A MasterChef scuola d'integrazione
Sette chef provenienti da tutto il mondo e richiedenti asilo in Italia hanno cucinato con la MasterClass
Sono rimasti solo in cinque. Il settimo MasterChef d'Italia è uno tra Alberto, micologo di Tortona di 23 anni; Simone, studente di Civitanova Marche; Denise, la toscana senza peli sulla lingua, il radiologo di Varese Davide e Kateryna, la giovane di origine ucraina unica straniera rimasta in gara. A un passo dalla semifinale hanno dovuto lasciare il grembiule il macellario Antonino e la pugliese Marianna.
Mistery Box multietnica
I sette aspiranti chef che hanno affrontato la prima delle due puntate andate in onda su SkyUno Hd si sono trovati di fronte a una Mistery Box unica nel suo genere. Sotto un'emorme scatola di legno, infatti, erano nascosti non sette ingredienti, ma sette chef. Si tratta di cuochi provenienti da tutti gli angoli della Terra che si trovano in Italia in qualità di richiedenti asilo e che lavorano in catering e ristoranti per rifugiati.
Ogni cuoco ha affiancato uno dei concorrenti e insieme hanno cucinato ricette etniche del paese d'origine: Marianna ha lavorato con lo chef dal Pakistan; a Denise è toccato l’Afghanistan; per Simone c'era la Nigeria; ad Antonino è stata assegnata la Somalia; il Mali è andato in sorte a Davide, mentre ad Alberto è toccata la Palestina e a Kateryna lo Yemen.
"Il cibo è un linguaggio universale - sentenzierà chef Barbieri - fa capire chi siamo e da dove veniamo. Quando assaggiamo un piatto straniero ascoltiamo una storia nuova e si instaura un dialogo con chi l'ha cucinato".
Dopo la preparazione i tre aspiranti chef chiamati all'assaggio sono stati: Kateryna col piatto yemenita assaggiato senza posate, Antonino con la pietanza somala e Denise che si è aggiudicata la prova grazie al piatto afgano.
Chef Klugmann ai fornelli
E' stata grande l'emozione di Denise nello scoprire che il vantaggio per il successivo Invention Test sarebbe stato quello di scegliere tra tre piatti di Chef Klugmann e di poter cucinare al fianco della giudice mentre gli altri compagni se la sarebbero dovuta cavare solo guardando il piatto finito.
Sotto le tre cloches si nascondevano altrettante pietanze tratte dal menù della chef e Denise ha scelto per tutti di realizzare ravioli arrostiti con cicoria selvaggia. Per la prima volta la neo arrivata giudice è tornata nel suo habitat naturale e Denise ha potuto osservare da vicino la sapienza della cuoca ottenendo la salvezza, ma non la vittoria che è andata a Simone che è riuscito a centrare la complessa alchimia di sapori del ripieno (grazie anche all'aiutino di Bruno Barbieri).
Tra i peggiori sono finiti Alberto, Kateryna e Antonino che, nonostante la simpatia e ma maestria dimostrata nell'ultilizzo delle carni che tante volte hanno portato alla salvezza la sua squadra nelle esterne, ha dovuto lasciare il grembiule.
Faccia a faccia con la critica gastronomica
Nonostante solo Antonino abbia dovuto rinunciare al sogno di diventare MasterChef secondo i giudici sia Alberto sia Kateryna non erano meritevoli di cucinare per la critica gastronomica Eleonora Cozzella ispettrice per la Guida Ristoranti dell’Espresso e capo della giuria italiana del The World’s 50 Best Restaurants. Gli altri quattro concorrenti, invece, solo volati a Vieste, nel Gargano, dove si sono confrontati con i prodotti locali da declinare a misura di palato gastronomico. Ne è uscito vincitore, a sorpresa, Davide, che, a detta della critica "Ha saputo valorizzare gli ingredienti pugliesi dimostrando comunque perizia tecnica" mentre gli altri sono tutti finiti al Pressure Test insieme ad Alberto e Kateryna.
Pressure Test
Parola d'ordine: riscatto. E' quello che hanno provato a mettere in atto i cinque finiti al Pressure scegliendo piatti che abbinassero rapidità d'esecuzione a complessità di preparazione. E così Simone se l'è dovuta vedere con gnocchi al ragù di coniglio, Denise con i passatelli ai frutti di mare, Alberto col pollo al curry, Kateryina con il risotto alle ortiche e Marianna con dei "semplici" saltimbocca alla romana. Ma, come profetizzato da chef Cannavacciuolo, "A volte i piatti semplici sono i più difficili da eseguire". E così è stato visto che Marianna e Alberto, sulla carta i più facilitati, hanno perso la prova e sono finiti al duello.
Sfida all'ultima cloche
L'ultimo atto della serata si è svolto mettendo in scena una sorta di rulette russa degli ingredienti da indovinare con il solo uso dell'olfatto. Tutti gli ingredienti azzeccati sarebbero stati utilizzati per realizzare il piatto e quindi in alcuni casi, sebbene riconosciuti, non valeva la pena ammetterlo.
Alla fine della goffa selezione i due sfidanti si sono trovati a dover far andare d'accordo mortadella e gamberoni e, nonostante entrambe le preparazioni non fossero indimenticabili, la salvezza l'ha guadagnata Alberto determinando l'uscita di scena dell'impiegata pugliese Marianna salutata dai giudici con affetto "E' stata una grande occasione di rinascita" le dirà congedandola chef Cannavacciuolo.
L'intervista
"Grazie a MasterChef - ci ha raccontato all'indomani dell'eliminazione Marianna - ho capito che, oltre alla passione ho grosse potenzialità che vorrei poter sviluppare in futuro. Aprire un ristorante mi sembra prematuro, ma magari provare a pubblicare un libro di ricette tutto mio potrebbe essere un buon inizio".
Quale aspetto del tuo carattere ti è stato più utile a MasterChef?
"Di sicuro la determinazione per affrontare le situazioni non facili di fronte alle quali vieni messo nel corso di MasterChef. Il momento peggiore è stato quando hanno annunciato la mia squalifica. Ho pensato fosse una decisione affrettata e ingiusta e che ci fosse stato un errore di valutazione. Sono rimasta delusa perché ci hanno sbattute fuori senza possibilità di replica".
Qual è l'errore in cui è più facile incappare a MasterChef?
"Farsi prendere dall'ansia e perdere la lucidità. A me è successo e ho dovuto tenere a bada l'agitazione per far circolare l'adrenalina. Anche ai miei compagni rimasti in gara consiglio di metterci il cuore e di restare calmi".
Tra i tanti ospiti che avete incontrato durante l'edizione, qual è quello rimasto nel cuore?
"Chef Locatelli perché è una persona favolosa e molto umana. Mi ha insegnato a essere precisa, ma lo ha fatto con garbo ed educazione".
A chi volesse partecipare al prossimo MasterChef cosa consiglieresti?
"Di arrivare ai casting preparati, dopo avere studiato per avere le basi della cucina senza le quali non si va da nessuna parti e ti danno la sicurezza di affrontare le sfide successive".