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Difesa e Aerospazio

La guerra dei rover controllati con i satelliti di Elon Musk

I rover Themis, droni terrestri estoni, supportano l'Ucraina contro la Russia, con controllo remoto tramite Starlink per combattimento, trasporto, ricognizione e designazione bersagli

Qualche mese fa avevamo scritto a proposito dei Themis, i rover (droni terrestri) realizzati in Estonia e impiegati – anche se principalmente per sperimentazione – dalle forze ucraine contro quelle russe in un numero mai confermato che sarebbe però limitato a una quindicina. Si tratta di mezzi armati a controllo remoto, anche via satellite, oppure dotati di un livello basico d’intelligenza artificiale che consente loro di percorrere tragitti in modo critico, ovvero potendo elaborare un percorso verso l’obbiettivo utilizzando anche le mappe satellitari e stradali. Nel giugno scorso la Milrem, che li costruisce, aveva reso noto che i Themis sarebbero stati dotati anche di un collegamento con la costellazione satellitare Starlink e questo avrebbe consentito agli utilizzatori di poterli controllare da luoghi molto distanti, anche migliaia di chilometri. Il combattimento senza rischi per l’equipaggio – che a bordo dei Themis ovviamente non c’è - non è però l’unico scopo dei rover, poiché ad oggi la variante del progetto che più interessa gli eserciti di mezzo mondo è quella per il trasporto merci. Questo significa rifornimenti di munizioni e materiali vari, anche di tipo sanitario, che in questo modo potranno raggiungere la prima linea oppure rientrare nelle retrovie senza mettere a repentaglio la vita dei conducenti. Altri casi sono quelli dell’uso dei Themis per la designazione dei bersagli, la ricognizione e l’eventuale trasporto di feriti, ma anche la loro trasformazione in piattaforme per il lancio di missili anticarro o a corto raggio. Inoltre, grazie al collegamento con Starlink, la costellazione di satelliti per servizi web gestita dalla SpaceX di Elon Musk, i centri di comando e controllo potranno far partire i carichi nei momenti più opportuni. A costruire il modulo di collegamento (datalink) è l’azienda olandese AeC Skyline; l'utilizzo del sistema satellitare Starlink richiede infatti la presenza di terminali di terra, in questo caso installati sui robot, ma molto simili a quelli che SpaceX ha iniziato a spedire a Kiev solo poche ore dopo che la Russia aveva invaso l'Ucraina nel febbraio 2022. Nella dichiarazione rilasciata da Milrem si legge: “Sfruttando la connettività satellitare, il veicolo robotico Themis può trasmettere dati senza soluzione di continuità, ricevere comandi e trasmettere informazioni vitali in diretta, indipendentemente dalla sua posizione sul campo di battaglia”. È evidente che ciò contribuisce, insieme con i droni volanti, nautici e subacquei, a rivoluzionare il modo con il quale si preparano e affrontano i combattimenti, specialmente negli attacchi a sorpresa, nella penetrazione che precede l’arrivo delle truppe e negli scontri tra mezzi meccanizzati. Non è un caso che i più moderni carri armati pesanti attualmente in fase di sviluppo prevedano l’utilizzo con controllo remoto.

Quanto al sistema di controllo, uno dei vantaggi deIla costellazione Starlink è che operando in orbita terrestre bassa, a meno di 600 chilometri dal terreno, e attraverso un alto numero di unità, presenta segnali radio di discreta intensità ed è sempre facilmente collegabile anche in caso di cattivo tempo. Inoltre, utilizzano molteplici frequenze radio nello spettro di varie bande, con possibilità di cambiarle rapidamente. I russi hanno compreso che è possibile disturbare le trasmissioni dal satellite all’utente (in gergo il Downlink), saturando di segnali l’area in prossimità del rover, ma più raramente riescono a disturbare la trasmissione terra-cielo (Uplink), e quasi mai le trasmissioni tra i satelliti e tra questi e le stazioni di terra negli Usa e in Europa (i cosiddetti Gateway), che sono i punti strategici dai quali i dati transitano dalla rete Starlink alle infrastrutture di terra del Web. Da notare è che maggiore è la frequenza radio usata, minore è la lunghezza d’onda; quindi, più piccole e leggere sono le antenne da installare. Le forze armate interessate ai rover estoni possono comunque scegliere di utilizzare reti satellitari militari protette da algoritmi e sistemi di sicurezza di altissimo livello, giocoforza più costosi di Starlink, ma l’esposizione di tecnologia che il nemico può conquistare è essa stessa un pericolo. Recuperati da unità sconfitte, anche i russi dispongono di terminali dell’azienda di Elon Musk, ed anche se questi vengono disabilitati dalla rete, l’intelligence di Mosca ne ha studiato l’architettura. Ciò significa che non si può escludere la possibilità che la tecnologia russa riesca a bloccare i Themis mediante azioni di guerra elettronica, finanche riuscendo nella codifica dei comandi per prenderne il controllo, operazione comunque possibile nel momento in cui fossero conquistati, sostituendo il sistema datalink occidentale con uno russo, tipo quello dei droni Zala. E già nello scorso mese di maggio alcuni canali Telegram russi hanno pubblicato fotografie di quello che pareva un esemplare di rover Themis gravemente danneggiato dai combattimenti. Ma alla domanda di una testa specializzata al costruttore Milrem, il portavoce dell’azienda aveva rifiutato di rilasciare dichiarazioni.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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