televisione standard t-2 italiani
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Tecnologia

Televisione, avanti con lo standard T-2, ma molti italiani non la vogliono più

La transizione al Dvb-T2 migliora la qualità televisiva, ma le smart TV restano complesse e costose, scoraggiando molti utenti dall'aggiornare i propri apparecchi

Che gli apparecchi televisivi odierni siano diventati dei computer con tutte le limitazioni e seccature che questo comporta lo sappiamo da tempo. Tra aggiornamenti, ricerca della rete wifi alla quale collegarsi, funzioni spesso mai richieste e improvvise apparizioni pubblicitarie ai bordi delle immagini, le cosiddette “smart tv” risultano antipatiche a molti spettatori. Ma adesso vendono praticamente soltanto quelle. Provate a entrare in un negozio e chiedere una tv che non sia “furba e intelligente” ma “normale”. Tuttavia l'aggiornamento ai canali avvenuto il 28 agosto è servito per completare il passaggio allo standard Dvb-T2 previsto da tempo e ha riguardato per ora soltanto la Rai. Questo è stato deciso per completare lo spegnimento di trasmettitori delle emittenti che operavano sulla banda dei 700 Mhz, che ora è destinata alla telefonia 5G. L'unica consolazione è che lo standard T2 offre migliore definizione e quindi la qualità dell'immagine risulterà migliore. Così la tv di Stato ha passato in T2 i canali di Rai Storia, Rai Scuola e Rai Radio 2 Visual, mentre ha deciso di trasmettere in doppio standard Rai 1HD, Rai 2 HD, Rai 3 HD nazionale, Rai 4HD, Rai News 24 HD, Rai Premium HD. Dove tutte queste H e D significano alta definizione. Quindi se il vostro televisore è stato comprato in Italia dopo il Natale 2018 basterà risintonizzarlo, altrimenti qualche canale mancherà all'appello del telecomando e la sequenza dei canali lo salterà come non esistesse.

Resta sempre valido il test sui canali 100 e 200, ed anche sul 558, se li vedete siete a posto, altrimenti mano al portafogli e decisione strategica: decoder oppure sostituzione del televisore, ma qui è questione di soldi. Un decoder costa poche decine di euro, un televisore un ordine di grandezza in più, ma fino al 31 ottobre si può sfruttare il Bonus “decoder a casa” per ultrasettantenni che non hanno pensioni superiori a 20.000 euro. Questo il numero da chiamare: 800 776 883, oppure all'ufficio postale o su internet www.prenotazionedecodertv.it/

Va bene, completiamola questa transizione al Dvb-T2, ma poi lasciateci un po' di stabilità: i nuovi televisori sono leggeri, perfetti nell'immagine e a dispetto dell'essere ultrapiatti riescono a darci anche un suono accettabile. Ma pensare che non possano durare che pochi anni scoraggia qualsiasi utente e non è soltanto una questione di soldi, anche se si stima che sarebbero oltre 45 milioni gli apparecchi da cambiare. Difficile fare una stima, c'è chi ha più televisori ma aumenta anche il numero di chi non lo vuole più e utilizza altre piattaforme come computer e tablet.

Nella giornata del 28 agosto il ministro Urso ha twittato: “Il nostro Paese compirà un ulteriore significativo passo verso il futuro della comunicazione digitale e del sistema televisivo nazionale, avviando la transizione al nuovo digitale terrestre con standard di trasmissione Dvb-T2. Questa scelta strategica, in linea con il nuovo contratto di servizio Rai, non solo innalzerà la qualità delle trasmissioni, ma rappresenta anche un impegno concreto del governo per un Paese tecnologicamente avanzato e connesso”. Sarà, ma le famiglie senza più televisione sono oltre il 3% e di certo continui aggiornamenti porteranno sempre più persone a non sostituire gli apparecchi che hanno. Insomma, siamo una nazione che sta perdendo il suo attaccamento allo schermo nonostante l'HD.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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