Godspeed, Artemis ce l’ha fatta
Dopo ritardi e difficoltà è partita la missione verso la Luna del più potente razzo mai costruito. Obiettivo: preparare il terreno al tentativo con equipaggio in programma nel 2024
E’ iniziata questa mattina ora italiana una nuova era dell'esplorazione spaziale. Dopo diversi rinvii, finalmente il più potente razzo mai costruito dalla Nasa, lo Space Launch System (Sls), è partito dal Pad 39B del Kennedy Space Center per la missione Artemis 1, un volo di prova rischioso, e per questo ritardato più volte, necessario per inviare una capsula spaziale di nuova generazione fino alla Luna e ritornare. Il carico utile di questo volo è il modulo Orion, che seppure senza equipaggio ci dirà, attraverso oltre mille sensori, se il sistema è pronto per poter accogliere gli astronauti.
Così questa prova intorno alla Luna sta per essere fatta più o meno con le stesse modalità con le quali, oltre mezzo secolo fa, volò la missione Apollo 8, che però a bordo portava uomini come Jim Lovell, lo sfortunato comandante di Apollo 13. Ma allora non c’erano sistemi telemetrici in rado di inviare migliaia di parametri contemporaneamente, e neppure riserve di energia come quelle presenti sullo Sls e su Orion. E se tutto filerà liscio, la Nasa sarà pronta a riportare gli astronauti sulla superficie lunare entro il 2025.
Derrol Nail, il commentatore della diretta trasmessa dalla Nasa, nel momento del lancio ha esclamato: “Decollo di Artemis 1, ci alziamo insieme, torniamo sulla Luna e oltre.” E pochi minuti dopo, il direttore del lancio Charlie Blackwell-Thompson si è rivolto alla squadra del controllo missione con queste parole: “E’ il vostro momento, facciamo tutti parte di qualcosa di speciale, il primo lancio di Artemis è il primo passo per riportare il nostro Paese sulla Luna e su Marte e ciò che abbiamo fatto oggi ispirerà le generazioni a venire”.
Lo Sls è alto 98 metri, leggermente più corto dei Saturno V, ma più potente: al decollo sviluppa 3,9 milioni di tonnellate di spinta, la maggior parte prodotti dai suoi propulsori a propellente solido. Anche la navicella spaziale Orion è più grande della Apollo del 30% ed è progettata per trasportare quattro astronauti. Il suo scudo termico è largo 5 metri ed è il più grande che abbia mai volato nello spazio. Il modulo di servizio, che fornisce potenza e propulsione, è costruito da Airbus e fornito dall'Agenzia spaziale europea (Esa).