Elezioni 2022: alla conquista del voto sui social
L'appuntamento con le politiche del 25 settembre ha accelerato l'attività dei partiti e dei leader politici: spregiudicati su Facebook, più attenti su Instagram e quasi tutti assenti su TikTok
Pubblicazioni a ritmo serrato, ora più che mai. La crisi di governo e le elezioni politiche in programma il prossimo 25 settembre hanno rimesso in moto i team social dei partiti e dei vari leader, agguerriti come e più di prima per conquistare il gradimento e accalappiare voti anche via social. Per quanto a differenza di altri paesi in cui il dominio è meno netto, il pubblico italiano (45,4 anni l'età media dal Censimento Istat 2020) predilige ancora la televisione per informarsi sulle vicende politiche, lasciando i social in secondo piano. Tuttavia è ormai evidente come pure le piattaforme digitali siano terreno fertile per aumentare il bacino di elettori, in particolare per interagire con target di pubblico altrimenti impossibili da raggiungere con i mezzi di comunicazione tradizionali.
Analizzando i profili dei partiti e degli esponenti principali su Facebook e Instagram emerge un dato generale e incontrovertibile, per quanto non sorprendente. Che siano di destra, sinistra o centro, il tratto distintivo dei partiti è spingere gli utenti al voto denigrando l'avversario. Al di là di rare eccezioni, non ci sono proposte reali e ci si limita a persuadere gli utenti con lo spauracchio dell'altro: per la serie vota noi che siamo meno peggio di loro. Il linguaggio sintetico dei social media, espresso perlopiù in slogan a corredo di immagini di forte impatto, non favorisce l'argomentazione e i testi lunghi per entrare nei dettagli delle idee richiedono diversi minuti di attenzione, finendo così per esser bypassati su piattaforme dove comanda la velocità (pensate alla quantità di commenti a notizie che, titolo a parte, non vengono lette). A pesare sulla ripetitività degli schemi comunicativi è anche il poco tempo che separa dal voto, fattore che blocca qualsiasi potenziale tentativo di approfondimento, favorendo invece una sempre più marcata polarizzazione.
Su Facebook, tra i partiti è il Movimento 5 Stelle a contare sulla più ampia base di seguaci, pari a 1,5 milioni, con la Lega che segue grazie a 1,1 milioni di followers. A distanza ci sono Fratelli d'Italia (434mila), Partito Democratico (394mila) e Forza Italia (233mila utenti). Analizzando l'attività quotidiana, Lega e M5S sono le pagine che pubblicano il maggior numero di post, superando quota 10 quasi ogni giorno. In scia ai battistrada ci sono Fratelli d'Italia e Partito Democratico, che condividono di solito da 7 a 9 post giornalieri, mentre si ferma di norma a 5 pubblicazioni al dì Forza Italia. Va da sé che ogni partito tende a insistere sui rispettivi valori in relazione ai temi politici e sociali di stretta attualità (negli ultimi giorni, per esempio, al centro della scena c'è stata l'uccisione dell'ambulante Alika Ogorchuwku per mano di Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo a Civitanova Marche), oltre alle consuete frecciate indirizzate ai rivali.
Analizzando i leader, invece, i numeri premiano Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Il primo è l'unico a superare i 5 milioni di followers, con l'ex presidente del consiglio che ne conta circa 500mila in meno. A chiudere il podio è Giorgia Meloni, a quota 2,3 milioni di seguaci, davanti a Silvio Berlusconi e Matteo Renzi (1,1 milione di followers per entrambi), mentre staccatissimo è Enrico Letta, con 141mila like al proprio account personale. Su Instagram tutto è ridimensionato, sia nei numeri (molto inferiori rispetto a Facebook, tanto che il Movimento 5 Stelle è il più gettonato con solo 350mila followers), sia nell'attività quotidiana, perché sono di meno i post condivisi, per quanto in sostanza siano gli stessi che si trovano su Facebook. Migliori sono le cifre per le pagine personali, con Salvini davanti a tutti (2,1 milioni di fan), Conte al secondo posto (1,7 milioni) e Meloni in terza posizione (992mila), davanti a Berlusconi (444mila) e Letta (80mila).
A differenza di Facebook, Instagram non è uno spazio amico per i politici, poiché il pubblico più giovanile non è propenso a supportare e sopportare piani d'azione basati quasi esclusivamente sugli attacchi rivolti ai rivali. Cavalcare un social media dove si è stati finora presenti ma poco attivi, inoltre, potrebbe giocare un brutto scherzo, perché su Instagram più che su Facebook serve tempo per creare una community e conquistarsi una certa credibilità. Ancora diverso poi è il caso di TikTok, che nonostante abbia fatto breccia in 14,8 milioni di italiani (cifra che corrisponde agli utenti unici mensili di marzo 2022 secondo il rilevamento di Audiweb) è pressoché sconosciuto ai politici nostrani. Solo Salvini, Meloni e Conte hanno un profilo sulla piattaforma cinese, limitandosi però a sporadici post e numeri poco significativi.