umane nel campo della cybersicurezza, anche attraverso l'assegnazione di borse di studio, di dottorati e assegni di ricerca, sulla base di apposite convenzioni con soggetti pubblici e privati".
Soprattutto la prima, che dovrebbe intervenire su come le persone pensano, assorbirebbe da sola gran parte delle forze dell'Agenzia e dei suoi fondi se soltanto si volesse sviluppare un piano organico magari destinato alla scuola. La seconda, francamente più realistica, appare evidentemente indirizzata all'istruzione e anche questo appare come un obiettivo fondamentale non soltanto perché queste professionalità in Italia e in Europa sono ancora troppo poche, ma anche per la possibilità di fare uscire da scuole superiori e università un genere di diplomato e laureato destinato a un'immediata collocazione nel mondo del lavoro. Peccato, ma non potevo pretendere tanto, che questi due punti non siano gli unici compiti dell'Agenzia e quindi avranno solo una parte delle risorse. Tuttavia una volta tanto voglio essere ottimista e vedere il cambio culturale rappresentato da quello che speriamo resti un intervento legislativo di svolta. Per il resto vale la regola che qualcosa è sempre meglio di niente.
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