Social media, come cambierà X con il ritorno di Trump
Il ritorno alla Casa Bianca di Donald è una vittoria per Elon Musk, pronto a riscuotere crediti per il suo appoggio al nuovo presidente. Inclusa la gestione e la trasformazione della sua piattaforma
Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca è destinato a generare profondi cambiamenti per gli Stati Uniti: dalla politica estera alle riforme interne, dal sostegno all’industria nazionale alla gestione dei media, molti ambiti sembrano prossimi a radicali trasformazioni. Inclusi i social media. In tal senso è difficile individuare qualcuno più contento di Elon Musk della rielezione di Trump. Il patron di Starlink, Tesla, SpaceX e X — solo per citare le aziende più popolari — è stato un alleato prezioso per il nuovo presidente. Non solo per i circa 200 milioni di dollari investiti nella campagna elettorale, ma anche e soprattutto per il sostegno a tutto campo dimostrato in maniera costante nella vita reale e in quella virtuale, ripagato con la nomina a capo del nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa.
A differenza degli altri social media, più popolati e redditizi del suo, X è l’unico in simbiosi con il suo proprietario. Perché dopo l’acquisizione per 44 miliardi di dollari di Twitter, con il cambio di nome, le spunte blu a pagamento e la libertà di espressione elevata a primo comandamento, X è diventato Musk. La distanza con Facebook-Instagram e l’atteggiamento di Mark Zuckerberg è siderale: il capo di Meta non si fa vedere se non per annunciare novità di prodotto, non fomenta il dibattito e rifugge la polarizzazione, tanto da dichiarare apertamente di essere contrario alla politica sui social. Dall’altra parte Musk posta decine di tweet al giorno, suscita entusiasmo e indignazione (a seconda del punto di vista), chiama a raccolta i follower, pubblica sondaggi per fortificare la sua posizione. Un modo di fare che ha cambiato X, dove il confine tra libertà di parola e disinformazione (che c’era anche prima di lui, ma all’epoca c’era pure un team dedicato alla moderazione, licenziato in tronco all’arrivo di Musk) è così labile da esser spesso distrutto, primo fra tutti dallo stesso Musk. Un esempio? Lo scorso 12 novembre l’imprenditore sudafricano ha ripreso un messaggio di un utente che diceva come in cima alla categoria news dell’App Store in Italia ci fosse X; nel repost, però, non ha specificato la categoria sostenendo che X era l’app numero uno in assoluto. Superficiale o distratto? Più semplicemente furbo.
L’astuzia combinata alla lungimiranza sono due degli elementi che hanno consentito a Musk di farsi largo e conquistare la vetta della classifica degli uomini più ricchi del mondo, primato che spesso ha diviso con Jeff Bezos in una rivincita della sfida spaziale tra SpaceX e Blue Origin. Il sostegno a Trump nella corsa al comando di Washington può essere una scelta dovuta alla condivisione di valori, oppure una visione opportunistica legata alle sorti dei suoi asset. Mettendo da parte gli altri per concentrarsi su X (che è tra i meno redditizi ma il più rilevante a livello comunicativo), con l’insediamento di Trump, Musk potrà rafforzare in maniera più netta e rapida la piattaforma all’insegna del libero pensiero, facendo emergere X come un serbatoio ideale per la propaganda e la diffusione di una determinata visione del mondo.
La vicinanza con il futuro governo gli permetterà di gestire X come desidera, indicando probabilmente una traiettoria a supporto delle scelte dell’amico presidente. Del resto sul piatto non c’è il futuro o la sostenibilità finanziaria di X, ma le agevolazioni per le altre compagnie, una priorità per Musk. Da una parte ci sono i crediti di imposta sull’acquisto dei veicoli elettrici, di cui Tesla fa incetta da anni rimediando alla ridotta produzione di auto green da parte degli altri produttori; dall’altra i contratti miliardari di SpaceX, che si merita per l’innovazione che sta apportando con i razzi riutilizzabili. Al di là delle novità in termini di funzionalità e servizi, comunque necessari per tenere alto l’interesse, X sarà ancor più di quanto lo sia già ora il gioco preferito di Elon Musk, una sorta di diario personale in cui annotare pensieri, progetti e volontà. Che invece di restare segreti, continueranno a essere letti dagli oltre 204 milioni di follower che seguono l’account del proprietario di X, oltre ad infuocare il dibattito politico dentro e fuori gli Stati Uniti.