Rapita dalla Giustizia, se la cronaca ispira la fiction
Mediaset racconta la vicenda realmente accaduta di una bambina sottratta alla sua famiglia per un errore giudiziario
Un’accusa infamante, un incredibile errore giudiziario e una bambina di sette anni viene strappata alla sua famiglia. Ruota attorno a questi tre snodi L’amore strappato, la nuova serie tv di Canale 5 con Sabrina Ferilli, che torna a recitare a due anni dall’ultima fiction e lo fa calandosi nei panni di una «mamma coraggio» che sfida la giustizia italiana e morde la vita pur di ritrovare sua figlia.
Mediaset questa volta veste i panni del «servizio pubblico» e lo fa raccontando una storia in tre puntate, in onda su Canale 5 a partire da domenica 31 marzo, liberamente ispirata al libro Rapita dalla Giustizia (Rizzoli), scritto dalla protagonista Angela Lucanto con i giornalisti Maurizio Tortorella e Caterina Guarneri. Oggi Angela ha 29 anni e la sua vicenda alla Oliver Twist diventa una fiction che lascia senza parole per la sequenza di folli assurdità.
Tutto comincia quando Rocco, il padre di Arianna – interpretato da Enzo Decaro - viene ingiustamente accusato da una lontana parente di aver molestato la figlia. Viene subito allontanato dalla sua famiglia fino a quando gli assistenti sociali la danno in affido e poi in adozione. Inizia così una storia dalle sfumature incredibili, che pare un romanzo ma è solo bruciante verità.
«Il paradosso è che una situazione così può capitare a tutti. Non c’è ricco, povero o classe sociale che tenga davanti ad accuse infamanti e errori giudiziari tanto macroscopici», spiega Maurizio Tortorella, che proprio su Panorama, di cui è stato vicedirettore, raccontò la storia e condusse una lunga inchiesta sul fenomeno dei bambini portati via dai servizi sociali oltre che sugli interessi economici delle case-famiglia in Italia.
E proprio per ricucire quell’«amore strappato» - su cui è incentrata la fiction prodotta da Jeky Productions, e diretta da Ricky Tognazzi e Simona Izzo - la mamma di Arianna, Rosa, combatte la sua battaglia riuscendo a non farsi schiacciare dagli eventi. «Mio marito è innocente, dovete ridarmi mia figlia» è il suo mantra. Continuare a crescere l’altro figlio, sostenere il marito che finisce in carcere e non smettere di cercare quella figlia che le hanno portato via (e che solo dopo oltre dieci anni riuscirà finalmente a riabbracciare), la sua missione.
Tocca alla Ferilli restituire al pubblico la potenza eroica di questa donna che rifiuta compromessi per tutelare la figlia che ingiustamente le hanno strappato. «La forza di questa storia è l’amore che resiste a tutto, anche all’impatto con una tragedia dai contorni devastanti», riconosce l’altra autrice, Caterina Guarneri.
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