carri armati
(Rheinmetall)
Difesa e Aerospazio

Leonardo-Rheinmetall, che cosa prevede l’accordo per i nuovi corazzati dell’Esercito

La lettera d'intenti firmata lo scorso 3 luglio porterà il 60% del lavoro in Italia e mira alla modernizzazione della tecnologia di difesa terrestre

Nascerà una joint-venture formata al 50% da Leonardo e Rheinmetall per gestire i due importanti programmi per l’acquisizione, da parte dell’Esercito Italiano, di un nuovo carro da battaglia, definito Imbt (Carro da battaglia principale italiano), e per il cingolato da combattimento destinato alla fanteria Aics (Sistema di combattimento armato per la fanteria o anche A2cs, dalla sigla Army Armored Combat System. Il valore stimato è di 23 miliardi di euro, una cifra davvero notevole ma giustificata anche dai numeri: l’Esercito avrebbe una necessità di 132 unità del carro armato e di 140 mezzi cingolati destinati a impieghi speciali come officine, unità gettaponti e del genio, realizzati partendo dalla medesima piattaforma, quindi di ameno 570 esemplari di Lynx con la possibilità di arrivare al migliaio di mezzi in futuro.

L’annuncio, fatto il tre luglio, è avvenuto contestualmente alla firma di una lettera d’intenti (Mou) che si era resa necessaria come primo passo dopo la fine delle trattative tra Leonardo e Knds causate dall’impossibilità di trovare un accordo sulla suddivisione del lavoro e delle ricadute industriali sugli stessi programmi. Per lo Imbt il progetto prevede l’uso della piattaforma del carro Kf-51 Panther che a oggi è in corso di sviluppo da parte della casa tedesca, mentre per lo Aics si utilizzerà il progetto già affermato dello Ifv (Kf-41) Lynx, peraltro già acquisito dall’Ungheria. Viene così del tutto esclusa la possibilità che l’Italia si doti del carro Leopard II in variante A8, che si stava discutendo con Knds.

La nuova Joint Venture, che dovrà ora ricevere l’approvazione delle autorità italiane per la concorrenza, di quelle che regolano il settore Difesa e anche dalla Commissione Europea, farà da primo fornitore per entrambe le commesse e al suo interno sarà Leonardo a sviluppare e produrre i sistemi di missione, le console elettroniche nonché l’integrazione dei sistemi d’armamento come definite dalle specifiche tecniche dell’Esercito. Secondo quanto diffuso nei comunicati elle due aziende, pare che circa il 60% del lavoro sarà italiano e questo comprenderà le linee di assemblaggio, le prove di omologazione e il supporto logistico. Inoltre, la nuova entità italo-tedesca potrà occuparsi dell’esportazione dei mezzi e se e come partecipare al programma per il futuro carro armato europeo Mgcs con anche la partecipazione francese. Il prossimo obiettivo è quello di arrivare alla firma per il contratto di fornitura dei due assetti antro la fine dell’anno, mentre a medio termine c’è quello di rafforzare la cooperazione tra le aziende Leonardo e Rheinmetall, magari definendo o rinunciando alla mai ammessa volontà d’acquisizione della Iveco Defence Vehicles da parte di Leonardo nonché il ruolo del Consorzio Iveco OTO Melara. Quest’ultima soltanto a febbraio aveva accolto dalla Direzione per gli Armamenti Terrestri un’offerta per studiare la fattibilità del programma Aics insieme con un partner internazionale.

L’amministratore delegato di Rheinmetall Ag Armin Papperger ha dichiarato: “Leonardo e Rheinmetall, due principali fornitori europei di tecnologia di difesa stanno unendo le forze per realizzare progetti ambiziosi. Insieme vogliamo stabilire nuovi standard e aprire le porte a una nuova generazione di tecnologie all’avanguardia e di veicoli da combattimento europei, per questo ci rivolgiamo al mercato italiano e ad altri Paesi partner che hanno bisogno di modernizzazione nel campo dei sistemi terrestri.” Il suo omologo di Leonardo, l’ex ministro Roberto Cingolani, ha dichiarato: “La tecnologia e le sinergie industriali possibili tra Leonardo e Rheinmetall rappresentano un’opportunità unica per sviluppare carri armati da battaglia e veicoli di fanteria all’avanguardia, consideriamo questo accordo un contributo fondamentale alla creazione di uno spazio di difesa europeo”.

Carri innovativi, connessi e trasformabili in droni

Tecnicamente parlando, il Kf-51 Panther, che in parte deriva dal Leopard 2A-4, fu presentato poco più di quattro anni fa e deve la sigla alla parola Kettenfahzeug che significa “veicolo cingolato” e dal numero che indica la classe del peso del mezzo. Secondo quanto comunicato da Rheinmetall in quel momento il carro definisce nuovi livelli di prestazioni in termini di protezione, letalità, capacità di ricognizione, networking e mobilità. Il peso è dell’ordine di 59 tonnellate, l’autonomia di quasi 500 chilometri e ha un’elevata velocità di avanzamento. Il motore è uno Mtu Mb873 Ka-501 diesel a 12 cilindri da 1.500 hp; I’armamento vede l’installazione dell’innovativo cannone Fgs a anima liscia da 130 mm dotato di un sistema di gestione delle munizioni completamente automatico molto più efficace di quello degli attuali sistemi da 120 mm. A bordo c’è una mitragliatrice coassiale da 12.7 mm e la postazione per il lancio di droni o di munizioni circuitanti, nonché la possibilità di installare la stazione per il controllo remoto e per la difesa anti-droni e di prossimità, con anche il sistema di autoprotezione dotato di avanzatissime componenti attive, passive e reattive. Tra le caratteristiche dello Kf-51, il cui equipaggio è di tre soldati, c’è la possibilità che ogni membro dell’equipaggio possa svolgere le operazioni degli altri mantenendo la capacità di svolgere il proprio ruolo. Il passo successivo sarà sviluppare la funzione unmanned del carro stesso, ovvero senza più equipaggio a bordo.

Quanto al Kf-41 Lynx, si tratta di un veicolo corazzato da combattimento per il trasporto di fanteria apparso come Kf-31 nel 2016. La variante KF41 soddisfa la richiesta di mezzi corazzati con costi unitari e d’esercizio ridotti ma dotati di grande integrazione di sottosistemi. Il vano del conducente è nella parte anteriore sinistra, il motore nella parte anteriore destra, il vano combattimento al centro (se dotato di torretta) e la possibilità di installare un vano di discesa nella parte posteriore, al quale si accede tramite una rampa. La caratteristica chiave del Lynx è la possibilità di configurare in modo differente il mezzo secondo le esigenze in meno di otto ore e stando sul campo, quindi senza dover raggiungere un’officina. La trasformazione può avvenire anche ottenendo un veicolo di supporto al combattimento o antincendio, ma armato con un pezzo da 120 mm, un'ambulanza e una variante di difesa aerea. La trazione avviene grazie a un motore diesel common-rail Liebherr turbo a sei cilindri in linea accoppiato a un cambio automatico Allison X300. La potenza massima erogata varia secondo la versione dai 755 hp dello Kf-31 ai 1.140 del Kf-41. La velocità massima su strada è 70 km/h, la pendenza superabile del 60% e la capacità di traslazione laterale del 30%. Può attraversare una trincea di 2,5 m e una profondità di guado di 1,5 m. L'autonomia operativa con 900 litri di carburante diesel è di 500 km. Riguardo la protezione di bordo, l'armatura balistica in acciaio protegge da armi anticarro, munizioni di medio calibro, schegge di artiglieria e bombe. L'interno è dotato di un rivestimento anti scheggia per proteggere l'equipaggio, mentre il veicolo dispone anche di sedili disaccoppiati. protezione contro mine e di un doppio pavimento. Il sistema di riscaldamento, raffreddamento e filtraggio nucleare, biologico e chimico sono integrati. L’armamento prevede una torretta Lance con cannone automatico stabilizzato calibro 30 o 35 mm. Ciò consente al Lynx di ingaggiare bersagli lontani fino a 3.000 metri, anche in movimento. Ha un'elevazione compresa tra +45˚ e −10˚ e una cadenza di fuoco controllata di 200 colpi al minuto. C’è poi la mitragliatrice da 7,62 mm con una velocità di fuoco massima di 800 colpi al minuto. Il veicolo può anche installare un lanciamissili guidati anticarro.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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