Mar Rosso, nuovi attacchi Usa agli Houthi ed esercitazioni congiunte con l'Egitto
(US Navy)
Difesa e Aerospazio

Mar Rosso, nuovi attacchi Usa agli Houthi ed esercitazioni congiunte con l'Egitto

Cambia la strategia Usa nella Regione, tra ricerca di obiettivi nello Yemen e operazioni congiunte con l'Egitto nel Mar Rosso

Nella serata di ieri, sabato 9 novembre, gli Stati Uniti sono tornati a condurre una serie di attacchicontro tra depositi di armi dei ribelli Houthi. Secondo l'intelligence statunitense tali struttureospitavano ordigni destinati a essere utilizzati per colpire le navi nel Mar Rosso e nel Golfo diAden, con componenti provenienti dall'Iran, da sempre regime sostenitore dei ribelli yemeniti edelle azioni di risposta alla guerra di Israele a Gaza contro Hamas ed Hezbollah. A metà ottobre,dopo più di un anno di attacchi degli Houthi contro navi commerciali e militari, il Segretario allaDifesa Lloyd Austin aveva annunciato che gli Stati Uniti avevano colpito il gruppo militante usandoper la prima volta bombardieri stealth (a bassa visibilità radar) di tipo B-2, affermando di averautorizzato gli attacchi su ordine del presidente Joe Biden per “degradare ulteriormente” le capacitàdegli Houthi. Quello dei grandi bombardieri, come i B-52 appena trasferiti in Medio Oriente,ovvero aeroplani che possono trasportare un carico bellico molto più grande dei jet dacombattimento, avrebbe dovuto essere un chiaro messaggio all'Iran, con Austin che in più occasioniaveva spiegato che gli Stati Uniti possono colpire obiettivi “che i nostri avversari cercano di tenerefuori dalla portata, non importa quanto siano profondamente sepolti, rinforzati o fortificati”. Disseanche: “Continueremo a chiarire agli Houthi che ci saranno conseguenze per i loro attacchi illegali esconsiderati”. Appare quindi chiaro che da circa un anno, ovvero dall'inizio della guerra tra Israele eHamas, Washington abbia progressivamente autorizzato un rafforzamento della posizione militareUsa nella regione e che ora il coinvolgimento aumenti ancora con l'estensione del conflittoisraeliano contro Hezbollah in Libano.Al momento le forze statunitensi in questa zona di operazioni sono formate da un gruppo d'attaccocomposto da portaerei, cacciatorpediniere lanciamissili, da un gruppo anfibio con capacità di sbarcoe un'ampia gamma di velivoli multiruolo, anche se tra quelli leggeri e imbarcati la parte del leone lafanno i Boeing EA-18G Growler che operano dalla portaerei Uss Theodore Roosevelt.Intanto, nella settimana che si è appena conclusa, il cacciatorpediniere lanciamissili Uss Stockdale(in sigla Ddg 106), nave della classe Arleigh Burke e la corvetta Ens Abu Qir (F 941) di classe El-Suez della Marina militare egiziana hanno condotto un'esercitazione congiunta nel Mar Rosso cheera cominciata il 19 ottobre. Lo scopo era rendere gli egiziani in grado di operare nelle modalitàdelle forze occidentali, infatti, precedentemente all'esercitazione, durante la visita della naveStockdale al porto di Safaga, in Egitto, il comandante Lauren Johnson e il commodoro della Marinaegiziana Ramy Ahmed Ismael Mohamed, comandante della base navale del Mar Rosso, si eranoscambiati il comando delle operazioni per rafforzare l'interoperabilità tra la Marina degli Stati Unitie quella egiziana. Il comandante Johnson ha recentemente affermato: “Vedere la Stockdale e la AbuQir navigare insieme dimostra la partnership e l'impegno di Stati Uniti ed Egitto nel mantenere lalibertà di navigazione e la sicurezza dei mari. Questa esercitazione è stata una degna conclusionedel periodo trascorso in Egitto. Non vediamo l'ora di sostenere la continua relazione tra le nostrenazioni”. In mare le due unità hanno effettuato manovre ravvicinate e comunicazioni tattiche utili afar mantenere all'Egitto il ruolo di primo piano nella stabilità e nella sicurezza nella regione senzadover rallentare le operazioni della Quinta Flotta degli Stati Uniti che attualmente deve pattugliarecirca 5 milioni di km quadrati di acque tra il Golfo Persico, il Golfo dell'Oman, il Mar Rosso, partidell'Oceano Indiano e i tre punti critici della regione, ovvero lo Stretto di Hormuz, il Canale di Sueze lo Stretto di Bab al-Mandeb. La presenza militare egiziana, che nel Mar Rosso è di casa, èfondamentale per il mantenimento di un equilibrio militare nella zona, nonché per dimostrarel'atteggiamento moderato del governo del Cairo nei confronti delle nazioni vicine.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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