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(Ansa)
Difesa e Aerospazio

Orchestrike, il primo missile che collabora con gli altri

Come funziona l'ultimo sistema studiato da Mbda basato sul concetto di missili collaborativi; se uno viene intercettato, gli altri si scambiano bersaglio

Si chiama Orchestrike ed è il sistema di collegamento tra missili (effettori) presentato da Mbda a Parigi durante il primo giorno del Salone dell’aerospazio di Parigi che si svolge sull’aeroporto di Le Bouget. Orchestrike è la versione europea di quanto anche gli Usa starebbero sviluppando, ovvero creare un collegamento intelligente tra i missili che stanno per colpire un bersaglio.

Per comprendere come funziona bisogna immaginare una missione che veda le forze europee o Nato dover neutralizzare varie minacce come una base nemica dove ovviamente ci saranno diversi bersagli (la pista di decollo e atterraggio, il centro di comando e controllo, le riserve di carburante, eccetera), ognuno con una priorità diversa. Un gruppo di attacco costituito anche da più aeroplani lancia una serie di missili e questi durante il volo si scambiano continuamente dati attraverso una rete di data-link. Durante la traiettoria i missili possono cambiare rotta più volte per determinare la rotta di avvicinamento meno rischiosa, ma qualora una contromisura nemica ne abbattesse qualcuno, gli altri “erediterebbero” la priorità massima. A quel punto per scamparla il nemico dovrebbe riuscire ad abbatterli tutti, oppure anche soltanto l’ultimo rimasto andrà a colpire il bersaglio più importante massimizzando gli effetti dell’attacco.

In altre parole gli “effettori collaborativi” sono sistemi missilistici che mentre si avvicinano al bersaglio condividono informazioni riguardanti il campo battaglia e possono così coordinare delle azioni per colpire. In Europa Mbda è l’unica realtà in grado di costruire il sistema che probabilmente sarà anche uno di quelli che caratterizzeranno il nuovo Gcap, ovvero il sistema d’arma di sesta generazione che Italia, Regno Unito e Giappone stanno realizzando.

La dimostrazione virtuale fatta a Parigi ha mostrato proprio le tre caratteristiche principali di un gruppo di missili, magari anche del tipo planante, dotati di intelligenza artificiale Orchestrike: poter prevenire le minacce improvvise sacrificando il bersaglio meno importante, scambiare dati su quelli da colpire e riallocarli automaticamente ai missili rimasti. Si pensa quindi che questo tipo di armi potrà essere tipica di uno stormo formato da un velivolo pilotato e da una serie di droni armati che lo riconoscono come leader. Ma una volta lanciati i missili, essi stessi costituirebbero una “squadriglia” d’attacco in grado di prendere decisioni autonomamente.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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