Intelligenza artificiale
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Tecnologia

Ora l'IA si replica da sola: il primo caso in Cina

Un esperimento condotto dalla Fudan University ha messo in luce un aspetto tanto affascinante quanto inquietante dell’Intelligenza Artificiale: la sua capacita di autoreplicarsi all’infinito. Una serie di dubbi, incertezze e timori sui possibili risvolti futuri di questa tecnologia

Può capitare, in un mondo tecnologicamente avanzato come il nostro, che un bel giorno in Cina due sistemi d’intelligenza artificiale riescano ad autoreplicarsi, creando un vero e proprio clone di se stesse.

Un po' come accadde nel 1996 alla famosa pecora Dolly, con la differenza che l’ovino poté replicarsi grazie al lavoro degli scienziati che lavorarono al progetto della clonazione. I due sistemi IA, invece, si sono replicati da soli, con delle semplici indicazioni impartite dagli studiosi.

In particolare, uno studio effettuato dalla Fudan University di Shanghai ha scoperto che due sistemi d’IA, uno di Meta e l’altro di Alibaba, in ben dieci test sono riusciti ad autoreplicarsi in maniera quasi del tutto autonoma.

Questo risultato, certamente inatteso e per alcuni versi inquietante, se da un lato apre nuovi scenari sullo sviluppo delle potenzialità dell’Intelligenza artificiale e sull’impatto che essa può avere positivamente nella vita di tutti i giorni, dall’altro pone una serie di dubbi e preoccupazioni.

Il timore maggiore è quello per cui questo avvenimento possa rappresentare il primo superamento di quella linea invalicabile, cioè quella soglia massima oltre la quale le macchine non dovrebbero mai andare oltre, soprattutto per le conseguenze negative che potrebbero verificarsi.

Infatti la possibilità che da una singola Intelligenza Artificiale se ne possano creare infinite, attraverso autoclonazione, è uno scenario molto poco rassicurante, alla luce delle capacità che sono state rilevate, secondo quanto dichiarato da Xudong Pan, Jiarun Dai, Yihe Fan e Min Yang della Fudan University, durante questo esperimento: la capacità di creare una catena infinita di repliche e la capacità di replicarsi prima che l’IA originale cessi di funzionare.

Infondo, da quando il cinema ha messo in mostra scenari futuristici in cui le macchine prendevano il sopravvento sugli uomini, questa possibilità è sempre stata vista come remota e fantascientifica.

Ma se una macchina riesce a replicare autonomamente il proprio “codice genetico”, creando delle copie identiche di se stessa senza che ci sia un input impartito dall’uomo, la situazione non è più tanto rassicurante.

Certo, non bisogna neanche cadere in facili allarmismi. Anzi, il fatto che questa capacità dell’IA sia stata scoperta ci consente di poter studiare il metodo per poterla arginare e impedire eventuali effetti dannosi derivanti da essa.

Tuttavia è opportuno mantenere alta l’attenzione, considerando la velocità alla quale il progresso tecnologico e l’ampliamento delle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale avvengono oggigiorno.

Un modo per scongiurare futuri effetti dannosi derivanti da una perdita di controllo dell’IA potrebbe essere rappresentato da una collaborazione di tutte le potenze mondiali, in modo da istituire un protocollo e delle linee guida comuni da adoperare in caso di necessità.

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Pietro Minervini