Nuovi caccia russi per Tehran, possono colpire Israele
(UAC)
Difesa e Aerospazio

Nuovi caccia russi per Tehran, possono colpire Israele

Per le forze israeliane c'è un nuovo potenziale bersaglio da tenere sotto controllo in territorioiraniano. Secondo quanto riferito dalla testata tedesca Flug Revue, la Russia avrebbe consegnatoall'Aeronautica militare della Repubblica islamica (Iriaf), una prima coppia di caccia multiruoloSukhoi Su-35se (codice Nato Franker-E), nel corso di una cerimonia strettamente riservata avvenutapresso lo stabilimento di Komsomolsk-on-Amur (Knaapo), tra il 16 e il 18 novembre. L'ordine diacquisto era stato siglato nel gennaio 2022, inizialmente per 25 unità e poi esteso a 50, e il tempotrascorso per completare i primi due esemplari conferma una relativa ma costate difficoltà dimantenere i ritmi di produzione da parte della Unitited Aircraft Corporation (Uac), ovvero ilconsorzio aerospaziale russo. Peraltro, da messaggi apparsi su Telegram, pare che questi esemplaridi aeroplano appartenessero alla commessa inizialmente prevista per l'Egitto e poi annullata sottopressione statunitense tra il 2015 e il 2018, quando al Flanker-E era interessata anche l'Indonesia.La consegna non è avvenuta con un volo diretto fatto dagli stessi caccia, bensì disassemblando ivelivoli e caricandoli su un cargo Antonov An-124 dell'aviazione russa che sarebbe atterratoall’aeroporto di Mehrabad, Teheran. La nuova flotta sostituirà sia gli F-14A Tomcat risalenti aglianni Ottanta, non più in servizio da tempo per mancanza di assistenza da parte degli Usa, ed anchegli ancora più vecchi F-4E Phantom, velivoli risalenti all'epoca della guerra del Vietnam, ma distintida una robustezza e da una relativa semplicità costruttiva da essere in parte ancora volanti. A rigordi logica, i nuovi aerei saranno schierati sia presso la base militare di Isfanah (400 km circa a suddella capitale), da sempre “tana” dei Tomcat iraniani, sia presso quella di Hamadan, 300 km asudovest di Teheran.Dal punto di vista tecnico e tattico, il Su-35se è un monoposto dotato di motori a spinta vettorabile(i getti si orientano per favorire la manovrabilità estrema), e dalla notevole potenza, tanto chespingono l'aeroplano fino a Mach 2.25 (oltre il doppio della velocità del suono) e permettonol'autonomia di 3.600 km con una tangenza operativa di 18.000 metri. Tradotto, significa che separtissero da basi più a ovest di quelle indicate, potrebbero spingersi senza rifornimento in volo peralmeno 1.500-1.800 km, quindi colpire l'Arabia Saudita, buona parte dei Paesi del Golfo e arrivarefino su Israele.Il Flanker-E rispetto ai predecessori dello stesso tipo possiede strumentazione rinnovata, soprattuttoil radar, che aggancia bersagli fino a 400km di distanza. La capacità di carico è di 8 tonnellate diarmamenti di vario tipo distribuiti sui 12 piloni disponibili tra quelli sub-alari e ventrali.La domanda che sorge spontanea è quindi che cosa accadrebbe in caso di scontro diretto tra la flottaisraeliana (costituita d F-15, F-16 ed F-35), e questo velivolo, ma per comprendere la possibilesituazione è bene ricordare che molte delle capacità dei velivoli occidentali sono costituite dallapossibilità di lavorare in rete con altre risorse militari e non sono strettamente legate alleprestazioni. Ovvero, mentre lo F-35, che per caratteristiche Stealth (bassa visibilità radar) èavvantaggiato e lavora collegato a un multi-sistema, il Su-35se è un velivolo nato per la superioritàaerea e soltanto le ultime versioni sono evolute in senso informatizzato. Guardando alla velocità, ilSu-35se supera lo F-35 di quasi 800km/h, ma quest'ultimo può contare proprio sul sistema multi-dominio in grado di conoscere l'arrivo del Flanker con anticipo grazie all'integrazione con altrepiattaforme, cose che l'Iran, da solo, non riesce ancora a fare. L'esito di uno scontro sta anche nellasituazione iniziale, con il pilota dell'aeroplano americano che ha a disposizione una suitestrumentale unica. Si pensi, per esempio, alla possibilità di vedere il cielo anche osservando verso ilbasso e i lati della della cabina, grazie all'integrazione dei sensori sul casco con le videocamereesterne. Contano quindi le condizioni nelle quali i caccia nemici si affrontano, e nel caso dello F-15Strike Eagle, la cui velocità massima è addirittura di oltre 3.000 km/h, quindi superiore a quella delrusso, non altrettanto estesa è la capacità del radar inizialmente installato, lo Apg-70, che infatti èstato aggiornato proprio per poter agganciare bersagli anche a oltre 300 miglia (circa 550 km). Alcontrario, a bassa quota e bassa velocità, la manovrabilità del Flanker-E costituisce un vantaggio e apoter competere sono F-16 ed F-35. Infine contano soprattutto l'addestramento e l'allenamento deipiloti, la loro preparazione fisica e quella tecnica nel saper sfruttare appieno le prestazioni dei loroaeroplani. C'è quindi da aspettarsi da parte di Stati Uniti e Israele un controllo stretto sulloschieramento dei nuovi velivoli iraniani per evitare sortite a sorpresa e azioni che però non potrannoessere imminenti, poiché l'entrata in servizio operativo implica tempo. Da parte iraniana c'è lapossibilità che i nuovi caccia vengano occultati per essere protetti schierandoli laddove noncostituiscono una possibile minaccia diretta. Oltre a equipaggiare l'aviazione russa, oggi i Su-35sesono in servizio anche con la forza aerea della Repubblica Popolare cinese, seppure si tratti diversioni risalenti al 2017, quindi già ben conosciute dalle forze occidentali

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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