Benvenuti nei mini social media
Rubrica "The Lob"
Il problema è il rumore. I social network mastodontici come Facebook ci hanno creato quella sensazione di traffico insostenibile, enormità del numero di relazioni e poca qualità delle stesse. Per quanto avanzati siano i loro algoritmi nel modulare il feed, ci fanno vivere come equidistanti il nostro partner e l'attivista politico sconosciuto, nostra madre e il console che ci vuole dare l'eredità di uno zio morto in Uganda. Una delle sfide per i social, specie dopo la quarantena, sarà quella di dare valore ai rapporti più stretti che abbiamo nella vita reale, in modi alternativi alla comunicazione one-to-one (che tanto si fa già su Whatsapp).
"The Lob", la rubrica di tutto quello che fa Lobbying e comunicazione
Alcuni si stanno già muovendo. Quelli di Facebook, dopo aver creato una sorta di spazio per il dating, zitti zitti hanno lanciato l'app Tuned. È una sorta di social intimo pensato per le coppie: uno "spazio privato", ma per due persone. Attraverso l'app (ora solo in America) i partner possono scambiarsi status, disegni, foto, cards, note o farsi addirittura l'album digitale della loro storia. È uno dei più importanti "social per pochi", cui ne seguiranno altri. Saranno spazi sempre più personalizzabili, in cui potremo relazionarci solo con la nostra squadra di calcetto, col nostro corso universitario, coi nostri coinquilini, con la nostra famiglia.
A novembre era stato lanciato Cocoon, social e app di messaggistica per le famiglie e gruppi fino a 12 persone. Nome fantastico, slogan ancora di più: "Questa è la casa sul mio telefono", aveva detto il fondatore Sachin Monga. "Vedo gli ultimi aggiornamenti di mia madre e mio padre che vivono in Canada, di mia sorella che sta a New York, di mio fratello che si è appena trasferito a San Francisco. Non viviamo nella stessa casa da 17 anni, ma siamo ancora una famiglia, e abbiamo pensato che ci dovrebbe essere un software per quella". Ci puoi condividere le attività, dati sul tuo sonno, sul tuo workout, cose così.
Persino le attività di famiglia, ci puoi sbrigare sui social. "Slackizzazione delle famiglie", si chiama, ed è quella tendenza a organizzarsi in casa tramite le app usate fino a ieri negli uffici: Trello, Gmail, Jira, Asana e Slack al posto dei post-it del frigo. E quindi via di to-do list, shop list, checklist condivise o persino segnalazioni sull'app per segnalare problemi in casa (tipo una lampadina rotta).
Il punto è che ci saranno sempre di più spazi online per le persone più importanti della nostra vita. Le prime avvisaglie vengono dalla crescita spaventosa dei gruppi su Facebook (adesso più di 400 milioni di utenti fanno parte di almeno uno). O da uno dei tanti studi che mostrano come il 72% degli adulti Usa stiano sui social, ma postino sempre meno su Facebook e molto più sui forum privati. Saranno spazi a metà tra la chat di Whatsapp e la confusione di Facebook. Mini-social media, per eliminare il rumore.