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Difesa e Aerospazio

Via libera per il quarto sottomarino NFS della nostra Marina

Il Programma U212-NFS si amplia, a prova dell'attenzione del nostro paese sul tema della sicurezza interna ed internazionale

L'organizzazione internazionale per la cooperazione in materia di armamenti (Occar) ha esercitato l'opzione per la costruzione da parte di Fincantieri del quarto sottomarino U212-NFS (la sigla sta per Near Future Submarine, sottomarino per il prossimo futuro), destinato alla nostra Marina Militare. L'accordo è stato firmato dal direttore di Occar, Joachim Sucker e dal suo omologo della divisione navi militari di Fincantieri Dario Deste, presso lo stabilimento italiano di Muggiano (La Spezia), dove è anche stato festeggiato il taglio della prima lamiera del terzo sottomarino che sarà realizzato.

La nuova unità ha un valore di circa 500 milioni di euro incluso il supporto logistico. Con lo stesso provvedimento è stato decisa anche la costruzione e installazione a bordo di tutte le unità navali di questo tipo delle batterie al litio in sostituzione delle tradizionali.

Il Programma U212-NFS è il progetto sottomarino più innovativo intrapreso dall’Italia. La prima unità sarà consegnata entro la fine del 2027, la seconda nel 2029, la terza un anno dopo e la quarta, appunto quella sbloccata ieri, all'inizio del 2032. L'Occar garantirà, controllandolo, lo sviluppo del Programma anche portandolo all’attenzione internazionale, migliorando il suo potenziale per la cooperazione futura e aumentando la visibilità delle aziende che partecipano alla realizzazione. Il Programma per il sottomarino del prossimo futuro nasce per garantire alla Marina Militare la necessaria capacità di sorveglianza e controllo del dominio subacqueo alla luce dei futuri scenari sempre più complessi svolgendo anche compiti per la Nato e l'Unione europea, dalle missioni prettamente militari alle operazioni riguardanti la libertà di navigazione, la lotta alla pirateria, la garanzia della sicurezza delle rotte di approvvigionamento energetico, il rispetto del diritto internazionale, la lotta al terrorismo, la difesa delle frontiere esterne e la salvaguardia delle infrastrutture marittime, comprese le infrastrutture (piattaforme e cavi) offshore e sottomarine ritenute essenziali.

Partendo dalle caratteristiche del modello U212-A, gli NFS sfruttano la tecnologia d'avanguardia dei settori meccanico, energetico e soprattutto della sensoristica. Le unità includono anche un sistema di combattimento di nuova generazione con un sistema di gestione dei comandi e di controllo delle armi sviluppato da Leonardo, entrambi dotati di significativi contenuti industriali e tecnologici forniti dall’industria, dalla ricerca e sviluppo e dal mondo accademico italiani.

Una delle caratteristiche è lo scafo pressurizzato esteso riprogettato per l'installazione di console (postazioni) aggiuntive, tropicalizzazione (operabilità in acqua di mare con temperature tropicali), un nuovo sistema di monitoraggio del controllo tecnico e batterie agli ioni di litio per il sistema di propulsione elettrico. Inoltre, le unità nascono attrezzate per l'installazione e la capacità di lancio di missili da crociera a lungo raggio e di siluri pesanti tipo “National Black Shark Advanced” di Leonardo. Questi sistemi innovativi saranno adattati anche in vista del retrofit delle unità precedenti. Il Programma mira inoltre a sostenere e sviluppare ulteriormente la conoscenza industriale strategica e innovativa, nonché a consolidare la tecnologia e valorizzare la presenza di componenti tecnologicamente avanzati. A livello tecnologico è molto interessante l'innovativo sistema di accumulo d'energia mediante celle al litio che sostituirà il tradizionale sistema al piombo attualmente in uso, aumentando così l'autonomia in immersione dei battelli destinati a sostituire quelli della classe Sauro attualmente in servizio. Gli U212-NFS sono l'evoluzione dello U212-A che la Marina ha in dieci esemplari, definiti della classe Salvatore Todaro – ovvero il primo costruito porta il nome del comandate della Regia Marina celebrato nel recente film – e sono stati progettati e costruiti tra i cantieri italiani e quelli tedeschi Hdw-Kiel e Nswe-Emdem. Hanno un dislocamento in immersione di 1.830 tonnellate con una lunghezza di 55,9 metri e un diametro di sette. Possono operare fino a una profondità di 400 metri e sono spinti da un sistema elettrico-diesel che gli fa raggiungere la velocità massima in immersione di 20 nodi (37km/h) con un'autonomia massima di 420 miglia in immersione e 8.000 in superficie (770 e 15.400 km alla velocità di 15 km/h), con la possibilità di rimanere in immersione completa fino a tre settimane oppure fino a dodici qualora emerga lo snorkel (che preleva e scarica aria da e verso l'esterno). L'equipaggio arriva a una trentina di militari inclusi quattro ufficiali. L'armamento comprende sei tubi lanciasiluri da 533 mm con 12 siluri e fino a 24 mine antinave.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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