carro armato europeo
Difesa e Aerospazio

Dopo le liti Parigi e Berlino accelerano sul carro armato europeo

Euro carro-armato al via, le caratteristiche dettate dalla guerra russo-ucraina. L’Italia osserva ma perde il treno industriale

I ministri della Difesa di Francia e Germania hanno firmato l’accordo per la condivisione industriale necessaria per la creazione del futuro carro armato comune e, in ricaduta, per una possibile serie di mezzi meccanizzati di nuova generazione. Formalizzato il 26 aprile, l’accordo vedrà ciascuna nazione svolgere il lavoro suddividendolo in parti uguali, una rarità, poiché proprio la suddivisione dei vari aspetti del progetto è stata, anche nel recente passato, uno dei punti critici dei progetti multinazionali di difesa. Per arrivare a questo, dopo dodici anni di parole, ci sono voluti due anni di negoziati non privi di ripensamenti e minacce di far saltare il progetto, infatti il nuovo “euro-carro armato” è in ritardo di almeno un lustro anche se, finalmente, è stato dato il via alla fase 1A dello Mgcs (Main Ground Combat System), che significa “nuovo sistema terrestre di combattimento.”

Secondo l’accordo la Germania guiderà il progetto e inizierà ad aggiudicare i contratti per la prima fase dimostrativa entro la fine dell’anno in corso, anche perché sia Berlino sia Parigi hanno bisogno di un successore per i loro rispettivi carri armati, ovvero il Leclerc per l’esercito francese e il Leopard 2 per la Bundeswehr. Il tutto entro il 2040.

Ad arrivare alla versione definitiva del documento formato il ministro della Difesa francese Sebastian Lecornu e quello tedesco Boris Pistorius hanno lavorano insieme per otto mesi, arrivando a definire che cosa faranno aziende come la tedesca Rheinmetall, la francese Thales e l’associazione franco-tedesca Knds, cioè il consorzio della tedesca Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) con la francese Nexter Defense Systems, tutte realtà che ora possono iniziare a lavorare sulle proposte tecniche. Litigi a parte, parte di questo lungo periodo era necessario per concepire il progetto in cinque fasi, con la prima che prevedeva un'analisi delle esigenze operative e la seconda un sondaggio tra i militari per comprendere esigenze di tipo pratico.


Ora il programma entra nella terza fase, quella dello sviluppo e della dimostrazione della capacità tecnologica, che avviene sotto la supervisione tedesca. Si passerà quindi alla quarta fase che prevede l'integrazione e la dimostrazione dei sistemi, prima di passare alla produzione in serie nella fase finale. Come avviene per l’aviazione, l’intenzione sarebbe di poter contare su un carro pilotato insieme al quale combattono, in modo collaborativo, alcuni droni terrestri pilotati da remoto come dall’intelligenza artificiale, che potranno avere caratteristiche differenti a seconda del teatro operativo e delle missioni che devono svolgere. Una delle caratteristiche sarà il sistema di propulsione ibrido, diesel-elettrico, per mitigare il fattore rumore ed emissioni di calore, ovvero le tracce tipiche usate dai sistemi missilistici per identificare i carri come bersagli.

A livello tecnologico le aree di lavoro saranno suddivise in “piattaforma”, cioè telaio e motore; armi da fuoco tradizionali, armi innovative, connettività, simulazione, sensoristica, infrastrutture e protezione. La vulnerabilità agli attacchi dei sistemi aerei senza pilota mostrata dall’impiego in Ucraina e la necessità di cannoni più potenti rispetto a quelli tradizionali da 120 mm sono tra i requisiti, così lo Mgcs potrebbe apparire nella forma e nella sostanza molto differente rispetto ai carri moderni, che sono a loro volta un’evoluzione di quelli della Seconda guerra mondiale. E proprio le esperienze nella guerra russo-ucraina e nel secondo conflitto nel Nagorno-Karabakh, cioè teatri operativi dove i carri sono stati neutralizzati in grande numero, si rivelano fondamentali per definire la progettazione del nuovo blindato. I fattori decisivi saranno maggiore mobilità, minor peso, una potenza di fuoco più importante (con un cannone da 130 o 140 mm) e l'armatura più efficiente a protezione dell’equipaggio.

Nel frattempo, con un contratto in mano per produrre l'ultima variante 2A8 del Leopard 2, Kmw fornirà una soluzione provvisoria alla Bundeswehr che dovrebbe far guadagnare un po' di tempo per lo sviluppo dell'Mgcs, mentre l'esercito francese avrà probabilmente bisogno della futura soluzione di carri armati in tempi più rapidi poiché la produzione del Leclerc è cessata nel 2008 e soltanto 200 carri di questo tipo, in forza con dell'esercito francese, sono oggi in fase di aggiornamento allo standard Xlr da parte dell’azienda Nexter. La domanda che noi italiani, ufficialmente dal 2022 “osservatori del programma” è se dopo la forma del primo contratto di produzione potremo aderire al progetto, e soprattutto se ci converrà farlo oppure no dal momento che la parte tecnica sarà già definita sia dal punto di vista delle prestazioni, sia da quella dell’assegnazione del lavoro all’industria. Unica certezza, al momento, stiamo cercando di potenziare la nostra componente corazzata delle Forze Armate con i Leopard 2 in versione A8-IT.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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