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Social network

Disastro X, il social media di Elon Musk ha perso l’80% del suo valore

Cifre in discesa, utenti in fuga e inserzionisti sfiduciati: storia del flop che in due anni ha trasformato l’anima dell’ex Twitter

Sprofondo X. C’era una volta Twitter, e adesso non c’è più, nel nome e quasi pure nei fatti. A decretarlo sono i numeri, che descrivono una situazione molto grave, con un crollo verticale negli ultimi due anni, da quando il controllo della piattaforma è passato nelle mani di Elon Musk. Il dato che sintetizza lo stato attuale di X è il suo valore, ridotto a 9,4 miliardi di dollari, cioè quasi l’80% in meno rispetto ai 44 miliardi pagati dallo stesso Musk per essere a capo della società ereditata dal fondatore di Twitter, Jack Dorsey. A rivelarlo sono stati i dati finanziari di Fidelity, società di investimenti che ha scommesso sulla piattaforma prima dell’arrivo di Musk, salvo rimediare poi una svalutazione della sua partecipazione da 19,66 miliardi di dollari a 4,19 miliardi.

Cifre che certificano la significativa riduzione del patrimonio netto della società. La tendenza verso il basso non è stata improvvisa ma costante dopo il passaggio di testimone alla guida della compagnia, trasformata anche nominalmente da Twitter, Inc. in X Corp. La continue trasformazioni che hanno favorito l’impennata dei bot, la spunta blu a pagamento e l’ulteriore diffusione di disinformazione hanno cancellato l’anima del vecchio social media, il preferito dai vip e il più utilizzato per le breaking news. Modifiche radicali che non sono piaciute agli utenti e nemmeno agli inserzionisti.

Parte dei primi sono emigrati altrove o comunque hanno gradualmente iniziato a utilizzare sempre meno X, i secondi hanno capito, numeri alla mano, che era meglio puntare su altri mezzi e social media per trovare un seguito, creare una community e convertire gli investimenti in acquisti. A peggiorare la situazione è stato lo stesso Musk con il suo account seguito da 200 milioni di follower, che ha inventato sondaggi su misura e spalleggiato il partito repubblicano in vista delle elezioni statunitensi di novembre, provocando le prevedibili proteste dei democratici.

Come una nave alla deriva, X continua a muoversi verso una rotta sconosciuta, ancora lontana dalla super app promessa da Musk, tanto che stando al Washington Post gli otto principali investitori hanno perso nel complesso 24 miliardi di dollari nel giro degli ultimi due anni, mentre le scelte del capo hanno allontanato nomi altisonanti e facoltosi, come Apple, Oracle e Disney. E il futuro a breve termine non disegna prospettive migliori, perché un sondaggio di Kantar ha rivelato che il 26% degli attuali inserzionisti avrebbe intenzione di ridurre gli investimenti pubblicitari nel 2025, mentre appena il 4% del campione ha fiducia nel brand X.

Anche lato utenti non arrivano buone notizie perché, se a livello complessivo il numero di chi si collega ogni mese è salito nel secondo trimestre del 2024 a 570 milioni di utenti (+6% rispetto allo stesso periodo del 2023), negli Stati Uniti l’accesso via app iOS e Android ha registrato 73 milioni di collegamenti mensili, con un calo del 20% rispetto all’ottobre 2022, quando è iniziata l’era Musk. Servirebbero soluzioni per cambiare la percezione di X e allentare la polarizzazione del dibattito (che su X stravolge qualsiasi tema e settore, allontanando chi vorrebbe intervenire per chiarire e costruire un legame con gli altri), ma dopo due anni di tentativi Musk non sembra abbia ancora capito quale sia la ricetta giusta per invertire la rotta.

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Alessio Caprodossi