Mirage 2000-5 all'Ucraina, Macron ipoteca il contratto per i Rafale
(Dassault)
Difesa e Aerospazio

Mirage 2000-5 all'Ucraina, Macron ipoteca il contratto per i Rafale

Parigi, terzo esportatore di armi del mondo e co-istruttore dei piloti di Zelensky, fornirà i Mirage usati a Kiev. Creando una dipendenza in vista dell'ingresso dell'Ucraina nella Nato

Vedetela dal punto di vista commerciale prima che strategico: posto che l’Ucraina dovrà presto trovare un accordo con la Russia, e che l’intenzione dell’Unione europea – ma evidentemente non della maggioranza dei suoi cittadini – è quella di farne uno Stato membro, accelerando anche l’entrata del Paese nella Nato, tutto l’impianto della Difesa nazionale di Kiev dovrà completare la trasformazione imposta dalle regole dell’Alleanza Atlantica, comunque in parte cominciata, quantomeno sul piano tecnico, per poter gestire gli armamenti occidentali forniti per sostenere il contrasto con le forze di Mosca. Ciò rende la Difesa di Kiev cliente degli Stati Uniti come di altre nazioni e tra queste c’è la Francia, primo esportatore europeo di armi e terzo al mondo dopo Usa e Cina, dopo che ha superato per quota di mercato proprio la Russia. Ma mentre per quanto riguarda fucili, munizioni e altro, ogni commessa ha una durata relativamente limitata nel tempo, quando si parla di navi, aeroplani o carri armati le cose vanno diversamente. Così la dotazione degli F-16, seppur resi disponibili da Polonia e altre nazioni che li impiegavano, perché attualmente rimpiazzati oppure in sostituzione con gli F-35, è potuta avvenire soltanto dopo l’approvazione di Washington, essendo comunque progetti militari. Oltre a fornire l’addestramento a piloti e tecnici, gli Usa dovranno provvedere alla fornitura di ricambi e tecnologia, oggi sempre più integrata tra sistemi terrestri, aerei e navali. Risultato: Kiev sarà inevitabilmente legata al mercato militare statunitense per decenni a prescindere da quali e quanti territori potrà mettere al sicuro alla fine delle ostilità. La Francia vuole fare lo stesso: dopo aver mandato equipaggiamenti di vario tipo (elmetti, giubbotti antiproiettile, tute Cbrn, sangue in polvere, missili, artiglieria, munizioni, veicoli armati e da trasporto, sistemi di comunicazione, generatori elettrici e droni), sa perfettamente che queste sono forniture destinate a essere state in gran parte distrutte o consumate nei combattimenti. Ma anche che, approfittando dei lunghi tempi di fornitura degli aeroplani F-16, ed essendo l’Aviazione di Macron fornitrice di parte dell’addestramento dei piloti ucraini, oggi fornendo i suoi Mirage 2000-5, oltre a dare una dimostrazione di vicinanza a Kiev e compiere un atto dal valore politico, potrebbe in futuro ricevere una commessa per i Rafale. Mossa che converrebbe anche a Kiev, poiché sfrutterebbe parte della formazione degli equipaggi svolta in Francia. Così è deciso: Parigi consegnerà i primi velivoli entro marzo 2025, come ha confermato l’otto ottobre scorso il ministro della Difesa Sebastien Lecornu pubblicando un post sul social X. I primi esemplari saranno Mirage 2000-5 recentemente radiati dal servizio che verranno modificati con diversi aggiornamenti ai sistemi per guerra elettronica e contromisure alle armi antiaeree, presumibilmente presso la base di Cazaux, nel sudovest della Francia, dove comunque ne volano ancora una dozzina. Questi appartengono alla medesima generazione degli F-16 olandesi, belgi, norvegesi e danesi, ovvero velivoli consegnati negli anni Ottanta e già aggiornati più volte per soddisfare le esigenze dell’Armèe de l’Air (et de l’Espace). I due velivoli che per ora costituiranno la flotta aerea ucraina hanno alcune cose in comune: entrambi sono monomotori, hanno prestazioni simili in termini di velocità (Intorno a Mach 2), entrambi sono stati aggiornati durante la loro vita operativa per estenderne le capacità di attacco al suolo. Diverse sono invece le caratteristiche di manovrabilità, dove sono superiori quelle dello F-16 a bassa quota, e differenti sono le caratteristiche dei possibili carichi bellici: il velivolo americano può sparare missili Aim-120 Amraam e Aim-9 Sidewinder, Bombe Jdam e diversi tipi di bombe guidate di precisione. In totale 7,7 tonnellate d’armamento, eventuali pod per applicazioni addestrative e speciali, e possiede un cannoncino M-61 Vulcan da 20mm. Il Mirage può utilizzare armamenti simili – missili aria-aria e antinave - ma di costruzione europea (Mbda) e con un carico massimo inferiore, 6,3 tonnellate. Ha, invece, un cannone di calibro maggiore, il Defa da 30mm. Entrambi gli aeroplani hanno una storia operativa lunga: mentre lo F-16 è utilizzato da circa 40 anni da 32 nazioni, vanta quindi un’esperienza di combattimento molto elevata; il Mirage 2000-5 è stato usato da Francia, India e Grecia, ha operato in missioni all’estero per conto di Parigi e ha comunque all’attivo diversi confronti a fuoco. E ora in Ucraina apre la strada a una fornitura utile per contribuire ad assicurare le capacità di difesa aerea di Kiev durante il periodo di pre-ingresso nell’Alleanza Atlantica.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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