La regola delle cinque «W» del cybercrimine
La Rubrica: Cybersecurity Week
Quella appena trascorsa ha offerto, sfortunatamente, fin troppi spunti di riflessione. Dopo SIAE a cadere sotto i colpi del crimine informatico sono stati il Gruppo San Carlo, Artsana e I comuni del bolognese che si appoggiavano sul data center dell'Unione Terre di Pianura. Nel mezzo Al Bano e Samuele Bersani, probabilmente a seguito dell'attacco alla SIAE, sono state oggetto di tentativi di ricatto. Insomma nulla di nuovo sotto il sole.
Volendo rispondere alle domande fondamentali possiamo fare un riassunto.
Chi: a colpire sono stati i soliti ignoti, perché quando si parla di crimini informatici trovare i colpevoli è ardua impresa.
Quando: come spesso capita gli attacchi si sono verificati durante i week end, perché i tempi di reazione sono più lenti.
Come: sfruttando qualche falla tecnologica, raramente, per colpa di qualche clic di troppo, più spesso.
Perché: per denaro.
Detto questo in sospeso rimane la solita, ultima domanda: siamo in grado di restare al passo con la rapida evoluzione delle tecnologie della società dell'informazione?
Mi sembra evidente che siamo ben lungi dall'essere all'altezza della situazione. Stiamo maneggiando strumenti potentissimi, ma altrettanto fragili e molto pochi ne hanno consapevolezza. In tutto ciò quello che mi fa più specie è come qualcuno, già in difficoltà per molte ragioni, non faccia un passo indietro, ma tre balzi in avanti. Mi domando come sia possibile che Facebook, sotto accusa per una quantità di problemi che spaziano dal mancato controllo delle fake news passando dall'abuso dei dati personali dei suoi utenti, per arrivare all'ipotesi di stimolare i moti d'odio per accrescere le interazioni sui social, possa lanciare un progetto come quello del metaverso. Un luogo virtuale in cui tutte queste problematiche esploderebbero all'ennesima potenza. Parliamo di una realtà immersiva che per molti finirà per essere sostitutiva della realtà, in cui saranno premiati, per ragioni biecamente economiche, tutti i fenomeni capaci di incrementare le interazioni, belli o brutti che siano. C'è qualcosa di profondamente sbagliato nel riproporre il peggio del mondo reale in quello virtuale, ma non farlo sembra essere fondamentalmente anti-economico, quindi liberi tutti, tanto ci giustificheremo spendendo qualche milione di dollari a favore delle vittime dello stalking, del cyberbullismo e tutti quei fenomeno che abbiamo aiutato ad amplificare.