Difesa comune Ue, le grandi manovre iniziano dai progetti
Pesco è la sigla che sta mostrando forse, per la prima volta, una linea unica di visione verso l'esercito unico europeo
Sono diventati 60 i progetti legati alla cooperazione europea permanente in tema di difesa (Permanent Structured Cooperation, Pesco). Il 16 novembre scorso il Consiglio di Difesa ha infatti aggiunto all'elenco dei 46 programmi già approvati una ulteriore lista di altri 14. Le nuove iniziative spaziano dal trasporto aereo strategico di grandi mezzi (Satoc), alla creazione di un veicolo di superficie semi-autonomo, ovvero che possa operare con o senza equipaggio; dai piccoli droni di nuova generazione anch'essi in grado di compiere missioni in modo autonomo anche su vaste aree fino all'estensione delle competenze e delle capacità nel settore spaziale. Francia e Italia studieranno insieme un nuovo tipo di piattaforma per l'atterraggio di droni ad ala rotante con l'idea di fornire ai rispettivi ministeri della Difesa la possibilità di lanciare, operare e recuperare rapidamente un gran numero di piccoli sistemi a pilotaggio remoto, esplorando quindi le potenzialità degli sciami di droni. Tra i programmi che si stanno rendendo necessari c'è anche un aeromobile da trasporto tattico che abbia caratteristiche tali per poter operare su piste corte e semi-preparate, tale da essere complementare all'Airbus A400M, velivolo che durante l'evacuazione dall'Afghanistan ha mostrato pregi ma anche limiti, essendo nato per scenari differenti da quelli che si stanno prevedendo per il futuro. In questo campo noi italiani siamo maestri, il nostro C-27J, nipote dell'apprezzatissimo velivolo G-222, rappresenta una base di partenza con notevole esperienza.
Francia, Grecia e Croazia vogliono aumentare le loro capacità di superiorità aerea identificando i sottosistemi che saranno integrati nelle attuali piattaforme aeree per il combattimento aria-aria. Ovviamente non è un caso, dopo la consegna ad Atene dei primi Rafale usati, e l'interesse mostrato dalla Croazia per lo stesso aeroplano, è facile pensare che Parigi voglia ampliare l'area di utilizzo dei velivoli che produce, e che quindi cerchi di usare il Pesco per aumentare le esportazioni. Ha molta importanza, tanto da essere considerata un progetto a sé stante, l'attività di integrazione di cinque aree basate sulle interazioni tra sistema di combattimento, di comunicazione, informazione e navigazione. In particolare è da sviluppare il progetto della cosiddetta area "Epc2s" che comprende la difesa missilistica antinave, le armi elettromagnetiche e quelle a energia diretta, i sistemi di combattimento portatili, la sensoristica passiva, i sistemi di comunicazione subacquei e quelli di navigazione indipendenti dalle costellazioni satellitari. Grecia, Francia e Cipro creeranno quindi un centro di simulazione per battaglie tra mezzi meccanizzati (Main battle tank simulation and testing center), per poter formare, sperimentare e validare nuove tattiche di combattimenti con carri armati, fino a standardizzare il modus operandi, proponendolo anche alla Germania. La Small Scalable Weapons (Ssw), sarà invece una nuova arma volante di piccole dimensioni e dal costo contenuto creata per essere lanciata da un solo soldato e colpire veicoli in movimento. Ci sono infine i progetti più politici, ovvero la necessità di migliorare le capacità degli eserciti nazionali nello scambiarsi informazioni in modo tale da collaborare più efficacemente, lo scambio di informazioni riguardanti dati di mappatura dei territori, la generazione di modelli per la simulazione e la previsione degli scenari di guerra, nonché l'intenzione di migliorare la formazione del personale militare in campo cibernetico. Per la costituenda Difesa europea sono piccoli passi, forse ancora troppo lenti e farraginosi, ma quantomeno concreti. Sempre che non prevalgano presto gli aspetti industriali.