Gli Usa ripensano il supercaccia aprendo alle startup
(Usaf)
Difesa e Aerospazio

Gli Usa ripensano il supercaccia aprendo alle startup

L'aviazione statunitense ripensa il progetto Ngad per includere piccole imprese innovative, mirando a flessibilità, nuove tecnologie e riduzione dei costi, integrando droni autonomi

L’aviazione degli Stati Uniti sta ripensando il suo prossimo caccia di nuova generazione. Cambia così l’approccio al progetto Ngad (Next Generation Air Dominance), e questo potrebbe aprire nuove opportunità per le piccole e medie imprese di estrazione innovativa e non favorire soltanto i grandi gruppi industriali dell’aerospazio. Naturalmente colossi come Textron, Boeing, Northrop-Grumman e Lockheed Martin potranno partecipare per la parte produttiva, ma per sviluppare le capacità di nicchia in campo cibernetico ed elettronico richieste per essere competitivi servono le nuove competenze oggi insite nelle startup e nelle piccole aziende. “I principali appaltatori principali nel mondo aerospaziale portano una vasta e unica esperienza che sarà necessaria per una nuova famiglia di sistemi Next Generation Air Dominance”, ha affermato il vice capo di stato maggiore generale Jim Slife alla Defense News Conference di Arlington, Virginia, mercoledì 4 settembre, spiegando: “Questi appaltatori principali hanno già svolto un lavoro considerevole su un futuro sistema di caccia che deve essere sfruttato, ma le capacità peculiari in cui sono specializzate le aziende più piccole saranno vitali per creare qualunque cosa diventi parte del sistema Ngad. E ci sono parti dei sistemi dell’ingegneria di missione che apriranno le porte a fornitori non tradizionali così come ai gruppi industriali maggiori.” La verità, però, è che con precisione nessuno sa quali saranno veramente gli scenari di guerra dal 2035 a 2050. La notizia è significativa poiché al contrario dei programmi europei e nippo-europei come Fcas e Gcap, che hanno visto un’accelerazione, l’Usaf all’inizio dell’estate aveva congelato Ngad dopo due anni di lavori fermando la procedura che avrebbe dovuto assegnare un contratto di sviluppo entro quest'anno. Il segretario dell’aviazione militare Frank Kendall, in un'intervista rilasciata a giugno, disse che Ngad era sulla buona strada per arrivare a costare circa tre volte uno F-35, fissando il suo prezzo potenziale a un massimo di 300 milioni di dollari per unità. Ma a quel costo, l'Usaf sarebbe stata in grado di acquistare solo una piccola flotta di Ngad, insufficienti per soddisfare le esigenze di difesa. Nella stessa intervista Kendall disse anche che la Forza armata aveva pianificato di riprogettare il sistema per ridurre i costi e poter integrare meglio e subito i droni gregari chiamati Collaborative combat aircraft (Cca). Ora l’Usaf sta quindi conducendo una revisione completa su come raggiungere e mantenere la superiorità aerea contro un importante avversario come la Cina, nazione che sta lavorando assiduamente per sviluppare un sistema simile. Ma in corsa, al di fuori della Nato ci saranno presto anche India e Corea del nord.

In particolare, Slife ha fatto notare: “Si ottengono due risposte diverse se si formula la domanda: come raggiungiamo la superiorità aerea in un ambiente conteso, oppure se ci chiediamo come costruiamo una piattaforma di caccia con equipaggio di sesta generazione. Ma da quando l'Aviazione degli Stati Uniti ha elaborato le sue idee originali per Ngad”, ha spiegato Slife, “la tecnologia è avanzata molto più rapidamente del previsto. Concetti come i droni gregari pilotati in modo autonomo sono ora quasi alla portata di tutte le forze armate del mondo; dunque, è necessario integrare tali capacità nello Ngad al meglio fin dall’inizio”. In realtà quella dei droni è soltanto una delle capacità necessarie da creare nel nuovo caccia, ce ne potranno essere ulteriori come la capacità di utilizzare armi a energia concentrata o re-indirizzare missili ipersonici. La flessibilità e la capacità di evolvere saranno quindi caratteristiche essenziali, ma per poter definire in quali direzioni concentrare gli investimenti è necessario completare un’analisi dei requisiti mai fatta prima nella storia dell’aviazione. Del resto, se un tempo contavano velocità, manovrabilità, capacità di armamento e più recentemente sistemi elettronici, nei prossimi decenni quest’ultima caratteristica, unitamente alle possibilità di comunicazione e di fare rete, è il cuore dell’intero sistema d’armamento. Rispetto a quanto accaduto con lo F-35 Lightning II di Lockheed Martin, progetto che h visto il coinvolgimento di diverse nazioni partner (l’Italia possiede lo stabilimento Leonardo per l’assemblaggio finale presso la Faco di Cameri, Novara), per lo Ngad gli Usa sono per ora tornati a un approccio nazionale, ma è facile prevedere che l’analisi dei requisiti, i costi che saranno previsti e il possibile arrivo di una nuova amministrazione alla Casa Bianca potranno cambiare le cose.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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