Pavel Durov cede, Telegram cambia tutto
L'arresto in Francia ha convinto il fondatore a rivedere la policy dell'app, che d'ora in poi potrà fornire alle autorità i dati degli utenti
Un mese per la metamorfosi di Telegram. Pavel Durov è stato arrestato in Francia lo scorso 24 agosto, per non aver fermato il diffondersi sull'app di contenuti legati a pedopornografia, riciclaggio di denaro e traffico di droga. A 30 giorni dal fermo, lo stesso fondatore ha annunciato un cambio storico per Telegram, che d'ora in poi fornirà gli indirizzi Ip e i numeri di telefono degli utenti alle autorità, in caso di richieste legali legittime. Il cambio di rotta non sorprende perché era inevitabile dopo che Durov era stato bloccato dalle autorità francesi, evitando il carcere con il pagamento di 5 milioni di euro per la cauzione e restando in Francia per rispondere alle esigenze della polizia parigina.
Per capire quanto il vento che spira su Telegram sia cambiato, basta ricordare la frase che campeggiava sul sito fino alle scorse ore: “Ad oggi abbiamo divulgato 0 byte di dati degli utenti a terze parti, governi inclusi”. Parole che hanno concesso il via libera a tutti, soprattutto a chi ha sfruttato l'app per fare affari tramite azioni illegali. Una percentuale senza dubbio residua dei 900 milioni abbondanti di utenti che hanno scaricato Telegram, ma al contempo la parte più decisiva nel caratterizzare l'app lanciata nel 2013 da Pavel Durov e suo fratello Nikolai.
Il fondatore ha spiegato ai suoi 13 milioni di seguaci su Telegram che “la funzione di ricerca dell'app permette agli utenti di individuare canali pubblici e bot, una capacità che è stata sfruttata da individui che hanno violato i Termini di servizio per promuovere attività illegali”. Per arginare la deriva, Durov ha creato un team di moderatori che, insieme al ricorso all'intelligenza artificiale e a un filtro basato sul machine learning, ha reso più sicura la ricerca su Telegram, restringendo di molto le opzioni disponibili. Un modo per ridurre il raggio d'azione di criminali abituati a sfruttare le maglie larghe dell'app.
Adesso, però, qualora Telegram ricevesse un ordine valido dalle autorità giudiziarie, la società valuterà i termini legali e in seguito potrà divulgare i dati dell'utente interessato. L'azienda ha specificato che la divulgazione delle informazioni sarà inclusa nei suoi rapporti di trasparenza. Va ricordato che, come altre applicazioni e social media, Telegram nel tempo è diventato terreno fertile per truffatori e trafficanti, ma anche uno spazio prezioso per chi vive in un regime e prova a far filtrare informazioni all’estero e organizzare manifestazioni collettive, per accendere un faro sulla situazione del proprio Paese (come successo in Bielorussia e Iran).
Per questo, dopo esser stato fermato in Francia, Durov ha avuto parole dure per un arresto dovuto al mancato rispetto delle regole da parte di altre persone. “Usare norme dell'era pre-smartphone per accusare l'amministratore delegato di crimini commessi da terzi sulla piattaforma che gestisce è un atteggiamento folle; sviluppare tecnologia e costruire strumenti efficaci è già difficile, nessun innovatore realizzerà più nuovi mezzi e servizi se consapevole di poter essere perseguito per potenziali abusi compiuti da altri che utilizzano quei mezzi e servizi”, ha detto Durov. Ora che è stato costretto a cambiare il volto di Telegram, bisognerà vedere la reazione degli utenti, in primo luogo se e quanti migreranno altrove.