La verità non sarà più la stessa con l'IA…
La Rubrica - Cybersecurity Week
Neo esclama: “No, non può essere!” Morpheus risponde: “Essere cosa? Essere vero?”. Per chi non lo ricordasse si tratta di uno scambio di battute del film “Matrix” che avviene poco prima che il protagonista interpretato da Keanu Reeves approdi nel mondo reale.
Qualche giorno fa mi è scappata proprio la stessa esclamazione di Neo, quando una persona con cui lavoro da molti anni mi ha inoltrato via Whatsapp un audio in cui lo insultavo pesantemente. La voce era la mia, l’ho fatto ascoltare a persone che mi conoscono bene compresi figli, moglie e madre e nessuno di loro ha avuto alcun dubbio: a parlare ero proprio io. Peccato che quel messaggio non lo avessi mai registrato e quando ho telefonato al mio collega mi sono sentito dire: “Ti è piaciuto l’audio? Certo che con le intelligenze artificiali si possono fare scherzi fantastici”.
A quel punto mi è venuta in mente la truffa da 25 milioni di dollari portata a termine a Hong Kong attraverso un deep fake video e pochi minuti dopo la storia dell’ottantenne milanese che, ingannato da alcuni sms fasulli, aveva trasferito 241 mila euro su conti correnti di criminali. La seconda peggio della prima, perché mi domando come potranno in futuro cavarsela quei milioni di persone che ancora oggi sono vittime di truffe on line note da ormai un ventennio. Se a questo aggiungiamo che ormai la disponibilità di dati personali di pubblico dominio è praticamente illimitata, questo significa che qualsiasi delinquente, anche non dotato di particolari competenze tecniche, sarà in grado di organizzare raggiri su scala industriale e con un’efficacia e un’efficienza senza precedenti.
Quello che ci aspetta nei prossimi anni promette di essere uno scenario da incubo per chiunque di noi abbia tra le mani un qualsiasi dispositivo tecnologico, ovvero tutti. La verità non sarà più la stessa, anzi sarebbe meglio iniziare a ragionare come se non esistesse proprio, perché fidarsi potrebbe rivelarsi un peccato mortale.