A Kiev i primi jet dell'occidente (ma non dagli Usa)
Mentre gli Usa negano l’invio di F-16, Kiev riceverà i Fulcrum da Polonia e Slovacchia
Prima degli F-16 americani, che Washington nega di voler dare a Kiev ma per i quali alcuni piloti istruttori sono in addestramento negli Usa presso la base aerea di Luke, in Arizona, dove stanno facendo pratica sui sistemi d'arma e sulle tattiche di combattimento di questo diffuso caccia americano, l’aviazione ucraina potrà contare su 15 unità di MiG-29 Fulcrum multiruolo entro il mese di aprile.
Si tratta di 13 velivoli ceduti dalla Slovacchia, praticamente l’intera flotta che Bratislava ha sostituito nel 2018 proprio con gli F-16, e dei primi quattro esemplari provenienti dalla Polonia. La mossa permette di limitare l’esposizione diretta nella guerra di velivoli in standard Nato, ma è anche evidente che un numero tanto limitato di velivoli non potrà costituire una risposta determinante all’andamento del conflitto.
C’è poi un altro fattore importante da considerare: questi MiG-29A, designati “AS” e ”UBS”, sono stati aggiornati fino al 2015 e se da un lato hanno a bordo sistemi di comunicazione compatibili con quelli occidentali, certamente non hanno le stesse capacità delle varianti russe più recenti, come quella che abbiamo visto abbattere il drone americano la scorsa settimana, probabilmente proveniente da un reparto dell’aviazione di marina, poiché somigliante alla variante MiG-29K.
Di fatto, il presidente polacco Andrej Duda, dopo una visita a Praga, ha dichiarato: “Stiamo inviando caccia MiG-29 in Ucraina, al momento ne abbiamo più di dieci in condizioni preservate e nei prossimi giorni cominceremo a trasferire i primi quattro Fulcrum”. La storia di questi aeroplani è lunga: si tratterebbe infatti dei medesimi aeroplani acquisiti dalla Germania Est (Ddr) nel 1988, i primi di un lotto che avrebbe dovuto essere composto da 72 esemplari che però non furono mai consegnati stante che poco più di un anno dopo cade il muro di Berlino. Così la Germania dell’est si ritrovò 24 esemplari di Fulcrum, tra i quali venti “A” e quattro addestratori “UB”. Aeroplani che dopo due decenni furono ceduti alla Polonia, che ora li sostituisce con i FA-50 di produzione sudcoreana e gli F-35. Di fatto però l’intenzione di cedere i Fulcrum di Varsavia a Kiev risale alle prime fasi della guerra, quando l’aviazione di Zelensky richiese a quella polacca l’invio di parti di ricambio per gli stessi velivoli. I punti di forza del Fulcrum in mani ucraine sta nel fatto che i piloti di Kiev hanno già familiarità con la tecnologia ex-sovietica, e soprattutto nella grande manovrabilità sempre dimostrata da questo velivolo di fine anni Ottanta. Altri MiG-29 potrebbero poi arrivare dalla Bulgaria, dalla Romania e dalla Croazia.
Se dal punto di vista dei sistemi elettronici di bordo il Fulcrum è nato con le limitazioni che l’Urss aveva negli ultimi anni della sua esistenza, a stupire il mondo dell’aviazione furono le caratteristiche di estrema manovrabilità che lo rendeva micidiale nei combattimenti ravvicinati. Un sistema elettro-ottico integrato nel casco del pilota permette di lanciare missili R-73 con molta precisione ed anche questo sistema d’arma si è rivelato altamente manovrabile tanto d‘essere il missile aria-aria più temuto. La maggiore limitazione dell’aeroplano invece riguarda la bassa capacità di carburante delle prime versioni, una cabina di pilotaggio analogica e poco integrata, quindi molto piena di interruttori, manopole e strumenti, un impianto radar limitato e poco versatile oltre gli scontri aria-aria. Rispetto allo F-16 mostra velocità di virata superiori e una super manovrabilità, ma una inferiore visibilità, poca ergonomia e una interfaccia uomo-macchina non all’altezza dei concorrenti. Insomma, in un duello aereo, la differenza non la fa soltanto il pilota.