Twitter cambia logo. Cosa sta combinando Elon Musk?
C'è chi lo ha definito un pesce d'aprile in ritardo e chi parla di un dipendente arrabbiato, ma dietro la comparsa del Doge si potrebbe nascondere molto di più
Semplice come un battito di ali. È così che Jack Dorsey aveva immaginato Twitter. Una piattaforma che permettesse ai suoi utenti di comunicare con la stessa facilità di un SMS.
Raccontando la genesi del social - che oggi conta 330 milioni di utenti attivi ogni mesi - lo stesso Dorsey aveva spiegato il perché del nome. «Ci siamo imbattuti nella parola "Twitter", era semplicemente perfetta. La definizione era: "Una breve raffica di informazioni irrilevanti" e "un cinguettio di uccelli", e questo è esattamente ciò che era il prodotto». Scegliere un piccolo uccellino azzurro come logo non poteva che sembrare la scelta più logica da fare.
All’apparenza semplice, proprio come Twitter, il disegno è in realtà creato rispettando il rapporto aureo, a sottolineare l’importante lavoro di coding che ha reso l’esistenza stessa della piattaforma possibile.
Ma questo era prima dell’arrivo di Elon Musk, nuovo proprietario del social network. Dopo licenziamenti, modifiche all’algoritmo, e altre uscite a sorpresa, ecco che lo scorso lunedì il fondatore di Tesla ha deciso di far sparire l’iconico uccellino e sostituirlo con un Doge, un cane Shiba Inu, simbolo della criptovaluta Dogecoin.
Tra chi ritiene che il cambiamento non fosse altro che un «pesce d’aprile» (arrivato in ritardo), chi pensa a un dipendente arrabbiato e chi riduce il tutto a uno dei tanti divertissement a cui Musk ci ha abituato negli anni (proprio ieri l’uomo ha condiviso in vecchio tweet in cui lo “sfidavano” a modificare il logo con il Doge), c’è anche chi parla di un tempismo alquanto sospetto, soprattutto considerate le vicende legali che legano il magnate a Dogecoin.
L’attuale proprietario di Twitter avrebbe infatti chiesto, solo qualche giorno fa, di archiviare una causa da 258 miliardi di dollari intentata dagli investitori di Dogecoin proprio contro di lui . Musk sarebbe stato accusato di aver gestito «uno schema piramidale per supportare la criptovaluta Dogecoin», operando intenzionalmente per aumentare il valore della criptovaluta di oltre 36.000% in due anni per poi abbandonarla completamente, portando a un significativo crollo.
I legali di Musk hanno chiesto l’archiviazione definendo la causa «una fantasiosa opera di finzione» e sottolineando come «non c'è nulla di illegale nel twittare parole di supporto o immagini divertenti su una criptovaluta legittima che continua a detenere una capitalizzazione di mercato di quasi 10 miliardi di dollari».
Secondo i dati raccolti, l’ultima trovata di Musk avrebbe portato Dogecoin a registrare un aumento di valore del 30% in meno di 24 ore. La criptovaluta sarebbe infatti passata da 0.077 dollari agli attuali 0.098, registrando anche un picco di 0.10 dollari.
Ma le teorie in merito alla comparsa del Doge al posto dell’uccellino di Twitter non finiscono qui. I più maligni ritengono che questo scherzo di Musk non sia altro che l’ennesima trovata per distrarre i media dal caos creato dalla rimozione della «spunta blu», simbolo assegnato a celebrities e personaggi rilevanti per distinguerli da account falsi. Se infatti migliaia di utenti verificati si aspettavano di perdere il loro “titolo” da questo lunedì, la maggior parte di questi ha mantenuto il simbolo.
Graham Brookie, direttore del Digital Forensic Research Lab dell'Atlantic Council, che studia la disinformazione online ha dichiarato al The New York Times (uno dei profili ad aver perso la spunta, rifiutandosi di pagare un abbonamento, come chiesto da Musk): «Twitter ha una vera crisi di credibilità. Quando dicono che faranno una cosa in questo momento, non hanno dimostrato di farla con coerenza».