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Social network

Perché tutti vogliono il controllo di Telegram

Fonte di informazioni da parte filorussa, l'applicazione sarebbe già vulnerabile al Cremlino ma non all'Occidente. E più volte ha permesso di comprendere la realtà della guerra in modo diretto e non filtrato dalla disinformazione

L'arresto del fondatore e Ceo di Telegram Pavel Durov e le potenziali azioni contro il suo social media Telegram potrebbero ridurre la capacità delle persone di comprendere vari aspetti della guerra in Ucraina. Ma anche consentire a Francia e altre nazioni occidentali che appoggiano Kiev di aiutare l’Ucraina.

L’applicazione è, infatti, una fondamentale fonte d’analisi e di opinioni dei blogger militari russi e non soltanto, e questo i francesi, che mirano a divenire i nuovi grandi fornitori di armi dell’Ucraina, lo sanno perfettamente. Dal lato russo, Telegram è utilizzato da tutti i livelli del Ministero della Difesa di Mosca, dagli alti funzionari fino alle unità sul campo che attraverso la messaggistica riferiscono sulla situazione in atto. Ma Telegram è usato anche dai funzionari del governo russo, da quelli regionali, dai volontari, da cittadini privati e da molti altri utenti. In pratica ciò che transita sul canale è una notevole mole di informazioni che possono essere usate.

Durov è diventato ricco e famoso nel mondo della tecnologia nel 2006, quando ha fondato il social network VKontakte, essenzialmente una versione russa di Facebook, azienda dalla quale fu cacciato nel 2014 dai politici vicini al presidente russo Vladimir Putin. L’uomo, in esilio a Dubai, ha poi fondato Telegram e l'app di messaggistica crittografata che è rapidamente diventata molto popolare in Russia e in Europa. Oggi l’applicazione è destinazione preferita da blogger e analisti militari russi, dei dissidenti che vivono sotto regimi autocratici e dei terroristi. Lo stesso Durov ha assunto una posizione in qualche modo assolutista secondo cui la riservatezza l'identità e i dati degli utenti di Telegram sono più importanti delle leggi o delle richieste legali delle autorità nei paesi in cui Telegram opera.

In pratica nonostante i diversi capi d’accusa, tra i quali quello di non impedire il transito sulla piattaforma di materiale pedopornografico, il suo "crimine" sembra essere quello di consentire la libertà di parola online a tutti, peraltro senza poter neppure leggere ciò che viene pubblicato. In pratica dall’interno della piattaforma si possono trarre informazioni sulla provenienza dei messaggi, sulla tipologia e molto altro, ma non aprirne il contenuto con facilità.

Le autorità sanno da tempo che Telegram è anche un sito per il commercio illegale della pornografia infantile, della droga e del contrabbando, meno noto è invece il ruolo che l’applicazione svolge nell'aiutare il pubblico, in particolare gli analisti militari occidentali, a comprendere meglio la guerra in Ucraina dal punto di vista di fonti militari filorusse. Le organizzazioni di analisi si affidano al sito semplicemente per trovare messaggi pubblicati da fonti dirette e non corrotte dall’enorme disinformazione che viene fatta da ambo le parti. Arrivava da Telegram la vicenda – mai chiarita - delle madri ucraine che invitavano quelle russe ad andare a riprendere i loro figli prigionieri, lo stesso accadde per la scoperta di massacri ed altri episodi. Le informazioni relative al conflitto che provengono da Telegram hanno un punto di vista di parte ma offrono comunque un'importante finestra su come alcuni dei sostenitori più accaniti della guerra percepiscono gli eventi sul campo. Non c'è alcun dubbio che i servizi segreti (Fsb) e l'intelligence militare di Putin volessero che Durov desse loro il controllo su Telegram nello stesso modo in cui lo avevano ottenuto di VKontakte. Durante le proteste in Bashkorstan di qualche anno fa, sembrava che l'Fsb russa fosse in grado di utilizzare i dati che transitavano sulla piattaforma, quindi un accesso da parte occidentale darebbe all’Ucraina molti vantaggi. Durante la guerra tra Russia e Ucraina, un famoso canale ucraino che aiutava i soldati russi a disertare è stato censurato; dunque, considerando quanto attivamente i funzionari russi lavorino per arrivare a Durov in questi giorni, potrebbe esserci in gioco l’accesso ai dati dell’occidente che sfavorirebbe o metterebbe alla pari la Nato con il Cremlino.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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