Lo smartphone esce da scuola
La Rubrica - Cybersecurity week
La notizia non è nuova, ma la vigilia della ripresa della scuola mi è sembrato il momento migliore per parlarne.
Come dovreste sapere a partire da quest’anno a tutti gli studenti delle scuole d’infanzia, delle elementari e delle medie inferiori sarà vietato l’uso dello smart phone a scuola anche se utilizzato per ragioni didattiche.
Premesso che dalla notte dei temi il proibizionismo non si è mai rivelato un’arma particolarmente efficace, nello specifico mi sembra che siamo al cospetto di due aberrazioni e un paradosso.
Le prime: da un lato una resa di un sistema di istruzione inadeguato, dall’altro un modo bieco per infliggere uno “svantaggio” a milioni di giovani. Il secondo: vogliamo una generazione “hi-tech” privandola dello strumento principe. Cerco di argomentare. Circa una trentina di anni orsono le aziende investivano milioni di euro per mettere i propri dipendenti in condizione di utilizzare i software di produttività personale (per esempio excel o power point). All’epoca sostenevo con forza che nel 2020 le aziende di formazione che fossero rimaste ancorate a quel tipo di corsi professionali si sarebbero estinte perché quel tipo di istruzione sarebbe diventate parte integrante dei programmi di tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Bene: mi sbagliavo grossolanamente perché ancora oggi le imprese spendono milioni di euro per gli stessi corsi e nelle scuole (di ogni ordine e grado) non vi è praticamente traccia di questo tipo di istruzione.
La tecnologia informatica di base, di fatto, non è mai entrata nelle scuole e neppure vi ha messo piede la cosiddetta educazione digitale, affidata al buon cuore di quei pochi insegnanti che hanno una vaga competenza in materia e comprendono quanto sia fondamentale. Arrivati a oggi, con una situazione fuori controllo, scontiamo l’incapacità di avere costruito nel tempo un programma di aggiornamento professionale per i nostri insegnati e il conto (dalle nostre parti capita continuamente) lo facciamo pagare alle generazioni future. In cosa si sostanzia questo conto? In primo luogo, le abbandoniamo a se stesse, ovvero i giovani continueranno a usare “male” lo smart phone e a sviluppare le “patologie” correlate (tema educativo). In secondo non impareranno a sfruttarne appieno le tante potenzialità che questo strumento offre dal punto di vista professionale e lavorativo (tema istruttivo).
Il paradosso in tutto questo è che, allo stesso tempo, vogliamo formare a tappe forzate insegnanti e studenti in tema di intelligenza artificiale. Un po’ come dire: non siamo riusciti a insegnare a guidare l’utilitaria, ma adesso tutti sapranno pilotare un'auto di Formula 1. Siamo di fronte a un caso di distonia? Provate a vederla così. La distonia è un disturbo che affligge il sistema nervoso centrale (lo stato) che determina contrazioni muscolari (provvedimenti) involontarie (improvvidi), costringendo alcune parti del corpo (il paese) ad assumere posizioni anomale con conseguenze dolorose (nefaste).