Piero Chiambretti Grand Hotel Chiambretti
Olycom/Andrea DElbo
Televisione

Piero Chiambretti: "Vi racconto alla mia maniera l'Isola dei famosi"

Tra gli ospiti della prima puntata anche Rocco Siffredi e Vittorio Feltri

Geniale, folle, surreale. Quando si parla di Piero Chiambretti l’infornata di aggettivi è quasi inevitabile. Del resto il conduttore da più di vent’anni continua ad essere “la piccola peste” della tivù, uno capace di inventare nuovi linguaggi, di imporre il suo stile e di scovare personaggi. Un fuoriclasse come ce ne sono pochi, di quelli che giocano nella serie A del piccolo schermo. Questa sera torna in scena, in seconda serata su Canale 5, con la seconda stagione di Grand Hotel Chiambretti, nove puntate declinate quest’anno come un post Isola dei Famosi: lo spunto lo daranno infatti le gesta dei naufraghi del reality show, analizzate in maniera irrituale da Chiambretti e dai suoi ospiti (s’inizia stasera con Rocco Siffredi, Vittorio Feltri, Angelo Guglielmi e il pianista Giovanni Allevi). Ecco cos’ha raccontato il conduttore a Panorama.it.

Piero, come te lo sei immaginato questo Gran Hotel Chiambretti tutto incentrato sulle avventure dei naufraghi dell’Isola dei famosi?

Come un controcanto all’Isola stessa. E’ un esperimento, vivremo alla giornata puntando su quello che combinano i concorrenti. In ogni caso anticipo che faremo un programma banale…dico così almeno non deludiamo le attese di nessuno (spiega ironico).

L’hai definito un post-Isola. Perché?  

Perché non andiamo in onda dopo la puntata, sennò partiremmo alle 4 del mattino, ma il giorno dopo per acchiappare qualche spettatore in più. Scherzi a parte, mi diverte il concetto di post perché mi riporta al post moderno: anche la tivù di Angelo Guglielmi, quella in cui io sono nato, faceva della post televisione. E’ un ritorno che mi entusiasma.

Ci sarà Cristiano Malgioglio, già al tuo fianco lo scorso anno. In che vesti lo vedremo?

In una chiave inedita, pur mantenendo le proprie generalità. Sarà un suggeritore per me, che ammetto senza snobismi di non aver mai visto l’Isola così come il Grande Fratello, se non alcun pezzetti delle prime edizioni. E’ un genere di trasmissioni che abitualmente non guardo. Non guardo neanche me stesso, per la verità.

Quest’anno però l’Isola dovrai seguirla.

Lo sto guardando. Nel momento in cui ho scelto di fare questa trasmissione è inevitabile. Per me è un’esperienza nuova ma divertente. Grand Hotel Chiambretti sarà composto da nove puntate, che mi piace definire nove capitoli, che ci porteranno al finale con tutti i naufraghi in studio per festeggiare il vincitore.

Cosa vedremo stasera?

Ci saranno una serie di ospiti tra cui Rocco Siffredi e Vittorio Feltri, poi il Mago Otelma e una pletora di maghi che cercheranno di indovinare il vincitore. Le prime puntate saranno come una macchina del tempo grazie alla quale ripercorreremo le prime edizioni dell’Isola.

Tra i 180 ex naufraghi chi ci sarà?

Già solo leggere la lista di chi è stato nel programma fa impressione, perché è un ufficio di collocamento. Io ne ho scelti 40, che probabilmente diventeranno 20: ci saranno personaggi rimasti nella storia del programma, altri che non sono rimati nella memoria per niente e altri ancora che dall’Isola sono stati lanciati. Basti citare Belén Rodriguez, che potrebbe essere una degli ospiti.

Che impressione ti fa vedere Simona Ventura tra i concorrenti?

Mi fa curiosità e simpatia. E’ una scelta coraggiosissima che in pochi avrebbero fatto. Chapeau a Simona, alla quale auguro di vincere l’Isola perché per lei significherebbe molto.

Tu ci andresti?

No, neanche per scherzo. (dice ridendo)

Vent’anni fa moriva Andrea Barbato, il giornalista e conduttore che tra i primi ha scommesso su di te. Come lo ricordi?

Gli inizi non si dimenticano mai. Barbato è stato decisivo, fondamentale assieme ad altre tre o quattro persone. Ho cominciato con lui a Va’ pensiero, dove facevo dei blitz a politici e calciatori. Poi chiesi a Guglielmi di fare Il portalettere, che avevo immaginato come omaggio a Barbato: lui faceva La cartolina, in cui mandava una lettera violenta e corrosiva a politici e imprenditori, e io consegnavo fisicamente la missiva ai personaggi citati e spesso distrutti da Barbato. Era un programma sul programma e fu un grande successo.

E’ vero che avresti dovuto fare il DopoFestival quest’anno?

C’è stato un misunderstanding. Avevo intrapreso un rapporto “a tempo determinato” con la Rai come giurato della selezione dei giovani di Sanremo: una volta finito quello sono spariti tutti, anche se si era parlato di affidarmi il DopoFestival. Ma amici come prima, sulla Rai non si spara.

Torneresti a lavorare in Rai?

Per ora sono qui a Mediaset e ci sto benissimo. 

Grand Hotel Chiambretti - Gente che va gente che viene

Olycom/Andrea Delbo
Mara Venier, Alessia Marcuzzi, Alfonso Signorini e Piero Chiambretti

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Francesco Canino