Raimondo Grassi (Tea Energia): «Unire le forze su eolico e fotovoltaico»
Da chi si occupa di energia da anni i consigli per renderci più indipendenti e più green
Energia, costi delle materie prime, risalita dei prezzi, crescenti difficoltà di famiglie e imprese: il vortice dei rincari segue la scia di morti, sangue e dolore della guerra in Ucraina.
In questo scenario complesso e imprevedibile, l’Europa ha posto degli argini con l'Eurogruppo: Bruxelles è pronto a varare il nuovo pacchetto di misure restrittive. Una stretta nella quale potrebbe esserci il blocco degli acquisti di petrolio, ma di embargo totale sul gas non se ne parla ancora. La soluzione che appare sempre più calzante è quella dell’uso di fonti energetiche alternative con eolico e fotovoltaico, tra le vie migliori se non fosse per la lunga tempistica delle autorizzazioni. Proprio in questi giorni infatti sono stati pubblicati i dati dell'Alleanza: in Italia ci sono 35 miliardi di investimenti e 40 GV bloccati per le autorizzazioni che oggi richiedono dai 4 ai 5 anni. Inoltre, considerando che a oggi in Italia importiamo il 95% del gas di cui il 40% dalla Russia, la soluzione potrebbe essere in parte colmata, secondo alcuni, da una combinazione tra carbone e nucleare.
L’architetto Raimondo Grassi, Presidente dell'omonimo gruppo e Amministratore Delegato di “Tea Energia”, società attiva nella progettazione e realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (principalmente fotovoltaici) ha più volte indicato nelle fonti alternative una via d’uscita concreta per contare su un’autonomia energetica del Paese.
“Questa guerra tra Ucraina e Russia - sostiene Grassi- ha stigmatizzato l'importanza di essere indipendenti energeticamente da paesi terzi. In Italia a mio avviso è necessario e urgente implementare la produzione da fonti rinnovabili con procedure di autorizzazione più snelle e veloci senza trasformare il settore in un far west, ovviamente”.
Come può riuscire l’Italia nella sfida Green? E quali i ritardi da superare?
Basterebbe geograficizzare gli interventi fissando le quote possibili di eolico e fotovoltaico. Un vero ‘Piano regolatore nazionale’ dove, già sapendo a monte la fattibilità di un impianto in un sito lo si autorizzi praticamente d’ufficio.
Lei in questa possibile svolta parla anche di collaborazione e sinergie…
Sarebbe necessario e urgente avviare politiche di collaborazione tra i grandi gestori elettrici come Enel (preoccupata di perdere quote di mercato a causa del proliferare di impianti rinnovabili) e noi costruttori, affinché non vi sia più quella politica che se da una parte incentiva e predica la diffusione delle rinnovabili, dall' altra ne frena lo sviluppo con lacci burocratici per paura di perdere fatturato dalle aziende di Stato. A mio parere è un passaggio fondamentale quello della collaborazione tra tra Enti, istituzioni e privati. Una priorità da cui possono senza dubbio scaturire progetti di interesse anche internazionale.
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