HexaFly
Difesa e Aerospazio

Convegno a Pozzuoli, l'Italia guarda all'ipersonica

In occasione del Centenario dell'Arma Azzurra, è stato organizzato, presso l'Accademia Aeronautica di Pozzuoli a Napoli, il convegno dedicato al volo ipersonico. Durante il convegno è stato spiegato quali sono le tecnologie necessarie per realizzare missili e vettori ipersonici e i motivi che spingono questa ricerca in tutto il mondo

Ha avuto grande successo il convegno dedicato al volo ipersonico organizzato presso l'Accademia Aeronautica di Pozzuoli (Napoli) nell'ambito delle celebrazioni per il Centenario dell'Arma Azzurra. L'Italia, come membro dell'Agenzia Spaziale Europea, torna quindi a sperimentare il volo ad altissima velocità, più volte quella del suono, dopo essere stata pioniere di questa, ai tempi ipotetica tecnologia, negli anni Venti e Trenta con l'opera di Antonio Ferri, anch'egli ufficiale della Regia Aeronautica, poi partigiano e trasferitosi negli Usa nell'abito dell'operazione Paperclip degli alleati. Il convegno di ieri, al quale hanno partecipato relatori di alto livello, ha spiegato sia quali sono le tecnologie necessarie per realizzare missili e vettori ipersonici, sia quali sono i motivi che spingono questa ricerca in tutto il mondo. In collegamento da Houston anche l'astronauta Luca Parmitano, il quale ha dichiarato: “Sarei pronto a collaudare il primo veicolo ipersonico italiano in qualità di pilota sperimentatore, quando verrà il momento.”

Seppure oggi la ricerca sia concentrata per realizzare armi, la tecnologia ipersonica, una volta sviluppata, consentirebbe di costruire macchine volanti in grado di raggiungere da sei a dieci volte la velocità del suono, quindi capaci di coprire la distanza tra due continenti in circa due ore. Come si propone di fare il progetto HexaFly, nato nel 2005 e cofinanziato dall'Unione europea e dell'Agenzia spaziale europea (Esa). Tommaso Ghidini, capo del dipartimento di strutture dell'agenzia, ha commentato: “Dovrebbe volare da Bruxelles a Sydney in sole 3 ore e i primi test potrebbero avvenire nel periodo 2025-26. L'Italia ha già tutte le capacità e le competenze necessarie per il volo ipersonico, servono soltanto la volontà politica, la stabilità finanziaria e l'ambizione per giocare un ruolo di primo piano nell'ipervelocità.” Due dei fattori chiave per la riuscita sono il fatto di poter disporre di materiali leggeri e al tempo stesso resistenti alle altissime temperature che si raggiungono superati Mach 3, ovvero da tre volte la velocità del suono, e una grande precisione in fatto di controllo e navigazione, per la necessità di controllare e dirigere mezzi che possono coprire grandi distanze in pochissimo tempo. A oggi Stati Uniti, Russia, Cina, Unione europea e India stanno compiendo, seppure in modo differente tra loro, i primi concreti passi per riuscire nell'impresa di costruire un velivolo ipersonico.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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