ll vademecum di Mika: dove si trova la mia gioia anarchica
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ll vademecum di Mika: dove si trova la mia gioia anarchica

Nei luoghi, nei cibi e negli oggetti cerca l’energia che sprigionano: Little Avana a Miami, il tabbouleh in tavola, la sua mini Tour Eiffel, nel camerino...

Canta, compone, balla, recita, cucina, suona. E con pari intensità sogna, crea, pensa, comunica... Michael Holbrook Penniman Jr., in arte Mika, classe 1983, è una figura così caleidoscopica che è difficile afferrarlo da un punto solo, anche durante questa intervista rilasciata mentre sale e scende dal palco per i preparativi del suo prossimo show.

In fondo, è comprensible che sia venuto su così "saporito" uno che, terzo di cinque fratelli, è nato in Libano, ma ha vissuto poi dentro l’ambasciata americana in Kuwait, a Parigi, Londra, Miami e New York, passando per l’Italia, col risultato di parlare inglese, francese, italiano, spagnolo, arabo e pure un po’ di cinese. E col valore aggiunto, lo diciamo noi, di aver fatto della dislessia, da cui è affetto, la chiave creativa della propria esistenza, in cui ha trovato, cinque anni fa, anche l’equilibrio per annunciare la sua omosessualità.

Dal 31 ottobre, per quattro martedì, lo rivediamo in prima serata su Rai2, nella seconda edizione del suo one man show Stasera CasaMika, accompagnato da Mel e Amira, le sue golden retriever, e da Luciana Littizzetto. Sul suo divano siederanno, tra gli altri, Dita Von Teese, Luca Argentero, Riccardo Scamarcio, Elisa e Rita Pavone.

Per definire la sua idea di energia usa l’espressione "gioia anarchica". A Beirut, dove la trova?
Dove non ci sono i cancelli, dove non si è soli, dove c’è la vita e i problemi si mescolano alle gioie degli amanti. Per esempio, camminando la sera nel quartiere di Achrafieh.

E a Parigi?
Vale la stessa regola. Al Marché aux puces, ma non nella parte delle bancarelle eleganti, in quella mescolata dove espongono i migranti: lì c’è di tutto.

Il punto vitale di Londra, invece?
Sono cresciuto a Soho: da ragazzo ero lì tutte le sere. Ora purtroppo è cambiato: la gentrificazione e la commercializzazione gli hanno tolto la sua gioia anarchica, sembra un Duty Free. Oggi scelgo il parco di Richmond.

E negli Usa, sua ultima patria adottiva?
A Miami, dove passo il Natale in famiglia, nella nostra grande casa a Little Avana. Sono pazzo di quel quartiere: c’è un super mix di vita vera ed è pieno di negozi cubani fantastici. South Beach, invece, è orribile.

Viene paragonato a molti miti, da Freddy Mercury a Dario Fo: l’artista preferito?
Si chiama Maurice Sendak ed è un illustratore americano di libri per bambini e non solo.

La sua canzone del cuore, in assoluto.
Sono orgoglioso di un mio brano, Underwater.

Il libro cui è più legato.
The Tao of Pooh, di Benjamin Hoff.

Il concerto più emozionante?
A Londra, nel 2001: una data del Drowned World Tour di Madonna.

La mostra più apprezzata.
Bellissima quella di Francesco Vezzoli, dedicata agli anni ’70 della Rai, allestita fino a qualche settimana fa alla Fondazione Prada di Milano.

Qual è il più bel viaggio che ricorda.
Da Manila, nelle Filippine, all’Everest, in Nepal. Con la famiglia, in occasione del Natale di qualche anno fa.

Sa cucinare? La ricetta preferita?
Sì, mi piace tanto farlo per i miei ospiti. Se dovessi scegliere un piatto su tutti, il libanese tabbouleh.

Ha dei look ricercatissimi: i suoi segreti?
Gli outfit pazzeschi di CasaMika sono curati da Pierpaolo Piccioli, direttore Creativo della Maison Valentino. Nella mia valigia, in generale, non mancano mai una camicia bianca, una azzurra, una t-shirt, un paio di pantaloni blu e un paio color kaki.

C’è un oggetto da cui non si separa mai?
Una miniatura della Tour Eiffel. È sempre con me.

Un consiglio a chi ha paura della dislessia.
All’inizio la tua vita sembra troppo difficile. Io non riuscivo né a leggere né a scrivere. Poi, col supporto di mia madre e quello della musica, sono riuscito a sviluppare una versione diversa di intelligenza, capendo che non esistono scogli insormontabili.

Il suo sorriso incanta. Come si fa ad averne uno così?
Basta muovere i muscoli della faccia. Scherzi a parte, è fondamentale seguire bene quello che dice il cuore.

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Lucia Scajola

Nata e cresciuta a Imperia, formata tra Milano, Parigi e Londra, lavoro a Panorama dal 2004, dove ho scritto di cronaca, politica e costume, prima di passare al desk. Oggi sono caposervizio della sezione Link del settimanale. Secchiona, curiosa e riservata, sono sempre stata attratta dai retroscena: amo togliere le maschere alle persone e alle cose.

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