Motorola Razr X, il ritorno di un’icona in versione pieghevole
(credit Sarang Sheth)
Tecnologia

Motorola Razr X, il ritorno di un’icona in versione pieghevole

L’azienda pronta a sfidare Samsung e Huawei con un modello dotato di schermo flessibile che riporta in voga uno dei telefoni più venduti della storia

Come per i grandi remake cinematografici, c’è grande attesa attorno alle mosse di Motorola, pronta a rispolverare il Razr V3 in versione moderna. Il telefono cellulare che nel 2004 sorprese tutti per (l’allora) record di sottigliezza - il team di sviluppo riuscì ad arrivare a 13,9 millimetri invece dei 10 mm desiderati dall’azienda - e superò presto il successo dello storico Startac, firmato dalla stessa società statunitense, vendendo più di 130 milioni di pezzi. Il particolare design fu l’elemento predominante per il ritorno in auge di Motorola dopo che N tra la fine degli anni Novanta e i primi del nuovo millennio c’era stato il dominio di Nokia, e l’apertura a conchiglia vuole tornare a essere il marchio di fabbrica del primo smartphone pieghevole realizzato dalla società fondata nel 1928 a Schaumburg, nell’area di Chicago (con la denominazione Motorola arrivata nel 1947 a rimpiazzare la Galvin Manufacturing Corporation).

Sarà presentato il 13 novembre

In ritardo sulla tabella di marcia che puntava al lancio durante l’estate appena trascorsa, Motorola arriva dopo le proposte con display flessibili di Samsung e Huawei, i cui problemi e rinvii hanno consentito ad altri di guadagnare il tempo necessario per salire sul primo treno di un comparto che promette una nuova rivoluzione del mercato mobile. La presentazione del Motorola Razr X avverrà il 13 novembre a Los Angeles, e la certezza arriva dalla stessa azienda dopo l’invio degli inviti alla stampa americana in cui annuncia “l’anticipazione di un’icona reinventa”, arricchita dall’immagine di uno smartphone che si piega e il motto “un originale diverso dagli altri”. A differenza di Galaxy Fold e Mate X, il pieghevole di Motorola sarà caratterizzato dal classico “flip” di apertura, con tanto di bordo inferiore in evidenza proprio per miscelare l’inconfondibile stile del passato e il nuovo che avanza.

Costerà meno degli altri

Per quanto debbano essere prese con le pinze in attesa di conferme ufficiali, secondo i leak che girano in rete il Razr flessibile da chiuso dovrebbe somigliare a un quadrato, per poi offrire uno schermo da 6,2’’ una volta aperto, con il processore Qualcomm Snapdragon 710, RAM da 4/6 GB, memoria interna da 128 GB e batteria da 2730 mAh a completare il profilo. Le specifiche, in particolare per chip, spazio di archiviazione e autonomia lasciano qualche dubbio anche perché, come rivelato dal Wall Street Journal, il primo Motorola pieghevole sarà in vendita a un prezzo non inferiore a 1.500 dollari (comunque meno delle due opzioni asiatiche, anche considerando il consueto incremento per il mercato italiano dovuto alle tasse, perché Samsung parte da 2.050 euro e Huawei da 2.299 euro).  

Niente operazione nostalgia

Presidiare fin dall’avvio l’ultima frontiera del mercato smartphone è un obiettivo primario per Lenovo (che nel 2014 ha acquisito la divisione mobile di Motorola da Google per 2,9 miliardi di dollari), leader tra i notebook e protagonista nel crescente ramo dei convertibili laptop-tablet. Nel corso della primavera scorsa, i cinesi hanno svelato il primo computer ThinkPad X1 con schermo flessibile che arriverà nel 2020, quindi dopo il Razr X che dovrebbe essere disponibile durante le prossime festività natalizie. Guardando al tipo di progetto e di investimento, il piano non può certo essere paragonato all’operazione nostalgia realizzata da Nokia con il 3310 (altro storico cellulare campione di vendite), che nel complesso si è comunque rivelata vincente per il rilancio e l’immagine del marchio finlandese. L’intento con lo smartphone pieghevole è però ben differente, perché si tratta di fornire una alternativa offrendo ai consumatori innovazioni per dimostrare che tutti i big del settore dovranno tornare a fare i conti con Motorola (e Lenovo).

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Alessio Caprodossi