MasterChef: ecco chi sono i tre finalisti
La prossima settimana verrà incoronato il settimo MasterChef d'Italia. A un passo dalla finale fuori Denise e Davide
Sono Alberto, micologo di 23 anni, Kateryna, ingegnere ucraino di 25 anni e Simone, studente ventenne marchigiano i tre finalisti della settima edizione di MasterChef. Tutti giovani, motivati e con le idee chiare i tre finalisti promettono di regalare un finale di gara all'ultimo piatto. A pochi passi dal podio hanno dovuto lasciare il grembiule di MasterChef Davide, il tecnico di radiologia di Varese e la toscanaccia Denise, "abbattuta" dal fuoco amico di Simone.
Mistery creativa
Dopo un'edizione in cui la MasterClass ha dovuto cucinare davvero di tutto e con le più differenti tecniche di cottura mancava una prova dove fosse l'impiattamento creativo il vero protagonista. Puntuale è arrivata asnche questa con i cinque finalisti che, sotto la scatola di legno della Mistery Box, hanno trovato oggetti di varia natura e origine che dovevano essere i "piatti" in cui presentare la ricetta della serata per la quale erano stati messi a disposizione ingredienti assortiti dalla quaglia alla capasanta passando per zucchine, tartufi di mare e altre prelibatezze.
Trovare un'idea per impiattare in una maschera da sub, un mattone, una ciambella gonfiabile, una tavolozza da pittore, una caffettiera o un elemetto era tutt'altro che semplice visto che, come specificato dai giudici, dietro al contenitore doveva esserci un'idea di piatto e il contenitore avrebbe dovuto essere funzionale al progetto creativo. Il più "ispirato" dalla prova è risultato essere Simone che, ispirato da cazzuola, mattone e calcestruzzo ha inventato un piatto che rappresentasse l'evoluzione dell'uomo dall'età della pietra a quella del mattone. "Non ti avrei creduto così creativo" ha detto a Simone chef Barbieri e lo studente marchigiano ha chiosato con un "Neanch'io".
Invention Test
Fondamentale, in vista della finalissima, il vantaggio conquistato da Simone per l'Invention Test.
Lo studente marchigiano si è trovato in dispensa davanti a 5 cloches che nascondevano altrettanti piatti della cucina tradizionale povera italiana.
C'erano la genovese napoletana, la casseuola lombarda, la coda alla vaccinara, la ribollita toscana e il brasato al barolo.
Preparazioni lunghe e complesse che i concorrenti non avrebbero certo potuto realizzare in 45 minuti. Infatti lo scopo della prova era quello di reinventare, alleggerendoli, i piatti della tradizione regionale italiana.
Simone, inoltre, aveva un secondo vantaggio ovvero quello di vietare l'uso di una serie di elementi classici e fondamentali per la creazione di un piatto. Simone poteva scegliere, ad esempio, di vietare il fritto, la cottura al forno, l'uso di verdure, del frullatore, di uovo e farina e, addirittura, dell'acqua.
A ognuno degli sfidanti (oltre a assegnare una delle cinque preparazioni) poteva dare qualche penalità o nessuna per complicare il cammino verso la finale. E così Simone per se stesso ha scelto la coda alla vaccinare affidando a Kateryna - in piena crisi di pianto - la ribollita senza fritti né latticini.
Davide (senza farina, uova e riso) ha dovuto lavorare sulla genovese 3.0, mentre Alberto (al netto di forno e frullatore) ha ricreato la casseuola.
Nonostante l'affetto tra Denise e Simone è stata proprio la concorrente toscana quella a essere più penalizzata dalla prova. Bene la scelta di affidarle il brasato al barolo, ma Simone non aveva capito che la privazione dell'acqua era totale e così Denise ha dovuto reinventare il suo piatto senza acqua né verdure.
L'errore base della giovane toscana, però, è stato quello di dimenticare il latte in dispensa e questo ha reso la realizzazione dei ravioli al brasato che aveva pensato di realizzare quasi impossibile.
Prova vinta, a sorpresa, da Kateryina, Davide al duello finale e proprio Denise è stata colei che ha avuto la peggio rinunciando al sogno di diventare la settima MasterChef a un passo dal podio.
"Abbattuta dal fuoco amico" le dirà Joe Bastianich nel congedarla, ma lei, intervistata da Panorama.it non è d'accordo. "Simone non voleva farmi del male - ci racconta - diciamoci la verità: se non avessi dimenticato il latte in dispensa tutto sarebbe andato bene. E' stata colpa mia".
Cosa ti ha insegnato l'esperienza a MasterChef?
"Tramite chef Barbieri ho capito che devo ascoltare di più e parlare di meno. E' questa la più grande lezione - umana e culinaria - che porto a casa da MasterChef. Esco dalla gara più ricca a ogni livello. Ho conosciuto persone con cui sto già intraprendendo un percorso professionale e ho avuto la possibilità di apprendere dai migliori. Mi restano nel cuore le parole di chef Klugmann che, oltre a dirti se un piatto è buono o cattivo, ti spiega anche i motivi per i quali lo è".
In vista della finalissima, quali sono gli errori che dovrebbero evitare i concorrenti rimasti in gara?
"Devono riuscire a mantenere la concentrazione. A MasterChef anche se si è tra i migliori si va a casa per un piatto sbagliato o per un errore di distrazione. Un piatto venuto male capita, ma bisogna mantenere alto il livello di concentrazione e non farsi prendere dal panico".
Secondo te come dovrebbe essere il menù della finalissima?
"Se fossi stata io a doverlo creare avrei cercato di fare piatti della mia tradizione regionale reinventandoli in chiave contemporanea".
Se potessi dare una frase d'incoraggiamento a ciascuno dei finalisti cosa diresti loro?
"A Simone di andare avanti così perché per me lui ha già vinto. A Kateryna di essere più sincera e di farsi meno problemi. Lei è bravissima e ha gli attributi, che non finga di fare l'ultima della classe e ad Alberto che lo stimo davvero tanto".
Agli aspiranti MasterChef della prossima edizione consiglieresti....
Di portare se stessi in quella cucina perché è l'unica cosa che davvero funziona
Esterna stellata
Come da tradizione di MasterChef anche l'ultima esterna dell'edizione numero sette si è svolta nella cucina di un ristorante stellato.
Quest'anno i tre aspiranti MasterChef - Simone, Alberto e Kateryna - sono andati in Svizzera dove il tre stelle Michelin Andreas Caminada è il padrone di casa dell’Hotel Ristorante Schloss Schauenstein, un gioiello di arte, gusto e tecnica nel prezioso castello incarniciato dal verde delle Alpi svizzere.
Quella di Caminada è una cucina dove protagonisti sono gli ingredienti nella loro semplicità trattati in maniera tale che i sapori possano sprigionare la loro naturale forza.
Bisogna pensare solo al prodotto, sembra semplice, ma non lo è per nulla. Entrare in una cucina simile è come violare un tempio sacro e infatti i tre chef amatoriali, in punta di piedi, hanno cercato di rispettare e valorizzare la cucina di chef Caminada realizzando i piatti che erano stati creati per loro.
Una zuppa fredda di verdure per Simone, salmerino con rape e purè di carote per Kateryina e una combinazione di dolci per Alberto.
A rendere il tutto più complesso il fatto che nella cucina si parlasse solo inglese e che i concorrenti dovessero rispettare standard altissimi imposti dalla brigata di chef Caminada da cui erano affiancati. Tutti e tre hanno fatto buona impressione allo chef, ma, in una realtà tutta al maschile, ad avere la meglio è stata Kateryna: la prima finalista della settima edizione di MasterChef Italia.
Pressure Test
Prima del duello con Davide, Alberto e Simone si sono sfidati al Pressure Test dove, sotto dieci cloches c'erano coppie di alimenti uno in contrasto con l'altro. La scelta di un ingrediente avrebbe, automaticamente, fatto sì che l'avversario avesse l'ingrediente opposto.
Contrasti come dolce o salato, carne o pesce, magro o grasso, tradizionale o esotico sono stati l'oggetto della scelta di Alberto e Simone. Salvo Alberto Simone è finito al duello con Davide.
50 sfumature di platessa
"Capita nelle famiglie - spiega chef Cannavacciuolo - che per fare economia si prendano le confezioni famigliari di pollo, pesce o verdure e poi, a meno che non si congelino, per una settimana si deve mangiare la stessa cosa. Per questo è importante avere fantasia in cucina e trovare mille modi per reinventare lo stesso piatto anche quando si tratta di una semplice platessa".
E così Davide e Simone hanno dovuto trovare 7 ricette per altrettanti pasti con la platessa. Fantasia, tecnica e creatività hanno regalato la finale a Simone, mentre Davide ha dovuto lasciare la gara accontentandosi del quarto posto.
"Alla fine va bene così - confessa Davide a Panorama.it - sono stato felice per il percorso che ho fatto anche se è chiaro che la delusione c'è però credo che ogni eliminazione in tutta la stagione sia stata motivata e dovuta. Anche la mia".
Qual è il momento tuo personale che vale la partecipazione alla gara?
"La vittoria dell'esterna con la critica gastronomica Eleonora Cozzella. Alla fine ogni chef deve confrontarsi con la critica e quello è stato il momento più bello".
Ora che MasterChef è finito che passaggi ti mancano per arrivare a realizzare il tuo sogno di un ristorante a Palo Alto?
"Devo ancora studiare molto e fare tanta esperienza, ma ce la farò. Ho le idee chiare ed è solo questione di tempo".
Cosa consiglieresti ai tuoi compagni in finale?
"Di essere se stessi e pensare di essere nella cucina di casa, non a MasterChef".
E a coloro che affronteranno i casting?
"Di non essere originali a tutti i costi, ma di cercare di essere semplici e se stessi. Non farsi condizionare dalla televisione, ma pensare solo alla cucina, alla tecnica e al gusto. La cosa migliore è la semplicità di un piatto buono ed elegante".