Carlo Cracco: "Vi racconto le novità della terza stagione di Hell’s Kitchen"
16 cuochi in gara per vincere il titolo di Executive Chef del JW Marriorr Venice Resort. Tra gli ospiti anche Massimo Bottura
Se non fosse un’espressione così abusata, verrebbe da scrivere che Carlo Cracco è un’icona della cucina italiana. Sfacciatamente pop – vedi la pubblicità delle celebri patatine – e al tempo stesso sobriamente aristocrat, con quello sguardo altero e quella cucina per palati raffinati. Amato e temuto, il Cracco televisivo alterna suggerimenti pacati e colpi di sublime tecnica all’ormai leggendario lancio dei piatti e alle urla ciclopiche. Come in Hell’s Kitchen - la terza stagione comincia martedì 4 ottobre alle 21.15 su Sky Uno, ma sono già state confermate altre due edizioni – dove si cala nel ruolo di mentore per sedici professionisti della ristorazione: divisi in due squadre, gli chef dovranno dimostrare le loro abilità culinarie e la resistenza allo stress in un grande ristorante. In palio c’è il titolo di Executive chef del ristorante stellato del JW Marriott, sull’Isola delle Rose a Venezia, e per vincerlo dovranno superare sfide adrenaliniche e convincere il cuoco vicentino. Ecco cos’ha raccontato Chef Cracco a Panorama.it.
Chef Cracco, partiamo dalle novità della terza edizione. Cosa dobbiamo aspettarci quest’anno da Hell’s Kitchen?
Sarà una stagione un po’ diversa dalle altre. Secondo me è quella più forte, perché abbiamo cercato di variare alcuni elementi. Ci sarà più servizio, meno esterne ma più incisive rispetto alle prime due edizioni e poi spingeremo molto sulla cucina internazionale ed etnica: l’idea è quella di marcare un’impronta più contemporanea.
Vedremo il solito Cracco burbero o sarai più buonista con i sedici nuovi concorrenti?
(ride) Si chiama Hell’s Kitchen non posso fare qualcosa di diverso o essere eccessivamente buono. Poi ci sono modi e modi per arrivare ad un obiettivo: se lancio un piatto venuto male è perché devo far capire che sono arrabbiato.
Ma non si rischia un eccesso di spettacolarizzazione in questo modo?
Fa parte del format, è la reazione immediata ad un momento di rabbia: il che non significa che sia il modo migliore per insegnare una cosa, perché l’insegnamento e la tecnica si apprendono studiando e lavorando con impegno, non certo guardando Cracco che lancia un piatto.
E tua moglie Rosa cosa dice quando vede il Cracco così estremo?
Rosa sa benissimo che nelle cucine dei miei ristoranti non ho mai lanciato un piatto. Stiamo parlando di un programma televisivo.
Tra i grandi ospiti di questa edizione, ci sarà anche Massimo Bottura, lo chef dell’Osteria Francesca di Modena, il miglior ristorante al mondo nella classifica del “50 Best Restaurant”. L’hai convinto tu?
Glie l’ho chiesto e Massimo gentilmente ha accettato. Siamo amici, ci stimiamo molto e sono contento che abbia accettato. L’esterna che abbiamo girato al Refettorio Ambrosiano ha coinvolto moltissimo i ragazzi, c’è stato un bellissimo gioco tra le brigate ed è stato uno dei momenti più intensi di questa edizione di Hell’s Kitcken. Poi ci saranno anche i Fratelli Cerea, Gennaro Esposito e Pedro Miguel Schiaffino.
Se ci fossero stati i talent cooking show quando eri un cuoco alle prime esperienze, avresti partecipato?
All’epoca c’erano i concorsi e a quelli ho partecipato tante volte. Io vengo dalla gavetta, ho fatto quella tradizionale, che significava andare a lavorare in bottega. È difficile risponderti perché non esistevano questi programmi e la ristorazione viveva una stagione completamente diversa: però è interessante vedere come attraverso un programma tv si possano tirare fuori le proprie potenzialità e far emergere nuovi talenti.
Intanto cresce la fronda del “c’è troppa cucina in tivù”.
La cucina di qualità non è mai troppa: se un programma è fatto tanto per farlo, non serve, ma ci sono diversi programmi qualitativamente interessanti.
All’inizio della tua carriera avresti mai immaginato di diventare uno degli chef italiani più famosi al mondo?
Provare ad avere un obiettivo sempre più alto e alzare l’asticella fa parte del mio carattere. Non pensavo di arrivare a questi livelli ma nemmeno mi sento pienamente realizzato: non si è mai arrivati, bisogna lavorare per raggiungere altri traguardi.
A dicembre ti rivedremo a MasterChef 6: che edizione sarà?
Sarà una stagione forte, con un cast pazzesco e tante belle sorprese. Penso che vedremo delle cose davvero interessanti.
Non sarai invece nella giuria della versione Celebrity di MasterChef. Come mai?
Avevo già diversi impegni per cui era impossibile mettere insieme tutto e ho dovuto rinunciare. Celebrity MasterChef non era previsto, poi hanno deciso di girare a settembre e non ho potuto partecipare: diciamo che mi hanno preso in contropiede.
A proposito di progetti, tra due settimane inauguri il tuo primo ristorante all’estero, esattamente a Mosca.
Diciamo che sarà un autunno caldo. Tra quindici giorni inauguriamo il primo ristorante all’estero: si chiamerà Ovo, è all’interno del Lotte Hotel ed è davvero una bella sfida perché la cucina italiana è molto amata in Russia. Poi seguirà Garage Italia, a Milano, con Lapo Elkann e intanto stiamo lavorando per trasferire il mio ristorante in Galleria Vittorio Emanuele.