Facebook prova a diventare Twitter. Ecco come cambia (ancora) il News Feed
Con il nuovo algoritmo verrà data precedenza ai contenuti d'attualità. Un sistema per sottrarre utenti a Twitter
A volte, Facebook sa essere davvero fastidioso. Ho detto “a volte”? Intendevo “più o meno sempre”. Del resto è un tacito accordo tra gentiluomini: io ti affido una tonnellata dei miei dati personali, e tu mi inondi la schermata del PC (o il display dello smartphone) dell’equivalente web della televisione spazzatura. Ma anche volendo sorvolare sul gusto dell’orrido che ci tiene incollati a Facebook, ci sono alcuni aspetti che risultano fastidiosi anche ai più fanatici della piattaforma.
Non mi riferisco ai contenuti sponsorizzati, e nemmeno ai video che si riproducono in automatico, mi riferisco ai posti irrilevanti, obsoleti o semplicemente già visualizzati che continuano a finire in cima al feed.
Bene, a quanto pare, Facebook ha deciso di metterci una pezza. Con il nuovo aggiornamento dell’algoritmo, il social network ha voluto ricalibrare la frequenza e il posizionamento dei post in modo da dare maggior risalto a quelli più recenti, più coinvolgenti e, soprattutto, più d’attualità.
Se fino a ieri l’algoritmo dava molto peso ai Like, a prescindere dal significato che questi avevano (una notizia di cronaca può essere molto seguita ma ricevere pochissimi like, anche perché non viene spontaneo sollevare un pollice sornione quando ci sono di mezzo bombardamenti e morti), con il nuovo News Feed l’importanza dei like diventa accessoria, mentre viene data molto più importanza al tempo che un post impiega a raccogliere commenti e like, e dunque alla possibilità che il contenuto in questione sia trending.
Se ho utilizzato un termine che solitamente appartiene all’universo di Twitter non è un caso: questa mossa dovrebbe servire a Facebook non solo per aumentare il coinvolgimento degli utenti sulla piattaforma, ma anche per sfatare il mito (al momento un dato di fatto) secondo cui Twitter è una piattaforma adatta a seguire gli eventi in tempo reale, mentre Facebook è una piattaforma lenta e poco adatta allo sviluppo di dibattiti sull’attualità.
Il motore di tutto, naturalmente, è sempre lo stesso: la pubblicità. Quello che per ora manca a Facebook sono le frotte di utenti che si raccolgono intorno al focolare digitale della piattaforma per discutere di un evento sportivo, uno show televisivo o il pilota di una nuova serie nel momento stesso in cui questi contenuti vengono trasmessi.
Se riuscisse ad attirare sulle proprie frequenze questo tipo di interazione tra utenti, Facebook otterrebbe maggiore forza nel braccio di ferro con gli inserzionisti, assicurando così agli azionisti una maggiore capacità di monetizzare.
La cosa curiosa, in tutto ciò, è che se Facebook rincorre Twitter, parallelamente Twitter rincorre Facebook: negli ultimi tempi la piattaforma di Dick Costolo ha infatti cominciato a testare un nuovo approccio per far sì che i contenuti non scompaiano nel gorgo di contenuti che inonda i feed, dando maggior longevità e risalto a quelli più significativi.