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(Ansa)
Tecnologia

Anche Mazzoncini (A2A) tifa per il Green Deal, a spese nostre

Dopo le dichiarazioni di ieri del dg di Bankitalia, Signorini, anche l'ad di una delle principali società energetiche del paese si schiera contro il nucleare in nome dell'ambiente. Contro gli interessi e le tasche degli italiani

Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, ha dichiarato che il nucleare potrebbe ostacolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, spiegando: “Se vogliamo sviluppare le rinnovabili dobbiamo far sì che non siano disturbate e il nostro importantissimo patrimonio di centrali a gas ci fornisce l'intermittenza per lavorare con le rinnovabili”. Le centrali termiche, secondo lui, infatti "si debbono accendere e spegnere quando non ci sono le energie rinnovabili disponibili, cosa che non può fare il nucleare. Un'alternanza, quella con il ciclo combinato, fondamentale per ridurre il prezzo delle rinnovabili”.

La sparata di Mazzoncini non trova però corrispondenza nella realtà, bensì nella difesa di un sistema di tariffazione che vede per esempio la Lombardia, regno di A2A, vendere energia a caro prezzo anche se prodotta in buona parte da fonti idroelettriche gratuite, ovvero le Prealpi e la gravità. Non si capisce infatti come la possibilità di disporre di un mix di produzione energetica più ampio che includa il nucleare possa danneggiare le rinnovabili. Semmai questo potrebbe re-orientare i fondi per lo sviluppo dove in prospettiva sarebbe più facile ottenere energia a basso costo, cioè dal nucleare al posto che verso le discontinue rinnovabili. Anche perché, guarda caso, Mazzoncini dimentica che l’idroelettrico soffre se non piove – e la siccità non è finita – e che senza sole né vento c’è poca energia rinnovabile da produrre.

A fargli eco anche il direttore generale di Bankitalia Federico Signorini, che ritine corretto l’aumento del costo dell’energia per continuare il processo di conversione al green. La dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, del legame tra ideologia, finanza e transizione ecologica che tutto è tranne che sostenibile per le famiglie e le imprese, non a caso metà dell’Europa sta ricorrendo alla riapertura delle centrali a carbone. Persino l’Onu attraverso la sua Agenda 2030, dichiara politiche per facilitare l’accesso ai finanziamenti delle aziende che applicano strategie ecologiche, seppure in parte con azioni di puro maquillage, cioè green-washing. Ed è sufficiente uno sguardo alle offerte di lavoro per trovare proposte di impiego per “manager della sostenibilità aziendale” anche se si tratta di produttori di beni e servizi che di verde non possono avere alcunché.

Semmai Mazzoncini dovrebbe ammettere che la situazione attuale sia proprio figlia di una transizione energetica che così imposta, ovvero dall’alto della Commissione Ue e con pessimo tempismo, sia proprio una delle maggiori cause della crisi in atto. La sensazione è che ormai si “debba credere” per fede all’ideologia green dell’Europa Unita per dogma, sperando – come avviene da sempre – che Bruxelles possa guarire gli storici guai italiani. Anche innanzi a una realtà ormai sotto gli occhi di tutti. Il messaggio che passa dalle istituzioni bancarie è invece che sia giusto fare sacrifici e pagare per raggiungere obiettivi della transizione energetica, ignorando che i sacrifici di 250 milioni di cittadini europei nulla contano innanzi a 1,3 miliardi di indiani che se ne fregano di inquinare.

L’idea che far costare cari i carburanti fossili e l’energia serva per stimolare il passaggio alle rinnovabili è semplicemente folle, come sedersi dentro a un secchio e cercare di alzarsi in piedi sollevandolo. Al contrario, proprio da un sistema energetico nazionale più vario, che includa anche il nucleare, si potrebbe un domani scegliere verso quale direzione orientarsi. Del resto, i banchieri e gli economisti stanno alla fisica come gli stregoni alla medicina.

Ps. Ultim'ora: persino Greta Thunberg oggi si è detta favorevole all'energia nucleare. «Se ancora sono in funzione credo che sarebbe un errore spegnerle e passare al carbone». Persino la paladina del green lo ha capito. Qualcun altro no...

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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