Mini satelliti e radar passivi, così Taiwan intercetta i droni cinesi
L'isola rafforza le sue capacità tecnologiche con un nuovo sistema di contromisure basato su satelliti a bassa orbita e radar passivi, in risposta alla crescente pressione militare di Pechino
Che l’obiettivo cinese sul controllo di Taiwan riguardi la volontà di Pechino di fare propria l’industria dei microprocessori più legata alle forniture occidentali è fatto noto. Ora però l’isola della “Provincia ribelle” ha deciso di usare le sue capacità non soltanto per scopi commerciali, ma anche per creare un sistema di difesa indipendente con caratteristiche tali da soddisfare esigenze particolari come quelle di un lembo di terra fin troppo vicino al suo nemico. Per questo l'esercito taiwanese sta collaudando un nuovo sistema di contromisure dedicato ai droni cinesi che sfrutta anche la copertura via satellite delle aree più estese. L’iniziativa fa parte del programma in corso per rafforzare soprattutto le infrastrutture critiche e la rete delle telecomunicazioni, in un momento nel quale gli episodi di pressione militare da parte di Pechino attorno a Taipei sono in aumento. Il numero di velivoli senza pilota che sorvolano l'interno della zona d’identificazione della difesa aerea del Paese è in costante aumento, segno che la Cina sta cercando di raccogliere il massimo volume di informazioni riguardo le difese taiwanesi e di far percepire come inevitabile la propria presenza. Nell’ultimo mese questo volume ha superato i cento oggetti volanti rilevati alla settimana, siano stati essi droni militari oppure di tipo commerciale. Se dal punto di vista delle forniture militari Taiwan dipende per la quasi totalità dagli Usa, a occuparsi della tecnologia “unmanned” è in realtà un’azienda con sede sull’isola, la Tron Future, realtà che ha supportato il governo nell'integrazione di sistemi anti-drone con i satelliti in orbita terrestre bassa (Leo) di sua proprietà tramite i suoi terminali chiamati T. Space Router, apparati costruiti per aumentare la robustezza delle comunicazioni in tempo di guerra. Si tratta di un terminale di comunicazione satellitare leggero che utilizza la tecnologia Aesa (Active Electronically Scanned Array), concepito per poter operare anche con tecnologia 5G.
Nell’ambito di un’intervista alla stampa specializzata, il dottor Yu-Jiu Wang, ricercatore e amministratore delegato di Tron Future, ha dichiarato: “Dato che i nostri sistemi anti-drone saranno in grado di connettersi con i satelliti Leo entro la fine del 2025, ogni sito d’installazione per il controllo dei droni può fungere da hub di comunicazione militare regionale con dorsale satellitare Leo e questo aiuterà a prevenire il collasso della rete di comunicazione principale in potenziali conflitti futuri”. Quanto ai satelliti, l'Agenzia spaziale di Taiwan Nspo (National Space Organization), ha lanciato un progetto sperimentale denominato Beyond 5G che mira a sviluppare due veicoli spaziali Leo ad alte prestazioni che saranno dispiegati a un'altitudine di 600 chilometri. Tron Future si occupa anche di costruzione di radar attivi e passivi per la Difesa taiwanese, nonché di sistemi per la guerra elettronica come i “jammer” in grado di contrastare i segnali di comando e controllo dei droni cinesi, anche in questo caso che siano essi di tipo militare oppure commerciale. La capacità di rilevamento dei terminali portatili è di sei chilometri per oggetti di piccolissime dimensioni che volano sull’acqua, mentre la possibilità di disturbo arriva a 4 chilometri. Particolarmente interessanti sono i radar passivi usati dal T. Space Router: a differenza di quelli tradizionali, che rilevano un oggetto grazie alla riflessione delle onde radio che trasmettono, questi non emettono segnali bensì basano i rilevamenti sulle variazioni di quelli già esistenti nell’etere quando essi vengono riflessi da oggetti in volo. Non si tratta di una nuova tecnologia, bensì di un brevetto depositato dalla statunitense Lockheed-Martin nel 1997 per il primo sistema commercializzato in ambito militare, chiamato Silent Sentry. Il vantaggio dei radar passivi sta nella difficoltà degli apparati per la guerra elettronica, normalmente dei veri e propri cacciatori di segnali, di poterli localizzare senza avvicinarsi abbastanza da vederli, ma rischiando di essere visti.
Quanto alla capillarità della nuova rete difensiva, essa sarà in grado di rilevare anche droni commerciali normalmente utilizzati dai dilettanti, seppure di dimensioni minime (circa 30-40 cm) e del peso di pochi etti. Il governo di Taiwan è quindi intenzionato a firmare un primo contratto di fornitura con Tron Future, ed anche se l’esatto importo non è ancora stato comunicato, tutto fa pensare che esso sarà di alcune decine di milioni di dollari. In un’intervista alla testata Defence News, il dottor Wang ha spiegato: “Dovranno essere installati in totale 26 set di sistemi anti-drone, con le prime 13 unità da completare entro cinque mesi dalla firma del contratto e l'intero approvvigionamento da consegnare entro dieci mesi: i sistemi saranno installati sulle isole più vicine alla Cina, dove le distanze sono ridottissime, anche due o tre chilometri, ovvero lungo quella che si può definire prima linea”.