Eurodrone, al via manca soltanto la firma degli spagnoli
Tra poco prenderà il via l costruzione del primo drone europeo, il cosiddetto Euromale
Entro febbraio 2022 potrebbe essere firmato il contratto per la costruzione del primo esemplare di Eurodrone, il principale programma per un sistema aereo senza equipaggio d'Europa. Il via ufficiale ai lavori sarà infatti possibile soltanto una volta che tutte e quattro le nazioni partner avranno completato i loro processi di revisione, come ha dichiarato Daniela Lohwasser, capo degli ingegneri di Eurodrone per Airbus Defence and Space, durante un briefing virtuale con i media del settore. “Abbiamo il via libera dalla Germania, dall'Italia e dalla Francia, ma siamo ancora in fase di attesa per l'assenso della Spagna, che tuttavia potrebbe arrivare ogni giorno” ha detto, “una volta che anche Madrid sarà ufficialmente a bordo del programma ci vorranno ancora un paio di mesi in più prima che sia redatta la forma finale del contratto e quindi apposte le firme dei partner industriali, ma poi anche questo progetto potrà essere realizzato da Airbus in rappresentanza di Germania e Spagna, dalla francese Dassault Aviation e dall'italiana Leonardo.”
Da quel momento le aziende coinvolte dovranno realizzare un programma in tempi stretti con la revisione preliminare del progetto (Pdr) prevista entro 18 mesi e il primo volo programmato entro i successivi cinque anni. Quello dell'Euromale (Eur-Mid Altitude Long Endurance UAV, ovvero drone da media altitudine e lunga autonomia), tuttavia non è l'unico grande contratto in sospeso del programma: Airbus deve ancora selezionare il fornitore dei motori e sta valutando le proposte di due produttori che potrebbero essere chiamati a costruire fino a 120 sistemi di propulsione.
Lohwasser ha spiegato: “Stiamo lavorando alla finalizzazione delle ultime offerte, il piano è che subito dopo la firma del contratto annunceremo il modello del motore, ma non prima di allora”. L'Eurodrone dunque avrà due motori e questa scelta, sempre secondo la manager, causerà un costo iniziale più alto di quello ipotizzato ma in seguito intervalli di manutenzione inferiori che si rifletteranno su un più longevo ciclo di vita del drone. Sulla durata della vita operativa non è possibile fare previsioni fino a quando non si sperimenta come “invecchia” il sistema utilizzandolo come le missioni operative alle quali è destinato prevedono, ma dal punto di vista occupazionale è facile pensare che il programma Eurodrone creerà circa 7.000 posti di lavoro divisi equamente tra diretti e indotto, nelle sue nazioni partner. “In Spagna e Germania Airbus prevede di assumere oltre mille nuovi lavoratori appositamente”, ha affermato la Lohwasser, che prosegue: “Il drone di media altitudine e lunga durata include i quattro partner chiave, Germania, Francia, Spagna e Italia, ma Airbus si aspetta che molte più nazioni si uniscano dopo la firma di un contratto formale. Secondo gli accordi preliminari le prime nazioni partecipanti devono ordinare un totale di 20 sistemi, ovvero almeno tre esemplari e due stazioni di terra ciascuno, il minimo necessario per garantire operazioni non-stop con un drone in volo, uno in manutenzione e uno sempre pronto al decollo. La Germania ha optato per sette sistemi, mentre l'Italia si è impegnata per cinque e Spagna e Francia acquisteranno quattro sistemi ciascuna. Airbus Germany funge da primo contraente ed è responsabile della gestione del volo e del sistema di integrazione dello spazio aereo, insieme al carrello di atterraggio e alle stazioni di controllo a terra. Nel frattempo, Airbus Spagna sta progettando e produrrà la fusoliera e la coda, il sistema di controllo per la sicurezza a terra, i sistemi di comunicazione relativi alla sicurezza, quelli tattici, provvedendo anche all'assemblaggio del motore e dei sistemi di alimentazione. Dassault Aviation è responsabile dello sviluppo del sistema di volo e atterraggio automatico, nonché dei sistemi di comunicazione di missione, di quelli per la manutenzione. Infine la nostra Leonardo progetterà e produrrà l'ala, l'impianto elettrico di bordo, il sistema aereo di missione aereo e quello di sistema armamento. L'assemblaggio finale delle parti si svolgerà a Manching, in Germania, come annunciato l'anno scorso da Airbus. Riguardo la configurazione l'Eurodrone dovrebbe essere lungo oltre 16 metri e alto quasi 6 metri e avere un'apertura alare di 30 metri. Sotto l'ala potranno essere agganciati carichi in cinque piloni (stazioni), ovvero armamenti, serbatoi di carburante aggiuntivi o vari tipi di sensori in base alle esigenze del singolo paese. “Qualunque ordigno scelgano di rendere installabile, i sistemi d'arma non fanno parte di questo sviluppo”, ha precisato la Lohwasser, “quello che stiamo facendo è costruire una piattaforma che possa essere anche armata ma che nasca per molti altri ruoli. L'Eurodrone deve anche essere progettato per l'integrazione aerea civile dei grandi droni e consentire un'ampia gamma di missioni che, grazie all'elevata affidabilità e robustezza, si possano pianificare ottimizzando la traiettoria di volo e quidi risparmiando carburante e anche le emissioni di CO2”.