L'americana Boeing Starliner va in orbita, ma il motore del razzo è russo
Vola la navicella Boeing Starliner, concorrente di SpaceX Crew Dragon. Ma il razzo americano Atlas V, derivato da quello del programma Mercury degli anni Sessanta, ora è spinto da un motore russo
E’ stato lanciato con successo un razzo Atlas con astronauti a bordo, fatto che non accadeva dall'ultimo volo del programma Mercury, con a bordo l’astronauta Gordon Cooper chiuso nella capsula Faith 7, il 15 maggio 1963. In quella occasione il razzo era spinto da un motore LV-3B 130-D mentre lo Atlas V lanciato il 5 giugno, prodotto dalla United Launch Alliance, ha installato un moderno motore del primo stadio RD-180 di costruzione russa e, soprattutto, ha portato in orbita la capsula Boeing Starliner.
La navicella spaziale è quindi partita dal Pad 41 del Cape Canaveral Space Force Station (a poca distanza dal sito di lancio dal quale partì Cooper) alle 10:52 ora della Florida per quello che è considerato un volo di "shakedown", ovvero pre-operativo, verso la Stazione Spaziale Internazionale. A bordo ci sono gli ex piloti collaudatori della Marina Usa Barry Wilmore e Sunita Williams, entrambi ora divenuti astronauti della Nasa. Complessivamente i due hanno registrato quattro voli spaziali, inclusi 500 giorni in orbita e 11 passeggiate spaziali. La loro missione ha previsto il monitoraggio dei controlli automatizzati durante il lancio iniziale, il test dei controlli manuali lungo il percorso, quindi, prevede il monitoraggio dell'appuntamento “automatizzato” che avverrà il 6 giugno, cioè 25 ore dopo il lancio, e quindi la sequenza di attracco con la Stazione Spaziale Internazionale.
Il programma Starliner di Boeing è considerato essere circa quattro anni indietro rispetto al concorrente SpaceX Crew Dragon di Elon Musk, che dal 2020 a oggi ha già trasportato 50 astronauti, cosmonauti russi e scienziati civili su 13 voli orbitali, tutti - tranne uno - verso la stazione spaziale. Intervistati prima del lancio, Williams e Wilmore hanno affermato che lo Starliner è più sicuro e ha più capacità della Crew Dragon, fruendo di molteplici aggiornamenti la cui installazione è stata decisa nel lungo tempo dei collaudi. IN particolare, Williams ha dichiarato: “Non dirò che è stato facile, sapevamo però che alla fine saremmo arrivati a questo momento. Starliner è un solido veicolo spaziale, non vorrei essere in nessun altro posto in questo momento.” Sportivamente, Elon Musk, fondatore di SpaceX, ha pubblicato un messaggio di congratulazioni sulla sua piattaforma di social media X. Dopo l'attracco alla ISS e l'incontro con gli astronauti e i cosmonauti attualmente a bordo della stazione, l'equipaggio della navicella inizierà il viaggio di ritorno sulla Terra il 14 giugno. Tale data è ovviamente soggetta alle previsioni meteorologiche nei diversi siti d’atterraggio previsti, che normalmente sono scelti tra quelli localizzati nelle regioni desertiche degli Stati Uniti occidentali. In futuro, la Nasa dovrebbe certificare lo Starliner per i voli di “rotazione”, cioè di routine, verso la stazione spaziale e poi verso quelle che saranno costruite successivamente. I piani attuali della Nasa prevedono infatti missioni alternate con la SpaceX Crew Dragon per portare gli equipaggi alla stazione spaziale per turni di servizio di sei mesi.
Riguardo lo Atlas V, la scelta di utilizzare un motore russo come lo RD-180 è stata fatta da United Launch Alliance (Ula) principalmente per le sue doti di affidabilità a fronte di un costo inferiore rispetto a quelli occidentali (la cifra è riservata ma sarebbe di circa 24 milioni di dollari per unità). Progettato a metà degli anni Novanta, il motore fu esportato grazie a un accordo commerciale che però fu vietato il 13 maggio 2014 dall’allora vice primo ministro russo Dmitry Rogozin, con questo annuncio: “La Russia vieterà agli Stati Uniti di utilizzare motori a razzo di fabbricazione russa per lanci militari” In risposta, i militari statunitensi chiesero alla società che li importava, la Aerospace Corporation, di valutare alternative per alimentare lo Atlas 5 con motori diversi, ma il Congresso degli Stati Uniti giunse alla conclusione che non sarebbe stato vantaggioso costruire una linea di produzione statunitense copiando i motori RD-180. -180, soprattutto perché l’operazione avrebbe comunque avuto bisogno di una licenza da parte del governo russo. Il 24 dicembre 2015, la United Launch Alliance annunciò di aver effettuato un ordine per diversi esemplari RD-180, oltre ai trenta esemplari acquistati prima che gli Usa le sanzionassero la Russia per l’invasione della Crimea. Complessivamente, il 14 aprile 2021 risultava che il consorzio russo Energomash, divisione commerciale della Npo Energomaš (discendente degli studi di ingegneria Okb-456 “Gluško” dal nome del capo progettista Valentin Petrovič Gluško), avesse consegnato agli americani 122 motori. Fu, questo, uno degli effetti della frenata agli investimenti spaziali voluta dalle amministrazioni Usa all’indomani della fine della Guerra fredda, decisione che oltre al ritiro dal servizio delle navette Shuttle per eccesso di costi, di fatto lasciarono ai russi la capacità di diventare i migliori al mondo nella progettazione e costruzione di motori a razzo a propellente liquido.