Antonella Clerici: "SanremoYoung, gli ascolti e il mio futuro in tv"
Intervista alla conduttrice del teen talent di Rai 1, al via da venerdì 15 febbraio, che smentisce il ritorno a La Prova del cuoco e parla di Portobello e Sanremo
Venti ragazzi in gara, un’“Academy” ad alto tasso di volti noti e una serie di super ospiti speciali. Sono questi i cardini della seconda edizione di SanremoYoung, il teen talent di Rai 1 condotto da Antonella Clerici – al via da venerdì 15 febbraio – che per il debutto schiera l’artiglieria pesante: John Travolta, co-conduttore d’eccezione della serata, e Mahmood, saranno infatti le guest star blasonate della prima puntata durante la quale scatteranno le sfide a due per decretare i 10 concorrenti ufficiali del programma, la cui direzione artistica è di Gianmarco Mazzi. “Quest’anno poi il vincitore andrà di diritto a Sanremo Giovani”, spiega la Clerici a Panorama.it.
Antonella, riparti con SanremoYoung. Soddisfatta della riconferma?
Sì. Lo scorso anno è stata una grande scommessa e abbiamo portato a casa buoni risultati. SanremoYoung è un bel marchio, si sono presentati più di mille ragazzi ai casting e quest’anno il vincitore parteciperà di diritto a Sanremo Giovani.
La novità è un investimento sui giovani?
È un bel segnale, un link importante. La Rai deve creare una filiera di giovani che potranno riempire il serbatoio dei talenti di domani.
E pensare che solo pochi anni fa, Campo Dall’Orto cancellò con un colpo di spugna Ti lascio una canzone…
L’ho vissuta come una nota stonata quella fase. C’è sempre modo e modo di fare le cose: io bambini li trattavo da piccoli e non da adulti, controllavamo i testi e li tutelavamo. Per me Ti lascio una canzone resta un’idea forte, anche perché gli adolescenti sono tra i principali fruitori di musica, dettano le tendenze.
Cos’accadrà nella prima puntata di SanremoYoung?
Sarà una sorta di fine casting: i venti in gara si sfideranno con duelli canori diretti e resteranno in dieci. Il livello è molto alto.
Sul fronte ospiti, sfoderi l’artiglieria pesante: sono in arrivo Mahmood e John Travolta, il vero super ospite che è mancato a Sanremo.
Mahmood canterà Soldi, con cui ha vinto Sanremo 2019. Poi ci sarà John Travolta, che avrà una postazione fissa sul palco per tutta la puntata. Chiacchiererò con lui, poi ballerò Stayng Alive: sono due settimane che mi alleno, spero di non fare una figuraccia.
Da Rita Pavone ad Amanda Lear: più trasversale di così, la giuria-Academy non poteva essere.
Ho chiesto di riconfermare i più giovani, Rocco Hunt e Baby K, perché mi piaceva l’idea di dare una continuità. Sono contenta di avere Amanda Lear, un’anticonformista capace di improvvisare e sparigliare i giochi. Così come Rita Pavone, che non ha peli sulla lingua.
E poi riporti in Rai Belén Rodriguez.
Più che in Rai, a Sanremo. Conosce l’atmosfera festivaliera, è appassionata di musica ed estremamente contemporanea.
A proposito di Festival. Come ti è sembrato il Baglioni-bis?
È stato un bel Sanremo, al netto nel numero troppo elevato di canzoni, come ha detto lo stesso Baglioni. Claudio ha saputo mischiare bene i concorrenti, ha portato pubblico giovane davanti alla tv: chi farà il Festival il prossimo dovrà fare i conti con questo.
Ti sei tolta la voglia nel 2010 o rifaresti Sanremo?
Sanremo è come la cartolina del militare: non si può non rispondere. Se ci fosse una bella idea, direi di sì ma non lo rifarei in solitaria perché ho già dato. Dovrei trovare un’altra formula.
Delle polemiche su televoto e voto delle giurie che idea ti sei fatta? Il lancio degli spartiti da parte degli orchestrali, alla fine del tuo Festival, resterà negli annali sanremesi.
Io tengo molto al voto popolare perché mi piace dare voce al pubblico. Ma la commistione di voti tutela tutti ed è giusto che ci sia una giuria di addetti ai lavori, qualificata, così come il voto dato all’orchestra: conoscono le doti dei cantanti, li ascoltano in prova e danno un giudizio più articolato.
Torniamo a SanremoYoung: sul fronte ascolti, la sfida si annuncia difficile visto che venerdì partono gli speciali Uomini e Donne-La scelta.
Maria di venerdì non c’è mai stata e non mi aspettavo che ci fossero questi speciali. Mi spaventa, sono onesta: lei è molto brava e con sua società di produzione riesce a cucirsi addosso i programmi come pochi altri conduttori. Certo, per una volta mi piacerebbe non andare contro di lei.
Tu, Amadeus e Milly Carlucci siete i “soldati” che la Rai manda sempre in trincea nei giorni difficili. Ti pesa?
Non mi sottraggo se me lo chiedono, ma penso che si debba cominciare a ragione in un’altra ottica. Magari cambiando i giorni dell’intrattenimento, spostandoli al lunedì o martedì, come fanno in Francia e come da noi fa Fiorello. Canale 5 è sempre accesa il sabato sera, l’abitudinarietà è un fattore importante, noi invece dobbiamo cominciare sempre da zero. Forse bisognerebbe cambiare genere e puntare su una fiction di lungo respiro.
Facciamo un passo indietro a Portobello. Il bilancio non è quadrato a pieno: cosa non ha funzionato?
Premetto che Portobello è stata la mia prova di maturità, molto difficile da condurre, nonché un doveroso omaggio a Tortora. Però oggi in diretta l’emotainment non si può fare: se una storia non funziona lo capisci live e non hai modo di intervenire. E poi tutto l’attuale palinsesto ha dentro Portobello, spalmato su tutte le reti a tutte le ore. Quel format forse è stato superato dalla storia della tv e poi durava quanto una maratona: quel genere invece non dovrebbe durare più di un’ora e mezza.
Guardiamo al futuro: è vero, come scrivono, che tornerai a La prova del cuoco?
No, non farò La prova del cuoco. Se faccio una scelta è quella, non è nel mio stile fare melina o cambiare idea. Sarebbe irrispettoso verso chi è in onda, verso il pubblico e verso chi mi sta vicino. Sono appagata e contenta così.
Rispondi sinceramente: a mezzogiorno guardi Rai 1 o la tua amica Anna Moroni su Rete 4?
(ride) A quell’ora vado a scuola a prendere mia figlia Maelle. Certo, guardo La prova del cuoco perché è un programma che amo e perché sono consulente. Parlo con Elisa Isoardi, cerco di darle dei consigli: benché tutti pensino e scrivano il contrario, abbiamo un buon rapporto.
Gli ascolti quest’anno sono 2-3 punti sotto rispetto al 2018, nonostante il forte traino di Storie Italiane.
Eleonora Daniele dà un grande traino a tutti. Detto questo, penso che si debba dare del tempo a Elisa: è giusto che trovi il suo stile e sono sicura che ci riuscirà.
Il tuo sogno professionale ancora da realizzare?
Un programma d’interviste in stile Harem. Si è sempre vista la parte giocosa e ironica di me, vorrei che emergesse quella più intimista. E poi vorrei scrivere un romanzo: ho un’idea in testa ma è ancora da sviluppare.
La prossima stagione cosa farai?
La gente mi ferma e mi chiede: “Quando rifai il programma dei bambini?”. Se potessi scegliere, mi piacerebbe riproporre un programma sul genere di Ti lascio una canzone: mi manca quel mondo lì, avere a che fare con i bambini. Tra qualche settimana magari ne parlerò con il direttore di Rai 1.
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