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Tecnologia

Il medico s’incontra online, anche dopo il lockdown

Secondo il sito dottori.it entro il 2021 una visita su quattro sarà effettuata in videochiamata

Può sembrare una contraddizione, perché il medico deve auscultare, esaminare una frazione di corpo, chiedere se qui fa male e lì invece un po' meno, eppure ci sono tante visite che si risolvono in un dialogo, con quel rito rassicurante di guardarsi negli occhi, esporre il problema e ascoltare una possibile, motivata soluzione. Formula che il digitale non spezza, anzi rende più semplice, accessibile, quasi immediata, incastrabile in mille impegni. Nostri e dello specialista che intendiamo consultare.

Complice il lockdown, gli obblighi del distanziamento sociale, le comprensibili reticenze a visitare un luogo con altri pazienti, magari ammalati, il videoconsulto da eresia, ipotesi estrema, è diventato molto gettonato in Italia. Al punto che dottori.it, uno dei siti di riferimento in Italia per trovare uno specialista (anche in base al disturbo che si accusa) e prenotarlo online, stima che «entro il 2021 una visita su quattro sarà effettuata attraverso questa modalità». Dunque guardando la webcam di un computer o la fotocamera di un telefonino.

A dirlo a Panorama.it è Angela Maria Avino, amministratore delegato di dottori.it. Che spiega: «Il 2020 ha determinato il successo della telemedicina. Durante il lockdown, infatti, abbiamo scoperto tra le altre cose un modo diverso di partecipare alle visite specialistiche, una formula che è piaciuta sia ai medici che agli utenti».

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Come per la scuola a distanza e per lo smart working, l'emergenza ha dettato l'obbligo di arrangiarsi, di provvedere, in fretta, nella maniera più efficace possibile. Ecco allora il dermatologo su Skype, lo psicologo su Google Meet, il nutrizionista su Zoom, il pediatra su WhatsApp. Una selva in cui era possibile perdersi, o almeno smarrirsi qualche pezzo. Incluso per gli specialisti, che magari davano un appuntamento su Telegram e ne avevano già uno fissato su Facetime.

La novità di dottori.it è che tutto avviene all'interno della piattaforma. Il servizio è stato appena lanciato: «I partecipanti alla chiamata non dovranno più appoggiarsi ad un provider esterno per entrare nella stanza virtuale, ciò garantisce agli utenti un'esperienza migliore e più completa all'interno della stessa piattaforma e ai medici di gestire con un unico provider agenda, visite, documenti, pagamenti e privacy» commenta Avino. Proprio quest'ultimo aspetto è di particolare importanza: «Possiamo garantire la totale protezione e sicurezza dei dati. Le visite, così come lo scambio di messaggi in chat, documenti e referti infatti non vengono né registrate né salvate in alcun archivio». Già, perché prima la cartella medica o l'esame radiologico poteva finire tra le foto e le vignette stupide scambiate in chat, non proprio il massimo.

L'obiettivo è rendere lo studio medico completamente digitale, far assomigliare l'esperienza immateriale sempre più a quella reale. «Una volta prenotata la visita in telemedicina, l'utente vede partire un countdown sui dispositivi da cui usa il portale che termina dieci minuti prima dell'appuntamento, quando lo studio medico virtuale apre le sue porte e medico e paziente potranno farvi accesso». Da due luoghi differenti, ma con la sensazione di essere nello stesso posto.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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