Ray-Ban Stories, i primi occhiali in collaborazione con Facebook
Facebook, il social media fondato nel 2004 da Mark Zuckerberg, stabilisce un accordo pluriennale con il marchio di occhiali di design Ray-Ban del gruppo EssilorLuxottica, protagonista indiscusso nell'occhialeria iconica sin dagli anni Cinquanta.
Insieme a Zuckerberg, Rocco Basilico, chief wearables officer di EssilorLuxottica, lancia i nuovi smart glasses di ultima generazione che introducono una concezione completamente nuova della fotografia, della condivisione e dell'ascolto, dotati di super tecnologia integrata, del processore Snapdragon, di una dual camera da 5 MP per foto e video, auricolari open-ear e un sistema audio composto da tre microfoni per riprodurre suoni e voce in alta qualità durante le telefonate e i video.
I nuovi occhiali «Ray-Ban Stories» sono già prodotti in diverse varianti di montatura, fra cui i leggendari Wayfarer o i Ray-Ban Round e Meteor, coadiuvati da vari tipi di lenti, secondo necessità, da sole, da vista, polarizzate, sfumate, Transitions e neutre.
L'app integrativa Facebook View, in quattro lingue differenti al momento (inglese, italiano, francese e spagnolo), serve ad importare, modificare e condividere in modo semplice i contenuti acquisiti con gli smart glasses, compreso il caricamento sui social media sullo smartphone, Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger, Twitter, TikTok, Snapchat, ad esempio, cui si può aggiungere titoli animati, musica o animazioni speciali.
Ray-Ban e Facebook hanno lavorato insieme all'ideazione del design finale dell'occhiale high tech per integrare perfettamente la tecnologia intelligente nel design distintivo, senza alterare l'immagine estetica ed anche il peso, reingegnerizzando tutti i componenti, in modo che tutto - due fotocamere, una serie di micro-altoparlanti, i tre microfoni, il processore Snapdragon ottimizzato, un touchpad capacitivo, una batteria e altro ancora - entrasse nel minor spazio possibile e creasse una montatura più leggera possibile.
Le foto e i video presi con i Ray-Ban Stories resistono a molti movimenti, dalla rotazione della testa per osservare una scena, alla velocità di ripresa, fino alla stabilizzazione dell'inquadratura e alla riduzione del suono inutile.
Le cerniere delle aste sono usate anche per l'aggancio alla custodia di ricarica oltre a essere contenitore del touchpad integrato, che permette di regolare il volume, mettere in pausa, giocare e altro ancora, mentre al comando vocale "Hey Facebook" si scatta direttamente una foto e l'occhiale da solo fa il resto.
Per adesso, il prodotto non è progettato per resistere a spruzzi d'acqua, immersione o esposizione prolungata all'acqua o ad altri liquidi.
La batteria, con un uso moderato (inteso un'ora di audio, 30 minuti di chiamate, 10 foto e 10 video con la Wakeword accesa), dura fino a 6 ore. Per la ricarica al 100% è previsto un tempo di 70 minuti nella custodia; quella rapida al 50% richiede solamente 30 minuti. Una custodia completamente carica permette all'utente di caricare gli occhiali per 3 volte di seguito.
Come nuovo dispositivo, il problema della privacy diventa materia di dibattito, e ad oggi, l'occhiale avvisa l'ambiente esterno nel suo utilizzo tramite un pulsante di accensione, che consente di spegnere fotocamere e microfono in ogni momento, coadiuvato da un LED che emette una luce bianca ogni volta che viene scattata una foto o registrato un video di 30 secondi, per avvisare le persone nelle vicinanze.
L'uso di Facebook Assistant per i comandi vocali è totalmente opzionale e il fruitore può usare la nuova tecnologia senza il disturbo di inserzioni pubblicitarie.
Foto e video stessi sono criptati e il paio di occhiali può essere abbinato a un solo account alla volta, quindi in caso di smarrimento e se qualcuno cerca di abbinarli a un nuovo telefono e account, Facebook cancella tutti i dati e i media lasciati sugli occhiali.
La strada intrapresa dai «Ray-Ban Stories» procede spedita verso la realtà virtuale e aumentata, prossima piattaforma informatica che pone le persone in modo attivo al centro di essa, trascendendo la distanza fisica, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi.
Gli occhiali intelligenti trasformeranno il modo in cui ci si connette, si telefona e si interagisce con gli altri e con il mondo intorno, immergendosi ancora di più nella realtà del momento.
Orgogliosi in casa Ray-Ban naturalmente di essere i pionieri del progetto:
«Aver dato vita a Ray-Ban Stories insieme al partner Facebook» afferma Rocco Basilico «rappresenta una prima svolta che permette a moda e tecnologia di avanzare di pari passo, unendo le eccellenti lavorazioni artigianali alla possibilità di restare connessi, ripensando agli oggetti e agli accessori in termini di tecnologia wearable, da indossare».
Risponde Andrew Bosworth, vice presidente di Facebook Reality Labs: «Ray-Ban Stories nasce per aiutare le persone a vivere ogni momento rimanendo in contatto sia con chi le accompagna, sia con chi è distante. Gli smart glasses creati con EssilorLuxottica sono eleganti e performanti e permettono di rimanere interagire con il mondo senza rinunciare allo stile, catturando i preziosi attimi in tempo reale da una prospettiva unica: la propria».
Sono usciti in questi giorni nei negozi Ray-Ban selezionati e sul sito Ray-Ban.com i primi modelli Ray-Ban Stories partendo da paesi come USA, Regno Unito, Italia, Australia, Irlanda e Canada, e già si stanno aggiungendo alcuni punti vendita tra cui SunglassHut, LensCrafters, OPSM, David Clulow e Salmoiraghi & Viganò e altri selezionati, a livello internazionale.
Si parte da 329€ per il modello base, si sale a 359€ con le lenti polarizzate, arrivando oltre i 400€ per le varianti fotocromatiche e graduate.
Per ora, gli occhiali sono offerti in cinque colori diversi (Shiny Black, Black Matte, Shiny Blue, Shiny Olive, Shiny Brown) e con sei tipi di lenti fra cui scegliere.
La cura del prodotto richiede le norme comuni dell'attenzione verso un occhiale, buona manualità senza urti e piegamenti, e maneggiare con cura la tecnologia elettronica, evitando di far cadere, colpire o scuotere eccessivamente il prodotto, da non usare in caso di danneggiamento o manomissione.
Anche la pulizia prevede il classico panno per occhiali, al massimo inumidito con sapone neutro, evitando solventi ed alcool.
E le due aziende consigliano l'utilizzo a partire dai 13 anni di età e non prima.
Smart Glasses, forse questa è la volta buona
Se ne parla da tempo e a ogni novità di rilievo, presi dall'entusiasmo, affermiamo "finalmente è l'ora degli smart glasses" ma poi non succede nulla o quasi. D'altra parte, gli "occhiali intelligenti" hanno una data di nascita ormai lontana, il progetto dei Google Glass risale addirittura al 2013 e all'epoca fu un flop.
Nonostante molti dispositivi siano già sul mercato, questa innovazione è rimasta confinata in una nicchia. Fino a oggi, fino all'annuncio di Facebook e Luxottica e alla presentazione dei Ray-Ban Stories. Tre nomi pesanti che lasciano presagire l'avvio "ufficiale" degli smart glasses per tutti.
Gli occhiali nati dalla collaborazione di due giganti, uno del web l'altro nell'industria dell'eyewear sono una sufficiente garanzia che il mercato è pronto ad accogliere questa tipologia di prodotto. Molti addetti ai lavori sono d'accordo nel ritenere che gli smart glasses siano il prossimo "next big thing", l'oggetto tecnologico più significativo del prossimo decennio.
È infatti piuttosto probabile che questi dispositivi avranno un impatto simile a quello avuto dagli smart phone. Le ragioni che corroborano questa tesi sono diverse. Il primo elemento è la necessità da parte dell'industria di "trovare" un nuovo prodotto da spingere perché i dispositivi attualmente negli scaffali mostrano segni evidenti di saturazione.
La seconda ragione è che gli smart glasses consentono agli individui di gestire meglio gli input digitali, soprattutto in previsione del boom che avrà la realtà aumentata. In terzo luogo la tecnologia necessita urgentemente di un cambio di paradigma, quello che permetterà all'uomo di tornare a guardare la realtà.
Gli smartphone hanno costretto gli individui a ignorare sempre di più la realtà che li circonda, confinando le persone ai contenuti, spesso artefatti, proposti dai cellulari. Rialzare lo sguardo in armonia con la tecnologia può essere la chiave del successo di questi dispositivi.
Intanto a segnare una pietra miliare per l'intero settore sono proprio i Ray-Ban Stories che hanno alcuni indubbi plus. La tecnologia è infatti integrata in un oggetto iconico, con un look attento alla moda, sono semplici da usare e hanno un costo piuttosto abbordabile. Non sono tra i dispositivi più evoluti del mercato, va detto, ma proprio per questo possono incontrare più facilmente il favore di un pubblico vasto ed eterogeneo.
Gli occhiali di Facebook e Luxottica faranno quindi da apripista, svolgeranno un ruolo educativo insegnando alle persone a prendere confidenza con un oggetto che diventerà presto di uso comune. A crederci sono diverse aziende big del settore, gli occhiali di Apple arriveranno l'anno prossimo, ma anche gli analisti che prevedono che questo settore varrà 7,5 miliardi di dollari entro il 2028.
Non verremo smentiti dai fatti, questa volta possiamo dire che l'era degli smart glasses per tutti è davvero iniziata.
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