Incontro Baykar-Leonardo, possibile collaborazione nel settore droni
Un eventuale accordo nel settore Unmanned tra Leonardo e il costruttore turco vedrebbe nascere una sinergia in grado di fare concorrenza a Usa e Israele, nostri partner nella Difesa che potrebbero non gradire
Incontro lampo del Ceo di Leonardo Roberto Cingolani presso lo stabilimento turco di Baykar per incontrare la dirigenza e visitare le linee di produzione dei sistemi aerei a pilotaggio remoto (droni) tra i quali il Bayraktar TB2, modello ampiamente utilizzato nei conflitti in Libia, Nagorno-Karabakh e Ucraina. Secondo quanto si apprende da media internazionali, dietro questa visita ci sarebbe la possibilità di avviare una collaborazione che potrebbe vedere l’applicazione di taluni sistemi elettronici e radar di Leonardo installati sui droni turchi, ovvero creare interesse per possibili sinergie.
Nel settore “unmanned” Leonardo in Italia ha un triplice ruolo: è produttore, operatore e anche normatore (possedendo parte delle azioni del portale d-Flight destinato alla registrazione degli operatori), e nel mondo ha piazzato poco più di una cinquantina di droni Falco in diverse varianti, mentre è partner del programma per l’Eurodrone insieme con Spagna, Francia e Germania, ovvero per la creazione di un sistema in classe Male (da altitudine media e lunga autonomia), sul quale dovrebbe essere installato proprio un radar italiano, il modello Gabbiano a scansione elettronica, evidentemente nei desideri del costruttore turco. Considerando che Baykar sta acquisendo Piaggio Aerospace dopo sei anni di amministrazione controllata (si attende l’ok della Corte dei Conti e del Governo per la quota azionaria Golden Power), e che Leonardo ha bisogno di Piaggio per la manutenzione dei motori – anni fa era disposta ad acquisirla limitatamente a questa attività - è facile pensare che un accordo possa portare beneficio a entrambi i gruppi.
La guerra russo-ucraina ha ampiamente dimostrato sia l’efficacia dei sistemi aerei senza pilota per svariati compiti, sia quella di poterli dotare di sistemi elettronici avanzati che superino il concetto di velivoli comandati a distanza, evolvendo verso funzioni autonome di riconoscimento e tracciamento dei bersagli, analisi delle comunicazioni radio, nuove funzionalità di attacco e, soprattutto nel segmento di quelli di grandi dimensioni, la possibilità di eseguire rifornimento in volo automatizzato e di collaborare con velivoli pilotati in modo tradizionale per creare reti d’attacco di maggiore efficacia.
La Turchia, Paese membro della Nato, non ha mai nascosto la volontà di sviluppare una propria industria moderna nel settore unmanned e questo incontro lo dimostra, ma al tempo stesso è cliente della Russia per taluni sistemi d’arma come le batterie di missili per difesa aerea S-400. Considerando che per questo motivo Ankara era stata esclusa dal programma F-35 durante il primo mandato di Trump (anche se costruiva parte dei motori), è evidente che la Turchia ha potuto acquisire tecnologia da diverse superpotenze per poter sviluppare la propria.
Piaggio Aerospace dal 2013 ha costruito alcuni esemplari di drone in classe Male, il modello P1HH (Hammerhead), anch’esso con parte della sistemistica fornita da Selex (oggi Leonardo Sistemi), Blu (oggi controllata da Logic) e di altre aziende dell’indotto aerospaziale italiano. La conseguenza è che una futura collaborazione diretta tra Leonardo e Baykar porterebbe alla nascita di un attore che potrebbe rivoluzionare il mercato dei droni creando un’alternativa ai prodotti costruiti in Israele e negli Stati Uniti. E proprio gli Usa potrebbero non gradire un eventuale accordo italo-turco, soprattutto se portasse a un incremento del livello di sistemistica elettronica ai prodotti di Baykar venduti in numeri decisamente maggiori rispetto a quelli di Leonardo.