Un po’ di cyber fantasia
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Cyber Security

Un po’ di cyber fantasia

La Rubrica - Cybersecurity week

Questa settimana ho pensato a un racconto d’invenzione, in cui ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale. Cominciamo. Lei è una giovane e brillante magistrata impegnata a perseguire il crimine cyber e il giugno del 2024 è un mese memorabile: viene insignita del titolo di cavaliere dell’ordine nazionale e a questa si aggiunge un’altra grande notizia. Qualche tempo prima ha partecipato alla selezione per un particolare programma dedicato a quelli che saranno i leader del futuro. L’iniziativa è gestita da una associazione che promuovere le relazioni tra il suo e un altro stato e non ci sono dubbi sul suo prestigio, fosse solo perché almeno due presidenti dei rispettivi paesi erano stati a suo tempo selezionati. La seconda buona notizia è che è stata ammessa al programma. Il suo lavoro le ha sempre fatto frequentare ambienti internazionali e apprezzare le opportunità che offrono. Alla pubblicazione dei nomi degli altri candidati ammessi il suo nome attira l’attenzione di un altro selezionato. Si tratta del direttore del programma sulla tecnologia e la sicurezza di un centro di ricerca. Si incontreranno a ottobre in occasione del primo evento ufficiale del programma, ma lui ritiene che potrebbe essere utile qualche scambio di opinioni preliminari dati i comuni interessi. La conversazione è interessante, lui è stato per un certo periodo nella politica come membro dello staff di un senatore inserito nella commissione ristretta sull’intelligence. Si finisce per parlare di informazioni e di come siano la chiave di volta del mondo attuale e inevitabilmente il discorso scivola sul ruolo delle Big Tech e di tutte quelle realtà che ne detengono la stragrande maggioranza. Ci sono situazioni che forse andrebbero corrette attraverso un maggiore controllo, soprattutto quello dove crimine e sicurezza nazionale si intrecciano. Lui rammenta che il senatore per cui lavorava ancora oggi si batte per avere trasparenza dai social network anche sulle misure che adottano per reprimere la pedopornografia, tutelare i minori e prevenire l’uso criminale dei loro sistemi. Senza dubbio si dovrebbe fare qualcosa, ma si deve arrivare in alto, tagliare la testa dei serpenti. Si deve trovare un obiettivo, qualcuno che sia discusso e discutibile per il suo operato, senza dubbio straniero, e colpirlo potrebbe rendere un servizio alla giustizia e forse anche per altro, visto lo scenario internazionale. Non è difficile trovare un nome, anzi lei ha già in testa il nome, perché ci sta già lavorando da qualche mese. I due sono giovani e brillanti hanno mezzi e strumenti giusti e forse conoscono anche le persone giuste. Sorridono: stanno facendo accademia… o forse no. Lascio a voi il finale. Come vi ho detto si tratta di una storia in cui ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale, ma non vi ho detto nulla dei personaggi che mi hanno ispirato perché quelli invece sono reali. Lei è Johanna Brousse, la magistrata francese che ha in carico il “caso internazionale del mese”. È stata nominata cavaliere dell’Ordine Nazionale Francese a giugno 2024 ed ha partecipato, venendo ammessa, al Young Leaders Program sostenuto dalla French-American Foundation al quale in passato sono stati ammessi Bill Clinton ed Emmanuel Macron. Lui è Vivek Chilukuri, anch’egli ammesso al Young Leaders Program, ed attualmente direttore del programma su tecnologia e sicurezza nazionale del Center for a New American Security. Precedentemente era nello staff del senatore democratico Michael Bennet che è parte del comitato ristretto del senato per l’intelligence. Il terzo nome è troppo facile e quindi potete indovinarlo da soli.

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Alessandro Curioni